Sabato 3 giugno si è tenuto a Potenza il primo storico Pride della Basilicata organizzato da Arcigay Basilicata. Nato come manifestazione a favore dei diritti degli omosessuali a seguito dei moti di Stonewall del 1969, il Pride è oggi diventato una festa che celebra l’amore in tutte le sue forme, ma non solo. Le istanze del mondo LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transessuali) si intersecano infatti con quelle di tante altre minoranze discriminate. Anche Matera ha voluto partecipare allo storico evento, con una orgogliosa ed emozionata delegazione di cittadine e cittadini di ogni età che, sotto la guida dell’Associazione RiSvolta, hanno sfilato nel centro di Potenza. RiSvolta, partner consolidato di Arcigay Basilicata, ha partecipato con i propri soci e simpatizzanti alla scrittura di una pagina della storia della nostra regione. Mai prima d’ora, infatti, si era tenuta una simile manifestazione nel territorio lucano, ventidue anni dopo il primo Pride in Italia svoltosi a Roma il 2 luglio 1994. Il Pride di Potenza è stato un successo: un migliaio di partecipanti, con delegazioni provenienti da tutto il meridione ma anche da Milano e Bologna. Un corteo colorato, pacifico e festoso ha attraversato le vie del centro di Potenza a ritmo di musica, portando sorrisi ed emozioni ai molti potentini che sostavano incuriositi ai bordi delle strade o sui balconi. Da Piazza Mario Pagano al Parco Baden Powell, passando per via Pretoria, via Mazzini e viale Firenze, la marea arcobaleno ha invaso le strade del capoluogo lucano, portando il proprio messaggio di inclusione ed accoglienza verso tutte le forme di diversità.
“Ringraziamo la presidente Nadia Girardi e tutto il gruppo di Arcigay Basilicata – dichiara Vanessa Vizziello, presidente di RiSvolta – che con tanto coraggio e determinazione hanno aperto le piazze e le strade lucane ai diritti arcobaleno. E se è vero che oggi diversi traguardi sono stati raggiunti per le coppie LGBT, è vero anche che, culturalmente, siamo ancora lontani dal raggiungimento della libertà di vivere i propri sentimenti pubblicamente. Mancano ancora diritti fondamentali per la famiglia e per i figli e manca soprattutto il diritto alla felicità condivisa. E finché un solo omosessuale avrà paura di vivere il proprio amore pubblicamente e non potrà condividerlo con nessuno, bisognerà camminare nelle strade e nelle piazze per mostrare a tutti che la differenza è solo negli occhi di chi guarda