Anche gli studenti della Basilicata hanno bisogno di confrontarsi con professionisti sulla loro vita online. È quanto emerso dall’iniziativa dell’Associazione Di. Te., nella ricorrenza del Safer Internet Day.
Il 7 febbraio è stata celebrata la Giornata mondiale per la sicurezza in Rete, istituita e promossa dalla Commissione Europea. L’Associazione Di. Te. ha condiviso con gli Istituti di scuola Primaria e Secondaria di tutta Italia delle attività gratuite da svolgere in classe. Tra loro hanno partecipato gli Istituti IIS “Pitagora” di Policoro,I.C. “Silvio Spaventa Filippi” di Avigliano, I.C. Berardi-Nitti di Melfi e gli Istituti Ipsasr “G. Fortunato”, IIS “Da Vinci-Nitti” e IPSSEOA “U. Di Pasca” di Potenza.
Questa occasione ha dato voce alla richiesta di tanti giovani e giovanissimi di affrontare il tema della sicurezza online, per muoversi consapevolmente in Rete.
A conclusione delle attività scolastiche svolte in classe, è stato chiesto agli studenti di compilare un questionario di gradimento sull’esperienza.
Secondo i dati raccolti, il 93,5% degli studenti si dice molto soddisfatto dei contenuti trattati durante i laboratori in classe.
Per quanto riguarda l’acquisizione di nuove conoscenze, la maggior parte di loro (71,1%) dichiara di aver appreso informazioni utili sull’uso responsabile della rete.
Ma soprattutto quel che è emerso dal questionario è il desiderio dirompente delle nuove generazioni di confrontarsi sul mondo online. Infatti, più della metà degli studenti (54,8%) ritiene di avere bisogno di spazi e tempi per poter discutere con dei professionisti di dipendenze tecnologiche a scuola.
Fa riflettere quanto espresso dalla quasi totalità degli studenti: l’88,2% sente la necessità di avere più occasioni di confrontocon i propri compagni sull’uso delle tecnologie e della rete in generale.
La volontà dei ragazzi di approfondire tematiche che per loro sono concrete esperienze quotidiane è risultata con chiarezza da questo incontro. In particolare, Bullismo e Cyberbullismo sono i temi su cui un grandissimo numero di studenti vorrebbe portare l’attenzione. Accanto a queste impellenti problematiche, si affaccia anche l’esigenza di parlare del proprio rapporto col mondo dei social, sempre più concreto per giovani e giovanissimi.
«Il cyberbullismo colpisce 4 ragazzi disabili su 10», spiega il presidente dell’associazione, Giuseppe Lavenia, psicologo e psicoterapeuta. «Credo moltissimo nella scuola per poter fare prevenzione, ma bisogna stare al passo con i tempi e usare e parlare degli argomenti che interessano ai giovani con un linguaggio che loro comprendono meglio».
Gli studenti hanno dato un feedback significativamente positivo dell’esperienza. La consapevolezza rispetto alle proprie responsabilità nei riguardi dei compagni, la gestione dei social nel rispetto di sé stessi e degli altri, mettendo alla base la comunicazione e il confronto tra studenti e professori: sono questi gli strumenti che i giovani sentono di aver assunto grazie all’attività svolta in classe. «È stata un’esperienza che tutti dovrebbero fare», riportano alcuni ragazzi. «Penso che riflettere su queste cose e parlarne con professionisti debba essere una costante».
L’Associazione DI. Te. è da sempre impegnata nell’organizzazione di incontri formativi ed esperienze laboratoriali nelle scuole, insieme a docenti, studenti e genitori.
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