Rosanna Travascia: La scuola ai tempi del Coronavirus “falcia” la figura del compagno di banco. Di seguito la nota integrale.
La ripartenza è un segnale di ripresa, la scuola istruisce ed educa, resiste e migliora, è un valore straordinario e irripetibile per la collettività.
La pandemia, porta via anche il compagno di banco che, quest’anno, non ci sarà, per rispettare le direttive ministeriali anti Covid. Il compagno di banco, fonte di frustrazioni e complicità, l’alter ego, è colui che in un certo senso è complice in tutto: ti aspetta, ti consiglia, ti copre il foglio durante il compito in classe, ti dà metà della sua merenda, ti sprona, è presente nella vita scolastica e, a volte, diventa una figura importante anche nella vita privata. Questa figura (il secchione, il parassita, il chiacchierone, il suggeritore, l’ansioso, l’addormentato, il maniaco dell’ordine, il fashion blogger, il social-dipendente), è stata da sempre un perno fondamentale nell’album dei ricordi scolastici di ogni studente che, in un’età in cui si va affermando la personalità, serve a tracciare i confini tra sé e il mondo. Sarà una perdita considerevole perché gli scolari si troveranno a fare esperienza in un mondo pedagogico-didattico nuovo. Dunque, adesso, ognuno sarà il compagno dell’altro, tutti saremo idealmente compagni di banco, perché dobbiamo sostenerci a vicenda per superare questo momento difficile: le difficoltà renderanno più forti ogni singolo allievo che annovererà questo momento formativo indelebile nella sua carriera scolastica.