I genitori delle classi del Liceo Sportivo Dante Alighieri hanno avviato una manifestazione di protesta davanti all’Istituto scolastico per contestare la scelta del dirigente scolastico Marialuisa Sabino di trasferire 4 classi dell’Istituto nel plesso di via Cappelluti a Matera.
A seguito della protesta gli studenti sono stati accolti all’interno dei laboratori dell’Istituto Liceo Scientifico in attesa della decisione definitiva che sarà presa nei prossimi giorni dal dirigente scolastico Marialuisa Sabino.
Di seguito la lettera aperta inviata al dirigente scolastico del Liceo Scientifico Dante Alighieri Marialuisa Sabino, al presidente del Consiglio di Istituto del Liceo Scientifico Statale “Dante Alighieri”, Gaetano Caricato, al Signor Dirigente Coordinatore Ufficio Scolastico Regionale – Basilicata, Claudia Datena, al Signor Dirigente Ufficio Scolastico Regione Basilicata Ambito territoriale provincia di Matera, Rosaria Cancelliere, al Signor Capo dipartimento sistema educativo istruzione e formazione
Ministero dell’Istruzione e del Merito Carmela Palumbo. Di seguito la nota integrale.
Questa mattina, ovverosia all’inizio dell’attività didattica relativa all’anno scolastico 2024/25, noi
sottoscritti in calce generalizzati, genitori ed alunni del Liceo Scientifico Statale “Dante Alighieri” di Matera
-Sezione Indirizzo Sportivo- abbiamo avuto -nostro malgrado- conferma che il Dirigente Scolastico dello
stesso istituto liceale avrebbe autoritativamente deciso di trasferire buona parte delle classi della indicata
sezione dalla sede principale presso altro plesso scolastico e -in particolare- all’interno della Scuola Primaria
Vico Cappelluti ovvero dell’Istituto Comprensivo “Bramante-Torraca” [Plesso Via Greco] ovvero ancora di
prevedere l’effettuazione dei cd. “doppi turni” per i soli discenti iscritti alla sezione medesima.
Ancorché teoricamente ed astrattamente rientrante nelle prerogative istituzionali del dirigente scolastico,
la singolare ed assai opinabile decisione, non risultando -allo stato- tradotta in un formale provvedimento
scritto1, è innanzitutto e pacificamente nulla a norma dell’art. 21-septies l. n. 241/1990.
Sebbene la rievocata disposizione normativa non indichi espressamente la forma scritta come elemento
essenziale dell’atto, costituisce principio generale quello secondo cui, eccezion fatta per i casi -da ritenere di
stretta interpretazione- in cui la forma può essere libera, l’atto amministrativo, soprattutto se avente contenuto
provvedimentale, deve essere redatto per iscritto scritta, non fosse altro perché essa rende conoscibili e/o
percepibili vuoi ai destinatari interessati, vuoi al giudice [eventualmente] richiesto di sindacarne la legittimità,
le ragioni giuridico-fattuali cui è stato affidato.
Tutto questo senza dire che la forma orale non consente financo di accertare la sottoscrizione dell’atto
attestante la titolarità dell’organo agente e del relativo potere.
In ossequio ai principi di legalità, efficacia, imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa, la
formazione tacita dei provvedimenti amministrativi deve essere espressamente prevista dalla legge e sottoposta
a precise condizioni che, nel caso di specie, risultano pacificamente imperscrutabili, se non addirittura
inesistenti.
Le modalità del tutto irrituali con cui è stata adottata e comunicata ai destinatari interessati non consentono
-in ogni caso- di accertare se effettivamente la volontà del dirigente scolastico sia stata espressa ed in quali
termini.
Non solo: sia la circolare n. 13/2024, avente ad oggetto “Avvio del nuovo anno scolastico. Organizzazione
scolastica primo giorno di lezione”, sia quella successiva n. 18/2024, parzialmente rettificativa della prima,
non recano riferimento alcuno al paventato trasferimento, recte smembramento della sezione indirizzo sportivo
del Liceo materano.
La stessa decisione non risulta essere stata formalmente comunicata né agli Organismi istituzionali
gerarchicamente sovraordinati ovvero preposti ex lege a verificarne la legittimità, né alla rappresentanze
sindacali del personale docente ed ausiliario verosimilmente coinvolto dal disposto trasferimento.
Di là ed a prescindere dai rilievi sin qui esposti, l’aspetto davvero inaccettabile ed irricevibile è che, nella
inosservanza vuoi del principio di leale collaborazione tra istituzione pubblica e cittadini, vuoi degli elementari
ed immanenti canoni deontico-comportamentali declinati a carico di tutti i pubblici dipendenti e -quindi-
[anche] del dirigente scolastico nel d.P.R. n. 62/2013 [codice comportamento dipendenti pubblici art. 54 d.lgs.
n. 165/2001 (T.U. P.I.)], la decisione è stata autoritativamente adottata, recte imposta, soffocando in radice ogni
e qualsiasi laico e paritetico dibattito e/o confronto democratico con gli alunni ed i rispettivi genitori, le cui
esigenze esistenziali, familiari, economiche, logistiche, psico-fisiche e così via non sono state tenute nella
benché minima considerazione.
Ai sensi dell’art. 3, c. 5º, cit. d.P.R., «Nei rapporti con i destinatari dell’azione amministrativa, il
dipendente assicura la piena parità di trattamento a parità di condizioni, astenendosi, altresì, da azioni arbitra
rie che abbiano effetti negativi sui destinatari dell’azione amministrativa o che comportino discriminazioni
basate su sesso, nazionalità, origine etnica, caratteristiche genetiche, lingua, religione o credo, convinzioni
personali o politiche, appartenenza a una minoranza nazionale, disabilità, condizioni sociali o di salute, età
e orientamento sessuale o su altri diversi fattori».
In disparte ad ogni, altra, diversa ed ulteriore annotazione critica formulabile se ci sarà mai concessa la
facoltà di esaminare il provvedimento in extenso, la verità è che gli alunni della sezione indirizzo sportivo sono
stati trattati e considerati -per dirla con Mark Medoff – come “figli di un Dio minore”.
Così operando, è stata in tutto e per tutto snaturata -peraltro- la ratio ispiratrice del Regolamento di
organizzazione dei percorsi della sezione ad indirizzo sportivo del sistema dei licei approvato con d.P.R. n.
52/2013: nell’intero territorio comunale non esiste altro plesso scolastico che, come il Liceo Scientifico “Dante
Alighieri”, non solo sia dotato di impianti ed attrezzature ginnico-sportive adeguati, ma anche che, a pochi
metri di distanza, ha campi da tennis, piscina comunale, campo scuola e da padel.
Con la presente invitiamo -pertanto- il dirigente scolastico ad astenersi dall’adottare e/o dal dare ulteriore
esecuzione alla [ancora ignota] decisione, nonché gli altri destinatari della presente -ognuno nei limiti delle
proprie competenze istituzionali- ad attivarsi per scongiurare tale eventualità che riverberebbe i propri nefasti
effetti a solo ed esclusivo danno degli alluni e delle loro famiglie d’origine.
Con osservanza.