Il Centro Studi Turistici Thalia sostiene l’iniziativa promossa dal Comitato che si occupa da tempo del recupero della chiesa di Sant’’Antonio (già chiesa di San Bartolomeo) di Ripacandida,
tra i luoghi segnalati nel 7° censimento dei Luoghi del Cuore promosso dal Fai, Fondo Ambiente Italiano. Sono state già raccolte un migliaio di firme di cittadini ed è ancora possibile firmare sul sito web www.iluoghidelcuore.it. Il FAI invierà ai Sindaci territorialmente competenti notizia dell’avvenuta segnalazione, indipendentemente dai voti ricevuti dai singoli luoghi, affinché conoscano il vivo interesse dei cittadini nei confronti dei beni sul loro territorio. FAI si impegna inoltre a intervenire su alcuni dei luoghi segnalati, attivandosi per promuovere sul territorio azioni di recupero, tutela e valorizzazione, anche attraverso la possibile erogazione di contributi per sostenere le iniziative promosse dai portatori di interesse. In particolare il FAI interverrà a favore dei primi tre luoghi maggiormente votati, secondo la classifica ufficiale, sulla base di specifici progetti di azione. Per il Comitato di Ripacandida – che vede particolarmente attivi Donato Chiarito ed Angelo Leopoldi, fortemente motivati nell’impegno che è innanzitutto un atto di amore per il proprio paese – non è facile raggiungere un numero di adesioni così alte come quello di altri siti nazionali tutti di grande interesse artistico, monumentale, storico e culturale ma l’obiettivo di rimuovere il “clima di disinteresse” generale – a partire da istituzioni regionale, Mibac, Soprintendenze e istituzioni-enti religiosi – si può considerare già raggiunto. Manifestazioni di protesta e petizioni rivolte alla Regione hanno segnato le varie tappe dell’attività del Comitato. Dal C.S. Thalia il riconoscimento a Donato Chiarito attraverso la “nomination” per il Thalia 2014 che viene assegnato a quanti si distinguono per impegno a favore delle risorse culturali e del turismo.
La chiesa, costruita nell’ XI secolo sopra una roccia, sui resti di un torrione longobardo, nel centro storico di Ripacandida, a navata unica, è un gravissimo stato di abbandono con rischi continui di cedimenti anche perchè ha subito numerosi rifacimenti e nel 1700 è stata rinnovata nel soffitto e negli ’intonaci. Non può certamente essere un’impalcatura, montata nel luglio 2013, tra l’altro alla facciata meno a rischio cedimenti, a mettere in sicurezza un bene monumentale che ha grandi pregi. Un cenno è dato da Giustino Fortunato nel libro La Badia di Monticchio a riprova della rilevanza storica. Sotto l’’intonaco sono state rinvenute tracce di antiche pitture murali e un’’immagine di Sant’’Antonio Abate, oggi purtroppo perdute. Il campanile attuale risale all’’anno Mille, quando fu costruita una torre con funzione di avvistamento, dalla forma quadrata, poi convertita in campanile. Si accede alla chiesa attraverso una scala recintata da un’inferriata lavorata. La pianta è costituita da tre navate, a destra sono posti quattro altari e a sinistra tre, nella navata centrale è presente un altare pregiato in stile Barocco. La chiesa possiede numerose statue di santi e un piccolo organo del Settecento abbandonato all’incuria sopra alla cantoria in legno dietro l’altare.
È noto che nella chiesa erano presenti numerosi quadri antichi di cui non si hanno più notizie; sulla parete esterna, a sinistra della facciata, si vede un affresco raffigurante Cristo morto tra le braccia della Madre ai piedi della croce, s’’ignora la data della sua realizzazione. Seguendo la strada si arriva nella parte posteriore dell’’edificio, dove sorge un grande arco in pietra con una fontana. Da troppo tempo purtroppo la chiesa di Sant’’ Antonio è chiusa, per le scarse condizioni di agibilità, peggiorate nel tempo, anche a causa del fatto che negli ultimi anni non è stato eseguito alcun lavoro di manutenzione. L’’edificio soffre di gravi problemi di sicurezza e di una condizione di abbandono da superare il più rapidamente possibile. Quella del Comitato è anche una corsa contro il tempo – per evitare danni irreparabili – oltre che contro una sottovalutazione del valore artistico-religioso della chiesa. Si spera adesso nel Fai anche se Regione, Sovrintendenze ed enti ecclesiali sono sollecitati a non continuare ad assumere il comportamento alla “Ponzio Pilato” scaricando persino responsabilità sull’impalcatura (inutile) montata un anno fa. Il C.S Thalia in proposito affiancherà il Comitato nelle iniziative di ulteriori sollecitazioni individuando alcuni testimonial nel mondo della cultura, dello spettacolo, dell’arte e del turismo che hanno già espresso la disponibilità a condividere il progetto.
Ago 20