“Pur esprimendo soddisfazione per la disponibilità al dialogo mostrata dal ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, e nel condividere il documento unitario dei Rettori delle Università meridionali, non posso nascondere che rimane in me viva la preoccupazione che i problemi del Mezzogiorno continuino a non trovare adeguata percezione nelle linee programmatiche del governo: la mia opinione personale è che oggi manchi una mediazione politica attenta che, unica, può ricondurre a una piena osservanza dei principi costituzionali di sussidiarietà e uguaglianza, e al rilancio del fondamentale ruolo di presidio culturale e della legalità che le Università svolgono nelle aree più difficili del Paese”.
Così il Rettore dell’Università della Basilicata, Mauro Fiorentino, che nel pomeriggio ha partecipato a Roma all’incontro tra il ministro e i Rettori delle Università meridionali, durante il quale è stato presentato un documento unitario in cui è stata ribadita “la necessità – è scritto nel testo – che venga garantita coesione, unità ed equità dell’intero sistema”, e la proposta di un “patto nazionale per l’istruzione e la ricerca”.
In particolare, i Rettori nel documento hanno inoltre chiesto “nel brevissimo periodo: l’introduzione di clausole di salvaguardia finanziaria che consentano di preservare gli equilibri di bilancio degli Atenei nel 2014; il recupero delle disparità determinatesi in seguito all’emanazione del decreto ministeriale 713/2013, e il superamento della divergenza tra i criteri di attribuzione dei punti organico e delle risorse finanziarie”. Nel “breve periodo” invece, i Rettori “ritengono necessari i seguenti interventi :la revisione dell’intero sistema di finanziamento delle Università, con particolare riguardo all’introduzione del costo standard unitario di formazione per studente, da determinarsi con riferimento anche ai differenti contesti economici, territoriali e infrastrutturali in cui opera ogni singolo Ateneo; l’introduzione di efficaci sistemi di incentivazione che non si rifacciano ad una mera valutazione del passato e che, invece, attribuiscano le risorse sulla base di risultati che gli Atenei si impegnano a raggiungere, in modo verificabile”.