In riferimento ai fatti delittuosi avvenuti a Scanzano Jonico il 23 maggio scorso, l’arcivescovo di Matera-Irsina mons. Antonio Giuseppe Caiazzo – trovandosi a Roma per l’Assemblea Generale dei Vescovi italiani – ha sentito la necessità di scrivere una lettera al parroco di
Scanzano Jonico don Antonio Polidoro affinchè si facesse portavoce presso la comunità parrocchiale dei suoi sentimenti di solidarietà per questa ulteriore ferità inferta alla popolazione tutta. Il vescovo manifesta la sua convinzione che la comunità unita, attraverso la logica della legalità, può vincere la battaglia contro il dilagare della delinquenza. “Alla
violenza non si risponde con altra violenza o con la vendetta, ma nemmeno con atteggiamenti di omertà, di chiusura e di paura”, sostiene ancora mons. Caiazzo. Al fine di rendere partecipe tutta la comunità del pensiero di mons. Caiazzo su questo ennesimo episodio spiacevole avvenuto a Scanzano Jonico, riportiamo di seguito il testo integrale inviata dall’Arcidiocesi di Matera-Irsina
Carissimo Don Antonio,
impossibilitato ad essere fisicamente presente (come sai sono a Roma all’Assemblea Generale dei Vescovi Italiani), lo sono moralmente.
Voglio esprimere la mia sentita solidarietà all’intera comunità parrocchiale e alla cittadinanza di Scanzano Jonico, ancora una volta ferita e umiliata da uomini che hanno scelto la violenza e l’intimidazione per dominare e comandare su un territorio abitato da gente buona, laboriosa che ben conosce il sacrificio.
Essere uniti nella lotta contro il male, attraverso la logica della legalità, è l’antidoto indispensabile per dire “NO” a chi vorrebbe colpire e impedire la crescita di questo territorio, già tante altre volte provato e umiliato.
Alla violenza non si risponde con altra violenza o con la vendetta, ma nemmeno con atteggiamenti di omertà, di chiusura e di paura.
Ho sempre visto, nelle mie visite a Scanzano, una comunità desiderosa di continuare a tessere relazioni umane, ponti e non muri: questa è la strada del bene comune che fa crescere una comunità civile e cristiana.
Il male che si vuole seminare per le strade della nostra città non ci porta da nessuna parte: chi lo compie è un uomo che non ha un volto, e se non ha un volto non è un uomo, si esclude da solo dalla società civile e dalla famiglia dei figli di Dio, la Chiesa.
Ti prego di rendere partecipe della mia vicinanza l’intera comunità di Scanzano Jonico e le istituzioni civili e militari: insieme lavoriamo e operiamo affinchè il bene allontani il male che vuole, in modo subdolo, viscido e diabolico, penetrare in ogni settore della vita civile.
Ti abbraccio e benedico.
+Don Pino, Arcivescovo