“Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni è un qualcosa di assurdo che può trovare solo due spiegazioni, ambedue di notevole gravità: o siamo in presenza di un’irresponsabilità unica oppure ci troviamo di fronte a chi cerca di creare confusione per nascondere il più grave dei fallimenti. I ragazzi lucani delle scuole superiori si sentono “Dimenticati a distanza”, per tanto non possiamo che essere solidali e sostenere la loro iniziativa odierna in cui si sono ritrovati davanti alla sede della Regione Basilicata per chiedere il rientro in classe in completa sicurezza. Tanti i nodi irrisolti secondo gli studenti, i genitori, gli insegnanti e tutto il personale scolastico a cominciare dal trasporto pubblico”.
E’ quanto dichiarano i Presidenti dei Consigli d’Istituto lucani, raggruppati nel neonato Coordinamento Presidenti del CDI Basilicata affiliato al Coordinamento Nazionale Presidenti CDI, per i quali, “che vi fosse la necessità di far meno chiacchiere e più fatti è stato da noi presidenti denunciato da mesi, ma le Istituzioni hanno preferito andare avanti per la loro strada, magari scegliendosi gli interlocutori, senza mai confrontarsi concretamente con la realtà scuola e con le prerogative proprie di un’istituzione tanto complessa. Come i ragazzi, tutto il sistema scolastico in Basilicata chiede e necessita di un rientro a scuola in maniera sicura, affinché sia tutelata la salute, e allo stesso tempo venga assicurato un diritto inalienabile come l’istruzione. Da qui le difficoltà dei docenti e del personale scolastico ad effettuare le analisi pre-scuola, le assurde pretese di una misurazione della temperatura affidate alle famiglie con termini e condizioni sempre diverse quanto bastava comprare per tutti gli Istituti del territorio lucano, termo scanner per gli ingressi a scuola: uno screening completo dal mondo scolastico espressamente richiesto, e non ancora attivato in alcuni comuni della nostra regione, tra cui proprio Potenza. Basta scorrere inoltre ciò che è previsto nelle linee guida del ministero nel caso di un alunno o di un docente positivo al coronavirus per comprendere come siamo lontani anni luce dalla realtà e dalle variabili legate alla scuola e alle famiglie. A questo punto, considerato come si sia voluto portare avanti anche in Basilicata un discorso senza l’ausilio di tutte le parti in causa, soprattutto senza la voce di chi opera veramente nelle scuole, risulta lecito sollevare il dubbio che la riapertura sarà solo una messa in scena con un finale già definito: una nuova chiusura. Al momento, lo ricordiamo, il rientro in classe per le scuole superiori è previsto per il prossimo 1 febbraio. Per i trasporti ad oggi ancora nulla si è fatto. A parte i banchi go-kart e i tanti propositi fantascientifici si è consolidata l’abitudine di delegare le responsabilità ad altri senza definire anche in Basilicata iter certi e precisi. Leggere le linee guida significa rendersi conto che la teoria è una cosa e la pratica ne è un’altra. Allora di cosa si vuole parlare! Si stà facendo un grave danno al sistema scuola e in questo caso sarà per incapacità e intollerabile arroganza o per trasversalità di diversa natura che ledono la crescita umana e sociale dei giovani!”