Il Comune di Matera ha deciso di aderire a due progetti candidati al bando “Avviso per la presentazione di idee progettuali per Smart Cities and Communities and Social Innovation” pubblicato dal ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (MIUR) con l’obiettivo di promuovere, soprattutto nel Mezzogiorno, l’utilizzo evoluto delle tecnologie da parte di cittadini, imprese ed amministrazioni. Lo rendono noto il sindaco, Salvatore Adduce, e l’assessore alle Politiche per la sostenibilità ambientale, Rocco Rivelli. Il perimetro applicativo è quello delle Smart Cities & Communities, ovvero dello sviluppo di modelli innovativi finalizzati a dare soluzione a problemi di scala urbana, metropolitano e più in generale territoriale tramite un insieme di tecnologie, applicazioni, modelli di integrazione e inclusione.
Il primo progetto vede coinvolto un partenariato misto pubblico-privato composto da centri di ricerca operanti sul territorio nazionale, università e PMI, e dai Comuni di Matera e Ferrara, che ha ideato la proposta progettuale “Smart Underground Cities” finalizzata allo sviluppo di prodotti e servizi innovativi di “Diagnostica per immagini del sottosuolo e delle strutture”.
“L’ambito prioritario dell’iniziativa – spiega Rivelli – è quello della “Sicurezza del Territorio” con particolare attenzione alla mitigazione delle conseguenze di eventi naturali estremi”. L’attività di ricerca e sperimentazione riguarda: gestione risorse idriche, controllo e monitoraggio delle reti; tecniche per il monitoraggio dell’inquinamento di suoli e falde; Cultural Heritage, conservazione e tutela dei beni architettonici e monumentali in aree ad elevato rischio naturale, archeologia preventiva; Cloud Computing Technologies Smart Government, sistemi innovativi per il controllo e la gestione di reti di sensori e micro-sensori distribuiti, sistemi di virtualizzazione 3D ed applicazioni web 2.0.
“Il progetto – aggiunge Rivelli – individua due siti principali di sperimentazione. Il primo nella Città di Ferrara per la mitigazione del rischio sismico, il monitoraggio di possibili inquinamenti industriali e la corretta gestione della risorsa rinnovabile. Il secondo nella Città di Matera, con il suo centro storico dei Sassi patrimonio mondiale dell’Unesco, esposto ad una serie di fenomeni di dissesto idrogeologico, e già selezionata quale area test per il progetto Smart Basilicata nel settore “Smart Culture and Tourism”.
I partner di questo progetto sono: Ogs, Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale; Cnr, Consiglio Nazionale delle Ricerche (Imaa ed Irea); Unife, Università di Ferrara; Gruppo Hera; TeRn, Consorzio Tecnologie per le Osservazioni della Terra ed i Rischi Naturali; Ids; Rotas; Teconinn; Ifm Ferrara.
La seconda proposta progettuale è denominata “Smart maintenance, conservation and restauration of cultural heritage”. Tre sono i principali obiettivi: ottenere nuovi prodotti e sistemi innovativi per il restauro non solo focalizzato all’architettura, o materiali lapidei, bensì alle opere d’arte in generale, siano esse architettoniche, pittoriche, scultoree, librarie, e potranno essere utilizzati per il consolidamento di altri supporti e materiali; la implementazione e adozione di tecniche recupero del biodegradamento mediante microrganismi antagonisti, e metodi di micro-ricostruzione di calcareniti attraverso microrganismi; implementazione e adozione di protocolli per la manutenzione di edifici storici tramite software tecnologici che consentano di avviare azioni di restauro/manutenzione a basso impatto per l’ambiente con bassi costi di realizzazione.
Elenco Partecipanti: Icap Leather Chem spa; Biofarm Italia spa: Sky Technology srl; EEDW (ICT); Consorzio Exo, consorzio aziendale non-profit per la ricerca industriale; Università di Roma La Sapienza; Università della Basilicata; Università de L’Aquila; Università di Venezia Cà Foscari; Comune di Matera.
“Con questi due progetti – afferma il sindaco – intendiamo rendere concreta la possibilità di guardare ai Sassi non solo come patrimonio storico e culturale, ma anche come straordinario laboratorio di sperimentazione per la salvaguardia e la tutela del centro storico attraverso l’uso di tecnologie sostenibili dal punto di vista ambientale ed economico. Gli antichi rioni di tufo diventerebbero, così, non solo uno specchio del nostro antichissimo passato, ma anche un luogo per scoprire il futuro che ci attende nell’interesse generale della comunità”.