Con un flash mob organizzato nella facoltà di scienze della formazione primaria in via Annibale Maria di Francia, che ha previsto anche un improvviso lancio in aria dei testi scolastici e l’affissione di alcuni manifesti che riassumono i termini della protesta, è partita anche a Matera la campagna di sensibilizzazione promossa da un gruppo di neo-laureate, identificata anche da un provocatorio hastag “scemo chi si laurea”. La motivazione è spiegata in un comunicato diffuso dalle neo laureate in Scienza della Formazione Primaria per sottolineare le disparità che le nuove leggi hanno creato fra vecchi e nuovi aspiranti all’insegnamento.
Nel 2002, dopo anni di dibattiti sulla formazione dei docenti, i politici hanno deciso che, per insegnare nella Scuola dell’Infanzia e nella Scuola Primaria (il vecchio asilo e la scuola elementare), non fosse più sufficiente il diploma magistrale e fu, dunque, istituito un corso di laurea preposto esclusivamente alla formazione dei nuovi insegnanti, che coniugasse l’attività pratica alle ultime conoscenze teoriche in ambito didattico e pedagogico.
Dopo più di dieci anni e migliaia di ricorsi giudiziari ai diplomati magistrali che hanno completato gli studi entro l’anno 2001-2002 è stato riconosciuto il diploma come abilitante all’insegnamento, portando, di fatto, ad una totale equiparazione tra laurea e diploma.
Il desiderio dei laureati è che il titolo acquisito non venga equiparato ad un semplice diploma, sottolineando che, chi ha superato un concorso negli anni ottanta o negli anni novanta, non potrà mai essere pronto ad affrontare una scuola futura, a meno che non si sia aggiornato, abbia studiato o lavorato; basta pensare alle normative scolastiche, alle metodologie didattiche (pensiamo solo alle competenze informatiche, linguistiche ed interculturali, che erano ignorate a fine secolo scorso ed, oggi, imprescindibili per un docente, così come la conoscenza della didattica differenziata o di quella per competenza) per giungere alla conclusione che, chi ha “bivaccato” nelle GAE per venti anni senza supplenze o corsi di formazione, non potrà mai essere preparato ad entrare nella scuola oggi, completamente differente da quella legata al concorso superato.
Ma le richieste dei diplomati non si sono fermate e, sempre tramite ricorso, hanno voluto accedere alle GAE, le graduatorie che concedono il ruolo immediato, senza sottoporsi a concorso, beffando sia chi ha conseguito la laurea in Scienze della Formazione Primaria, sia chi, con un diploma magistrale si era precedentemente sottoposto a concorso per ottenere il ruolo.
I laureati in Scienze della Formazione primaria sono docenti formati e selezionati da un percorso ben più serio di un concorso, valutando, peraltro, anche le abilità pratiche, attraverso il tirocinio.
Le GAE sono graduatorie chiuse dal 2007, si sarebbero dovute esaurire ed, attualmente, (come nella maggior parte dei casi) per poter accedere al pubblico impiego è necessaria la procedura concorsuale. La legge deve essere uguale per tutti.
L’ingresso nelle GAE dei diplomati magistrale non si è fermato ai soli docenti che hanno già prestato servizio nella scuola, ma riguarda anche una miriade di persone che si sono abilitate col diploma anche venti o trenta anni fa (basta osservare le date di nascita nelle GAE) e che non hanno prestato un giorno di servizio.
In tutto ciò ci sono casi e casi: moltissimi diplomati all’Istituto magistrale, in questi anni, hanno accettato supplenze in tutta Italia, portando così avanti il sistema scolastico nazionale. Loro hanno sicuramente acquisito negli anni quelle competenze necessarie per affrontare il mestiere dell’insegnante e vanno dunque distinti da chi, fino a ieri, faceva tutt’altro ed ha riscoperto, solo quando l’abilitazione gli è stata letteralmente servita su di un piatto d’argento, l’antica vocazione per l’insegnamento.
Ciò cosa comporterà in quest’anno scolastico e nei prossimi che verranno?
Oggi, i laureati in Scienze della Formazione Primaria, che sono nella seconda fascia delle Graduatorie d’Istituto, resteranno a casa, mentre i diplomati con cinque anni di scuola magistrale, frequentati trenta anni fa, passeranno avanti, insegnando nelle nostre scuole ed ai nostri figli.
Questo perché, prima di arrivare a chiamare il primo laureato in graduatoria di seconda fascia occorre scorrere tutte le Graduatorie ad esaurimento (GAE): ciò è inammissibile.
I neo-laureati non chiedono agevolazioni. L’auspicio è semplicemente quello di poter combattere ad armi pari, attraverso un concorso pubblico o un qualsiasi altro canale di reclutamento che valuti il merito.
I neo-laureati confidano adesso nel Consiglio di Stato, in Adunanza Plenaria e auspicano che il prossimo 15 novembre si accertino le competenze e la formazione del personale docente, prima che quest’ultimo venga assunto, così come, peraltro, prevede la normativa.
Michele Capolupo
La fotogallery della protesta avviata anche a Matera dalle neo-laureate in Scienze della Formazione Primaria