Grande successo per “Matera…in particolare”, la mostra fotografica che l’associazione Murgia Enjoy ed il Fotoclub Murgia hanno ideato e proposto con il fine di far conoscere quella Matera vera, autentica, insolita che solo gli occhi attenti di bravi fotografi e fotoamatori riescono ad immortalare e a riportare al pubblico trasmettendo grandi emozioni. L’iniziativa, dopo un’attenta analisi da parte dei soci Murgia Enjoy dei “contenitori culturali” della città, si è tenuta nei prestigiosi e suggestivi ipogei de “La Lopa” in via Bruno Buozzi dove le cinquanta opere resteranno in mostra aperta al pubblico fino a fine mese. Suggestivi scatti proposti dagli artisti Boffoli Francesco, Colamaria Angelo, Calogero Giuseppe, Castano Alessandro, Centrelli Alessandro, Colapietro Domenico, De Santis Isa, De Tullio Checco, Devito Nunzio, Di Gioia Mario, Giorgio Rosa, Lionetti Antonio, Milanese Josè, Montefinese Fiore, Nemore Nicola, Nitti Antonio, Pighetti Enrico, Rega Francesco, Sacco Francesco, Sacco Sonia, Salvini Fabio, Scagliola Gianni, Scattino Rocco, Xhorvino Bjanku che sono riusciti a “lavorare” con occhio, cervello e cuore, proprio come precisato dall’artista e socio Murgia Enjoy Rocco Scattino. La mostra, una delle tante che l’associazione Murgia Enjoy propone nelle province di Bari e Matera con il fine di promuovere il territorio, ha ottenuto quattro prestigiosi patrocini quali: Comune di Matera, Fondazione Matera Basilicata 2019, Pro Loco Matera e Circolo Culturale La Scaletta. Gli interventi, del Presidente Murgia Enjoy Leonardo Losito, della Fondatrice del Fotoclub Murgia Anna Ierinò, dell’artista e socio Murgia Enjoy Rocco Scattino, della titolare de “La Lopa” Antonella Passione e dall’organizzatore dell’Enotria Felix Pietro Calandriello, sono stati moderati da Maristella Losito e da alcune improvvisazioni musicali fuori programma di Camilla Scattino e Pasquale Spina. L’attività ha suscitato l’interesse dei giornalisti Vito Sacco, che ha documentato l’attività, e Donato Mastrangelo che ha recensito la mostra. Il vernissage si è concluso con una degustazione di vini offerti dagli Slow Food Matera e Magna Grecia Metapontum e con prestigiose proposte culinarie a base di prodotti tipici locali.
“Il sole di Matera è accecante, come la descrizione che la sorella di Carlo Levi ne faceva nel libro “Cristo si è fermato a Eboli”. Era il 1945 quando Einaudi dava alle stampe il libro dello scrittore piemontese, confinato prima a Grassano e poi ad Aliano durante il fascismo, e la città dalla “dolente bellezza” conserva immutato tutto il suo fascino primordiale. Una storia millenaria che si annida tra l’altipiano della Murgia e i Sassi, patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1993. La mostra “Matera…in particolare” attraverso le suggestive immagini di ventiquattro artisti è un ideale racconto di un luogo unico che ha saputo rialzarsi, con orgoglio e caparbietà, da una condizione di degrado e miseria, rappresentando un virtuoso modello di rigenerazione urbana e svelandosi nel suo magnetismo agli occhi del mondo. La collettiva allestita nei locali ipogei de “La Lopa” è un po’ la sintesi di questo percorso che ha portato Matera ad ottenere il 17 ottobre 2014 il riconoscimento di Capitale Europea della Cultura. Ma dietro “lustrini e pailettes” c’è un lavoro faticoso di uomini che hanno creduto nel riscatto di questa terra. Da “infamia nazionale” e “vergogna d’Italia”, così De Gasperi e Togliatti definirono la città per le condizioni in cui vivevano stipate nelle grotte migliaia di persone, a meraviglia universale. Nelle fotografie c’è un forte richiamo alla civiltà contadina, elemento identitario di grande valore. La luce abbacinante, con i raggi di sole che filtrano dal balcone in ferro battuto, lascia basito l’osservatore: i Sassi con il loro ventre sotterraneo si mostrano nella cruda bellezza, quella che indusse Pasolini, ritratto in un murales, a girare negli antichi rioni una delle pellicole che, di fatto, hanno eletto Matera un set a cielo aperto: Il Vangelo secondo Matteo. Sono trascorsi diversi decenni da allora e la sfida che attende la città è mettere in connessione il passato con il futuro che parte dalla selce ed è proteso alla creatività, all’arte contemporanea, al silicio. Il cesto in vimini è come l’intreccio di una storia millenaria, la brocca in terracotta richiama all’elemento acqua che gli abitanti dei Sassi hanno saputo valorizzare appieno tra cisterne scavate nella roccia, un sistema di straordinaria sostenibilità ambientale rimasto integro nei secoli. Matera non è più coni rovesciati e gironi danteschi. I bambini “scheletrici” descritti da Levi hanno lasciato il posto agli Apecar. Fanno la spola tra il Piano settecentesco e i Sassi trasportando i turisti nel cuore antico della città. La ragazza, seduta sul costone roccioso prospiciente i Sassi, scruta il panorama: all’orizzonte, forse, si staglia un nuovo futuro per una città che vuole essere il paradigma del nuovo sviluppo nel Mezzogiorno.”
Lug 16