Attraverso la raccolta dei tappi delle bottiglie di plastica, è possibile far del bene ad un’intera comunità. Promotrice della lodevole iniziativapresso tutte le classi dell’I.C. Minozzi Festa di Matera e le famiglie del quartiere e del territorio, è la classe III B del tempo prolungato, che ha sollecitato tutti al rispetto dell’ambiente e all’integrazione, attraverso la produzione e la realizzazione di alcuni bellissimi spot video, tesi a sensibilizzare la comunità. In questo modo i ragazzi della classe hanno agito in modo proattivo la cittadinanza mostrando senso civico, competenza digitale e grande creatività. Referente del progetto la docente Arianna Di Trani coadiuvata dalla prof.ssa Silvia Palumbo. Il progetto” Tanti tappi per tanti sorrisi”” si svolge in collaborazione con l’Associazione Ogni Giorno ETS di Ginosa.
In ogni plesso della scuola è stato allestito dai ragazzi un punto di raccolta dei tappi denominato “angolo verde”. I tappi delle bottiglie sono costituiti di un materiale particolarmente resistente e si prestano ad essere recuperati abbastanza facilmente. Hanno una vita doppia, tripla e potrebbero essere riutilizzati praticamente all’infinito. Sono infatti di polietilene ad alta densità, un materiale carissimo dal punto di vista ambientale ma riciclabile quasi al 100%. Per produrre un chilogrammo di tappi sono necessari 1,75 kg di petrolio, fra materia prima ed energia impiegata, e molta, troppa acqua; riciclarli è sicuramente più sostenibile.
La raccolta dei tappi permetterà l’acquisizione gratuita di kit per praticare il baskin, uno sport di squadra, giocato da disabili e normodotati insieme. Il termine “baskin” è l’unione di “basket” e “inclusivo”. Si tratta di una nuova attività sportiva che si ispira al basket ma ha caratteristiche particolari ed innovative. Un regolamento, composto da dieci regole, ne governa il gioco conferendogli caratteristiche incredibilmente ricche di dinamicità e imprevedibilità. Questo nuovo sport è stato pensato per permettere a giovani normodotati e giovani disabili di giocare nella stessa squadra composta sia da ragazzi che da ragazze.
Il progetto vede la collaborazione di genitori, professori e associazioni, in un «lavoro di rete», al fine di garantire non solo la crescita degli alunni ma anche quella della comunità.