Nell’ambito del progetto Ecoscena 2024, diretto da Leonardo Pietrafesa e Monica Palese della compagnia Abito in Scena, organismo riconosciuto dal Ministero della Cultura, Roberto Latini sarà a Potenza nella Galleria Civica, dall’1 al 3 ottobre 2024 per il seminario per attori professionisti “Immagine o Immaginazione?”(un decalogo non di dieci) e per l’incontro pubblico, mentre il 4 ottobre alle ore 21,00 porterà in scena lo spettacolo “La delicatezza del poco e del niente” al teatro Stabile.
Per prenotare i biglietti e ricevere informazioni: fpt@abitoinscena.com – 342.9458761 (WhatsApp)
Ecoscena 2024 da mesi porta avanti le sue azioni con il sostegno del Ministero della Cultura, Regione Basilicata, Comune di Potenza e Città Italiana dei Giovani, Bcc Basilicata.
Roberto Latini è attore, autore, regista, si è formato a Roma presso Il Mulino di Fiora, Studio di Recitazione e di ricerca teatrale diretto da Perla Peragallo, diplomandosi nel 1992. Fondatore negli anni delle compagnie Teatro Es, Clessidra Treatro, è il fondatore di Fortebraccio Teatro, compagnia riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività culturali dal 1999 al 2018.
Si è laureato discutendo una tesi in Metodologia e Critica dello Spettacolo presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.
Tra gli altri, ha ricevuto il Premio Sipario nell’edizione 2011 per Noosfera Lucignolo, il Premio Ubu 2014 come Miglior Attore per il ruolo di Arlecchino ne Il servitore di due padroni, regia di Antonio Latella, il Premio della Critica nel 2015 per I giganti della montagna e il Premio Ubu 2017 come Miglior Attore per Cantico dei cantici. Da alcuni anni incontra attrici e attori attraverso laboratori intitolati “l’attore senza spettacolo” e “where is this sight?” . Ha diretto il Teatro San Martino di Bologna dal 2007 al 2012.
Tra i suoi titoli più recenti, Mangiafoco (2019, drammaturgia, regia e interpretazione), In exitu di Giovanni Testori (2019, diretto e interpretato), Sei. E dunque perché si fa meraviglia di noi? da Luigi Pirandello (drammaturgia e regia), ll teatro comico di Carlo Goldoni (produzione Piccolo Teatro di Milano) tutti e due del 2018, Quartett di Heiner Müller (regia), Cantico dei cantici (adattato, diretto e interpretato), entrambi del 2017; Amleto + Die Fortinbrasmaschine, da William Shakespeare e Heiner Müller (diretto e interpretato), 2016; Metamorfosi (di forme mutate in corpi nuovi) da Ovidio (diretto e interpretato), 2015; I giganti della montagna di Luigi Pirandello (diretto e interpretato), 2014; Il servitore di due padroni da Carlo Goldoni, di Ken Ponzio, regia di Antonio Latella e Noosfera Museum (scritto, diretto e interpretato), tutti e due del 2013; Scene di Woyzeck di Georg Büchner / Alban Berg, regia di Federico Tiezzi, Seppure voleste colpire (scritto, diretto e interpretato) e Ubu Roi di Alfred Jarry (diretto e interpretato), tutti del 2012; Noosfera Titanic (scritto, diretto e interpretato), 2011; Noosfera Lucignolo (scritto, diretto e interpretato) e L’uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello (diretto e interpretato), entrambi del 2010.
Il seminario condotto da Roberto Latini dall’1 al 3 ottobre presso la Galleria Civica è un’occasione di analisi e riflessione trasversale e fluida sul concetto di drammaturgia del contemporaneo.La scrittura scenica nelle grammatiche principali che sono tra “ascolto e relazione”.Terzo movimento di un’ideale programma formativo che è andato a comporsi attraverso due moduli differenti e complementari: “L’attore senza spettacolo” e “Where is this sight?” Dalla convocazione dei concetti fondamentali intorno all’agire la scena o al “reagire alla scena”, fino alla mappatura unica e personale dello sguardo che abbiamo da spettatori, da attori, per attraversare o essere attraversati dall’occasione che diventa Teatro.
Il 3 ottobre Latini incontrerà altresì il pubblico ancora nella Galleria Civica per un racconto della sua poetica teatrale.
“La delicatezza del poco e del niente” andrà in scena il 4 ottobre al Teatro Stabile alle ore 21. Roberto Latini legge Mariangela Gualtieri.
Da “Ossicine”, “Voci tempestate”, “Sermone ai cuccioli della mia specie”, “So dare ferite perfette”, “Fuoco centrale”, “Paesaggio con fratello rotto”, alcune delle più belle confidenze della meravigliosa poetessa cesenate, in una serata per voce sola. Un concerto poetico di parole lucciole e tenerezze e incanti e quella capacità che hanno i poeti di stare nei silenzi intorno alle parole.
Mariangela Gualtieri è nata a Cesena, in Romagna. Si è laureata in architettura allo IUAV di Venezia. Nel 1983 ha fondato, insieme al regista Cesare Ronconi, il Teatro Valdoca, di cui è drammaturga. Fin dall’inizio ha curato la consegna orale della poesia, dedicando piena attenzione all’apparato di amplificazione della voce e al sodalizio fra verso poetico e musica dal vivo. Da “Non, splendore Rock” col gruppo Aidoru, al “Requiem” scritto per le musiche della compositrice Silvia Colasanti, ai più recenti concerti: “Porpora”, col pianista Stefano Battaglia, “Acqua Rotta” col violoncellista Mario Brunello. Fra i testi pubblicati: “Antenata” (Crocetti, 1992 e 2021), “Fuoco Centrale” (Einaudi 2003), “Senza polvere senza peso” (Einaudi 2006), “Le giovani parole” (Einaudi, 2015), “Beast of Joy. Selected poems” (Chelsea Editions, New York, 2018), “Quando non morivo” (Einaudi, 2019), “Album dei Giuramenti/Tavole dei Giuramenti” (Quodlibet, 2019) di Teatro Valdoca, “Paesaggio con fratello rotto” (Einaudi, 2021), “L’incanto fonico. L’arte di dire la poesia” (Einaudi, 2022), “Bello mondo” (Einaudi, ET Poesia, 2024).