Riportiamo di seguito la lettera dell’arcivescovo Monsignor Pino Caiazzo agli anziani della Diocesi di Matera-Irsina in vista delle festività natalizie.
Carissimi fratelli e sorelle anziani che vivete da soli nelle vostre case o con i vostri familiari, oppure nelle RSA, mi rivolgo a voi augurandovi Santo Natale!
Quest’anno, a differenza degli altri anni, non potrò venire a celebrare la S. Messa o vivere alcuni momenti di festa nelle diverse sedi quali il Brancaccio, il Centro Anziani Uniti, il Centro Anziani dell’Immacolata, le diverse sedi di anziani un po’ presenti in tutti i paesi della nostra Arcidiocesi.
Questo non mi impedisce di essere lo stesso presente.
Anzi, quest’anno posso ampliare i confini ed entrare nelle case dove siete presenti e vi apprestate, da soli o con un numero limitato di familiari, a vivere le prossime festività.
Anche Gesù è nato lontano e fuori da un contesto di festa come di solito avviene per la nascita di un bambino. Lontano da casa, lontano da luci artificiali, da nenie, senza panettone e spumante e senza i tanti dolci natalizi tradizionali.
Eppure Gesù trova la ricchezza del sorriso di sua Madre, Maria e la gioia di suo padre, Giuseppe. Attorno a loro c’è solo il calore delle bestie che condividono gli stessi spazi. Solo dopo arriveranno i pastori, anch’essi emarginati e lontani dalla gente, perché considerati impuri, dannati. Per primi godranno della gioia di contemplare la luce di Dio.
Maria sola e senza il conforto e l’assistenza di nessuno, vive il travaglio del parto con accanto Giuseppe, impaurito, inesperto ma fiducioso nell’aiuto di Dio. E’ lo stesso travaglio che tutta l’umanità sta vivendo ormai da circa un anno e che ci insegna che dobbiamo prenderci cura gli uni degli altri sempre e non solo durante le emergenze. Travaglio che deve necessariamente generare vita nuova.
La maggior parte di voi siete genitori, nonni. Eppure mai come in questo momento state avvertendo il bisogno di godere della presenza dei vostri affetti che in tanti casi vi mancano. Voi siete quelli che soffrite più di tutti gli altri: vi mancano lo sguardo dei figli, dei nipoti, una stretta di mano, una carezza, un bacio, un abbraccio. Tutti ne sentiamo il bisogno. E’ inutile negarlo: ci mancano i gesti della tenerezza, dell’amore vissuto di piccoli ma fondamentali contatti.
In questo lungo tempo siete particolarmente presenti nella mia preghiera e vi penso ai piedi della mangiatoia di Betlemme che oggi per voi assume nomi diversi: RSA, ospedali, cliniche, case. In questi luoghi nei quali soffrite per tante ristrettezze, il Dio Bambino vi sorrida, vi ridoni luce aprendovi alla speranza.
Nella tradizione cattolica, attingendo ai Vangeli apocrifi, conosciamo due nonni particolari, quelli di Gesù: Gioacchino e Anna, genitori di Maria. Vi affido alla loro intercessione e alla preghiera di Maria e Giuseppe, mentre invoco su di voi e le vostre famiglie la benedizione di Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo.
Vi abbraccio uno per uno nell’attesa di poterlo fare di persona e auguro S. Natale a tutti.
✠ Don Pino