Un primo bilancio degli spettacoli estivi di musica dal vivo in Basilicata parla tra le 40 e le 50mila presenze, con un indotto calcolabile tra gli 800mila-un milione di euro, un numero di spettacoli (da giugno a Ferragosto) quantificabile in 120-160, almeno un centinaio di giovani artisti lucani impegnati (secondo i certificati di agibilità Siae-ex Enpals) oltre a qualche decina di tecnici di palco, luci-suoni, sempre lucani. Sono numeri importanti – sottolinea il Centro Studi Turistici Thalia – utili a monitorare un settore che spesso viene considerato di “puro divertimento” e che invece ha influenza diretta o indotta sull’economia locale e sull’occupazione specie giovanile, perché cantare e suonare su un palco non è solo espressione di creatività ma anche un’attività professionale. Non è casuale il progetto di Mogol per le borse di studio musicali. Intanto, l’assenza di un Osservatorio Regionale sullo Spettacolo (nonostante sia stato istituito nel 2010) , come di una nuova normativa regionale sugli spettacoli dal vivo (approvata dalla giunta ma rinviata alla prossima legislatura) non aiuta ad avere dati aggiornati e comunque attendibili. Persino la Siae ha non poche difficoltà nel censire tutti gli eventi musicali che si svolgono durante la stagione estiva. I dati ufficiali della SIAE in Basilicata risalgono allo scorso anno: per l’attività di “ballo e concertini” il fatturato dichiarato è di 3,4 milioni di euro con un’evidente differenzazione provinciale perché nel Materano tocca 2,7 milioni di euro (contro 455 mila euro nel 2011) e nel Potentino poco più di 700 mila euro (contro i precedenti 831 mila).
Per comprendere meglio le nuove dinamiche e tastare il “polso” il Centro Studi Turistici Thalia si affida a chi come Mario Bellitti, ideatore del Festival di Potenza, da oltre 30 anni organizza feste di piazza. Ci sono due livelli secondo me da considerare in questa crisi: il primo – sostiene Bellitti – di contributi pubblici non se ne vede nemmeno l’ombra e così non resta altro che affidarsi a quella forza che per anni in seno a Comitati Festa, associazioni, organizzazioni è stata da sempre il motore di tante manifestazioni: il volontariato. Il secondo, da quando i due enti (Siae ed ex Enpals oggi Inps) hanno stretto un accordo per il controllo sul versamento dei contributi previdenziali per spettacoli dal vivo si è creata una situazione insostenibile per tutti quegli artisti, dilettanti e semiprofessionisti, che hanno dovuto di colpo confrontarsi con burocrazia, procedure complesse, nuovi oneri. La nuova situazione ha provocato una oggettiva e rilevante riduzione degli spazi di espressione e delle opportunità lavorative nel mondo dello spettacolo: si riducono i concerti dal vivo, gli spettacoli, le opportunità per i giovani artisti. Infatti l’accordo Siae-ex Enpals ha danneggiato soprattutto il mondo della musica e del teatro di base, compreso tutto il mercato indotto (locali pubblici e club, strumenti musicali, services amplificazione e luci, sale prova, ecc.). Per non parlare dell’atteggiamento troppo spesso eccessivamente burocratico di funzionari locali della Siae. La situazione già difficile in cui versa lo spettacolo dal vivo in Italia, per mancanza di spazi, di incentivi ai giovani, di opportunità professionali, rischia di aggravarsi ulteriormente se non si trovano delle soluzioni urgenti. E in proposito – dice Bellitti – mi sia consentito, senza alcuna polemica, un parere sul Progetto Mogol: ben vengano da noi tutte le iniziative di formazione artistico-musicale. Noi del Festival di Potenza ci stiamo lavorando dal 2001, dalla prima edizione del Festival, con una proposta precisa: più che erogare borse di studio come provvedimento estemporaneo e secondo il vecchio metodo “a pioggia”, la Regione finanzi un Laboratorio permanente con professionalità lucane oltre che italiane ed internazionali per formare anche figure tecniche di palco e service che siamo costretti a reperire fuori. E’ il sogno che il nostro amico Wess, il primo sostenitore del nostro Festival-vetrina di talenti – racconta Bellitti – ci ha affidato, un sogno che continuiamo a coltivare anche se, mi rendo conto, è più facile aprire le porte della Regione a Mogol. Ovviamente anche a noi farebbe enorme piacere avere una seconda Arisa, ma ancora di più un centinaio di bravi cantanti-musicisti che lavorino tutto l’anno e non solo d’estate.
Ago 14