Si chiude con grande successo la nuova edizione del Carnevale di Stigliano, una delle manifestazioni storiche della Lucania più arcaica. Il grande evento, che si è tenuto dal 18 al 21 febbraio, quest’anno ha cambiato pelle, decidendo di svolgersi in un’unica location (il Centro Commerciale di Stigliano) e coinvolgendo, in quella che potremmo definire una vera e propria festa antropologica e culturale, tantissimi tra musicisti, circensi e artisti, locali e non.
Scoprire e raccontare le origini e l’interpretazione delle tradizioni lucane, oltre che suscitare interesse e curiosità transgenerazionale per il rito del Carnevale, è infatti stato l’obiettivo, riuscito, della grande manifestazione di quest’anno: nei tre giorni di festeggiamenti, il Comune di Stigliano si è trasformato in uno straordinario luogo di socialità e di recupero della memoria comunitaria, riscoprendo così un appuntamento che trae origine dalla tradizione della Lucania più arcaica e ancestrale, con i suoi riti leggendari, dove mondo naturale e animale si mescolano.
Nella sua veste contemporanea il Carnevale stiglianese nasce nel 1983, quando due maestri cartapestai di Lecce raggiunsero il paese per tenere un corso di cartapesta. Da quell’incontro nacque l’idea di realizzare una manifestazione che esaltasse le attività creative dei giovani stiglianesi. Di anno in anno sempre più persone hanno preso parte ai festeggiamenti: dai figuranti per ogni carro allegorico ai maestri cartapestai con una pletora di giovani apprendisti, dalle sarte del paese che realizzavano costumi a ballerine che preparavano coreografie, fino a maschere libere che spontaneamente si aggregavano alle sfilate, piogge di coriandoli e ospiti che provenivano da ogni dove.
Oggi la grande manifestazione ha ripreso vita in un contesto nuovo e rinnovato: non più carri in sfilata, ma un mondo interamente di cartapesta – della cui lavorazione Stigliano è protagonista – realizzato dai volontari dell’associazione Make The Carnival, che ha riprodotto l’atmosfera del circo. Con loro ha lavorato Deni Bianco, artista internazionale e pluripremiato allo storico Carnevale di Putignano, impegnato in questa occasione nella progettazione di alcuni dei personaggi della stessa scenografia in cartapesta: una presenza, quella dell’artista, che sancisce l’inizio di una collaborazione che vedrà di nuovo protagonisti Deni e i ragazzi di Make the Carnival durante il prossimo Festival AppARTEngo, famosissima kermesse locale di Arte Pubblica, per la produzione di un’installazione permanente nel comune di Stigliano.
Ad avere avuto nuova linfa vitale è stata anche l’antica tradizione locale delle maschere, questa volta realizzate dall’artista di fama internazionale DEM in dialogo con agricoltori, pastori e sarte della zona: un’espressione del legame indissolubile dell’uomo con la natura, così profondo da essere magia, un filo che ancora oggi non si è spezzato e che racconta di una terra antica e moderna con volti antropomorfi, animali fantastici, creature magiche, travestimenti e spiriti. Quello che DEM ha realizzato è stato un vero e proprio recupero dell’area rurale di Stigliano: con il suo lavoro, infatti, hanno ripreso vita le maschere della Spiga e dello Zimmaro, indossate anche durante i giorni di festa. La Spiga, la maschera femminile che sul capo porta un cappello di spighe, richiama l’antica divinità delle messi: stretto il legame con le antiche divinità pagane della terra e della fertilità, da Osiride e la sorella e sposa Iside, antiche personificazioni egizie del grano, al mito di Demetra-Cerere. Lo Zimmaro, invece, è la maschera maschile, che presenta un volto caprino con grosse orecchie e corna ritorte: esso rimanda, invece, a un’antica figura mitologica, il personaggio di Fauno, divinità corrispondente al Satiro greco che nella mitologia romana era il protettore della campagna e delle greggi, espressione della tradizione contadina e pastorizia della provincia di Matera.
Fondamentali, per DEM, sono stati gli studi condotti dall’antropologo Mimmo Cecere (autore del libro “La Spiga e il Caprone – Antiche maschere antropologiche stiglianesi”): solo a partire da essi, infatti, l’artista è stato in grado di realizzare, nel corso di una residenza d’artista, il suo personalissimo progetto sulle maschere dell’antica tradizione.
E a proposito di tradizione, nella quattro giorni che ci lasciamo alle spalle non è potuto mancare l’antico rito della raccolta del cibo porta a porta, assieme alle maschere della tradizione, e del falò del fantoccio (oggi reinterpretato dall’artista DEM), uso ancestrale che si era però fermato agli anni Ottanta.
Ora, alla luce dello straordinario successo di questa edizione e grazie alla partecipazione di artisti di fama internazionale, Stigliano chiede di entrare nel circuito dei carnevali storici. “Questa edizione del Carnevale di Stigliano è stata caratterizzata da una formula innovativa e sperimentale”, ha detto il sindaco di Stigliano, Francesco Micucci. “Non solo cartapesta, ma anche riscoperta delle radici, di riti e maschere appartenute al passato. La forte vocazione agricola e pastorale del territorio, che caratterizzava le giornate di carnevale, aveva lasciato spazio, esclusivo, alla rilevante vena artistica e artigianale dei manufatti in cartapesta. Si correva il rischio di cancellare una parte della memoria comunitaria. Così, a gennaio 2020, abbiamo bandito un concorso per l’ideazione e la realizzazione delle maschere del Carnevale. Sono state così selezionate quelle Spiga e dello Zimmaro, connubio perfetto della cultura, delle tradizioni, delle vocazioni della nostra comunità. Con questa edizione, quindi, grazie all’apporto delle associazioni e di intellettuali locali e di artisti internazionali, sono state realizzate le due maschere dell’antica tradizione, che sono il frutto di uno studio e di una ricerca attente e minuziose, e abbiamo ricreato il rogo del carnevale, rito propiziatorio fonte di rinascita. Ed è proprio da questa simbolica rinascita che vogliamo partire e rilanciare riti e credenze popolari, testimoniando la voglia e l’interesse a non disperdere il nostro passato, le nostre radici. Dai commenti diffusi, dalle espressioni delle persone che hanno frequentato il centro cittadino in questi tre giorni, non possono che essere tratte sensazioni molto positive”.