Venerdì 3 gennaio 2020 alle 18 nella sala consiliare l’incontro sul tema “Ricerche archeologiche dell’Unibas Disu a Ferrandina: vecchi rinvenimenti e nuove scoperte”. L’iniziativa rientra nella rassegna “RaccontiAmo l’ulivo – La valorizzazione dell’olio maiatica tra coltura e cultura di una eccellenza di Ferrandina organizzata dal Comune di Ferrandina. Sul tema relazioneranno Fabio Donnici, ricercatore dell’Unibas e Antonio Pecci, dottorando dell’Unibas illustreranno le attività di scavo dell’intervento finalizzato al recupero del frantoio del IV secolo Avanti Cristo in località Sant’Antonio Abate, d’intesa con l’Università di Basilicata e la Soprintendenza Archeologica. Lo scorso luglio, nel corso delle attività di scavo in località Sant’Antonio Abate, tra gli strati archeologici risalenti al IV secolo avanti Cristo è addirittura venuto alla luce un carporesto di Olea europaea, ovvero una oliva di ben 2400 anni fa. È la testimonianza di quanto a Ferrandina, terra della cultivar Maiatica, l’olivicoltura abbia rappresentato un tassello prezioso dell’agricoltura sin dalla passato. L’area di produzione rurale posta a poca distanza dal centro storico del paese, risalente all’età lucana della metà del IV secolo avanti Cristo, rappresenta certamente una scoperta di rilievo. Il sito fu rintracciato per la prima volta nel 2007 nel corso di operazioni di archeologia preventiva che permisero di individuare i resti di un frantoio oleario, probabilmente afferente ad un articolato impianto rurale. Negli ultimi anni l’area archeologica è stata oggetto dell’attività di scavo effettuata da un gruppo di lavoro, formato da studenti e dottorandi dell’Università di Basilicata. Nella sala consiliare del Comune, inoltre, è possibile ammirare la mostra fotografica di Rocco Scattino sugli ulivi ideata dal giornalista Donato Mastrangelo.
Gen 02