Lo sviluppo di nuove tecniche per monitorare le strutture dalle scosse dei terremoti e per proteggere gli edifici, partendo dall’analisi del terreno di fondamenta: di questo si parlerà nel corso del convegno “Tecniche di monitoraggio sismico: dagli studi teorici alle applicazioni pratiche esperienze condotte nella città di Kathmandu (Nepal)” in programma lunedì 2 dicembre, a Potenza, dalle ore 15 nell’aula magna del Polo del Francioso.
L’incontro parte dalla campagna sperimentale del laboratorio Prove materiali e strutture della Scuola di Ingegneria dell’Università della Basilicata, in collaborazione con la National society for Earthquake technology del Nepal (Nset), per il progetto Eu-Nice.
L’obiettivo della collaborazione, che sarà illustrata nel corso del convegno, è stato lo scambio di conoscenze e competenze sulle tecniche di valutazione della vulnerabilità degli edifici esistenti e del loro monitoraggio mediante tecniche innovative basate sulla valutazione delle caratteristiche dinamiche delle strutture. I due centri hanno messo a punto protocolli per valutare la risposta sismica degli edifici, tenendo conto anche dell’interazione con il terreno di fondazione: la campagna di monitoraggio ha riguardato anche alcune strutture nella capitale del Nepal e in altre città della Kathmandu Valley.
Il gruppo di lavoro dell’università della Basilicata che si è recato in Nepal è stato coordinato dal professor Felice Carlo Ponzo, responsabile scientifico del Laboratorio Prove materiali e strutture della Scuola di Ingegneria, con Rocco Ditommaso, dottore di ricerca in rischio sismico e Domenico Nigro, responsabile tecnico del laboratorio: “Le cooperazioni internazionali forniscono anche grosse opportunità per gli studenti – hanno spiegato – sia in termini di eventuali collaborazioni e scambi culturali, sia in termini di momenti di crescita durante seminari fatti all’interno della nostra università da docenti italiani e stranieri”. Il territorio su cui è stato svolto il monitoraggio è a forte rischio sismico, e il progetto permette anche “uno scambio di competenze tecniche che consentano allo Stato asiatico di progredire nella ricerca tecnico-scientifica in tema di salvaguardia degli edifici esistenti, i primi a subire gli effetti catastrofici di un terremoto a elevata magnitudo. Ma questo scambio può rappresentare una fonte di ricchezza anche per la Basilicata, che potrà acquisire nuove conoscenze e ampliare le esperienze al fine di mettere a punto nuovi strumenti per fronteggiare eventuali emergenze sismiche”.
Al convegno – che sarà aperto dai saluti del Rettore, Mauro Fiorentino, e del sindaco di Potenza, Vito Santarsiero – parteciperanno, oltre ai rappresentanti dell’Unibas, il direttore generale del dipartimento nazionale della Protezione Civile, Mauro Dolce, il presidente del consorzio interuniversitario ReLuis, Gaetano Manfredi, il segretario generale dell’associazione Nepalese di Ingegneria Sismica, il Prof. Amod Dixit, il vice Direttore esecutivo del Nset, Surya Narayan Shrestha, e il direttore del centro ricerche sismologiche dell’istituto nazionale di Oceanografia e geofisica sperimentale, Marco Mucciarelli.
“La collaborazione con il Nepal – hanno concluso i ricercatori – è soltanto l’ultimo anello di una fitta rete di collaborazione che supera i confini europei e arriva oltreoceano. I paesi esteri con cui da anni il gruppo dell’Unibas interagisce sono molti: dagli Stati Uniti alla Nuova Zelanda, dal Giappone alla Spagna, dalla Grecia al Portogallo, dalla Francia alla Germania, fino all’Iran”.
Dic 01