Era l’ultimo dei circa 1700 confinati politici della Colonia Agricola di Bosco Salice-Pisticci. Con la sua scomparsa, avvenuta il 21 luglio scorso, quando aveva da poco compiuto i cento anni, si chiude un importante capitolo di storia, quello delle persecuzioni volute dal regime fascista contro i suoi rivali irriducibili. Teodoro Bigi era uno di questi, sempre coerente con le sue idee e principi di democrazia e di libertà che ha sempre cercato di diffondere mettendo più volte a rischio la sua vita. Aveva da poco superato il secolo quando e venuto a mancare il 22 luglio scorso, lasciando un profondo vuoto tra i familiari e in quanto lo hanno conosciuto ed apprezzato le sue doti di uomo onesto e laborioso, sempre disponibile e aperto con tutti. Bigi era nato a Villa Prato Fontana nel 1912 e da giovanissimo, dopo aver avviato l’attività clandestina antifascista, si iscrisse nel Partito Comunista. Nel 1935 fu arrestato per aver tenuto discorsi contrari alla preparazione alla guerra di Abissinia e fu condannato a cinque anni di confino da scontarsi presso il bagno penale dell’isola pontina di Ventotene, -dove già erano ospitati i principali esponenti dell’antifascismo italiano- poi ridotti a tre. Subito dopo subì un nuovo provvedimento restrittivo, con altri tre anni di confino a Pisticci, prima struttura carceraria di terra ferma, dopo la chiusura di quelle isolane, quale avversario irriducibile del regime, con Terracini, Bitossi, Diodati, Gaddi e Neri. Nel 1940 nuova condanna a sei mesi di carcere a Matera per non aver osservato gli obblighi confinari. Dopo la liberazione, nel 1940, venne richiamato alle armi e sottoposto a vigilanza fino alla caduta del regime fascista. Partigiano, sindacalista della Cgil, deputato nel 1953, dirigente della Federazione di Parma, è stato anche nella presidenza onoraria dell’Anppia.
Giuseppe Coniglio