Botromagno, luogo carico di secoli di storia ed ora anche di futuro.
La campagna di scavo e pulizia promossa dal Comune di Gravina in Puglia attraverso l’assessorato alle espressività artistiche e culturali, in collaborazione con Archeoclub e fondazione “Ettore Pomarici Santomasi”, ha colto nel segno: la collina gravinese abitata sin dall’Età del Ferro è uscita dal cono d’ombra dell’indifferenza. I 30 giovani archeologi giunti da ogni angolo del Meridione e gli addetti al Servizio Civico del Municipio sono riusciti nel miracolo: sotto l’occhio attento della Soprintendenza archeologica di Puglia, impegnata sul campo con l’ispettrice Maria Rosaria De Palo e le archeologhe Luciana Matera e Tiziana Rinaldi, in sette giorni hanno strappato al degrado parte dell’immenso sito, esteso per circa 400 ettari, riportando alla luce le tombe a camera di località Angellotti, con le loro ceramiche attiche a figura rossa del V secolo a. C., e le grandi sepolture con corridoi a cielo aperto di località Lucatuorto, ridisegnando altresì i percorsi pedonali ed i muretti a secco perimetrali. Risultato: un carico di emozioni. Quelle respirate ieri sera, nel corso di un sopralluogo, dall’assessore regionale alle politiche del territorio Angela Barbanente e dal Soprintendente Luigi La Rocca, accompagnati dal sindaco Alesio Valente e dall’assessora Laura Marchetti. «Mancavo da anni, ma sono rimasta piacevolmente sorpresa da quanto fatto in così poco tempo per restituire dignità al comprensorio», ha commentato l’assessore Barbanente, aggiungendo: «Per la Regione sapere di poter contare su un’amministrazione comunale attenta al territorio è una garanzia. Per questo faremo con convinzione la nostra parte per garantire la rinascita di Botromagno». Dalle parole ai fatti: «Destineremo una quota consistente del Fondo di sviluppo e coesione alla valorizzazione del sito. I soldi ci sono. A settembre valuteremo le azioni progettuali opportune». Prospettiva confermata dal Soprintendente La Rocca, secondo il quale «dalla collaborazione tra Comune e Soprintendenza sono scaturite sinergie proficue. Settembre sarà un mese decisivo: Botromagno è in cima alle nostre priorità, insieme alla rete dei musei ed alla sistemazione della zona archeologica del Padre Eterno». E che qualcosa finalmente si muova lo ha ribadito anche il primo cittadino: «Il nostro lavoro di sensibilizzazione – ha spiegato Valente – ha dato buoni frutti: sono stati finalmente riaccesi i riflettori su uno dei parchi archeologici più importanti d’Europa. Sono adesso maturi i tempi della concretezza. Perseguiremo l’obiettivo del rilancio, insieme a Regione e Soprintendenza. Ma da subito, con fondi comunali, sia pur nei limiti delle risorse finanziarie disponibili, appronteremo un piano di gestione per far sì che Botromagno continui ad essere accessibile e rendere così i cittadini protagonisti di una storia che hanno nel sangue». Non è tutto. «Con l’iniziativa sperimentata – ha sottolineato dal canto suo l’assessora Marchetti – è stata testata la validità di un modello politico nuovo: i beni culturali devono trovare tutela in primis da parte dei cittadini, come è stato qui in questi giorni in cui decine di giovani si sono presi cura di un patrimonio di valore inestimabile, restituendolo alla comunità e vivendo un’esperienza scientificamente unica». Un seme dal quale nasceranno, anticipa ancora Laura Marchetti, «una mostra ed un convegno, indispensabili se sol si considera che le pubblicazioni riguardanti la terra dei Peuceti sono ferme a vent’anni addietro. Due decenni di silenzio che pesano sul passato recente di Gravina. L’esempio dato da chi, dal basso, s’è ripreso il territorio, lascia ben sperare: una pagina nuova può essere scritta per l’avvenire».
Oggi, intanto, Botromagno s’aprirà al mondo intero: dalle 16 alle 19 visite guidate. Un servizio navetta gratuito (con partenza da piazza Scacchi ogni venti minuti) collegherà la collina dei Peuceti al centro della città. Il futuro è già iniziato.