I dati del 2016 di ingressi nei 17 luoghi della cultura statali presenti in Basilicata, secondo il Rapporto diffuso oggi dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, segnano una lieve diminuzione passando da 256.770 visitatori del 2015 ai 235.672 visitatori del 2016. Lo riferisce il Centro Studi Turistici Thalia che ha elaborato i dati del Mibac con il raffronto negli anni (c’è un aumento del 13% tra 2014 e 2015). Per gli introiti si segnala un +37 % rispetto al 2014.
Tra i primi per visitatori si conferma, come per il 2015, il Museo Archeologico Nazionale del Melfese “Massimo Pallottino” con 34.606 visitatori (39.920 nel 2015), seguito dal Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata di Matera che ha registrato 26.295 visitatori (34.859 nel 2015). A seguire il il Museo Archeologico Nazionale di Metaponto a Bernalda con 25.334 (in aumento rispetto ai 21.855 visitatori del 2015), il Museo Ridola di Matera con 17.670 e il Museo Nazionale della Siritide a Policoro con 15.438 (erano 14.498 i visitatori del 2015). E sempre per dati statistici ufficiali il Museo Adamesteanu di Potenza ha registrato 6.547 visitatori, quello di Muro Lucano che chiude la “classifica di appeal” 2.963 visitatori; decisamente meglio a Venosa con 13.787 e Grumentum con 7.131.
Per quanto riguarda l’evento speciale #Domenicalmuseo da gennaio a dicembre 2015 sono stati 37.013 i visitatori che hanno approfittato della prima domenica del mese per entrare gratuitamente nei musei lucani. Non ci sono ancora i dati 2016.
Dall’ analisi del Centro Studi Turistici Thalia, il numero complessivo dei visitatori nei 17 luoghi della cultura statali presenti in Basilicata equivale a quelli di un anno alla Grotta Azzurra di Capri, è minore rispetto a quello dei visitatori di Paestum o a quanti sono i visitatori in soli tre giorni a Pompei. Altro dato fortemente negativo è quello della permanenza media del turista nelle località lucane di turismo culturale (a Matera non supera i 2 giorni). Cifre che stonano rispetto ad un target specifico, il turista culturale, che – sottolineano gli operatori del Thalia – è più propenso a spendere 52 euro al giorno per l’alloggio, in media, e 85 euro per spese extra, contro i 47 euro per alloggio e 75 per gli extra di chi viaggia per ragioni non culturali.
E’ necessario interrogarsi sulla fruizione dei nostri beni culturali e – sottolinea Arturo Giglio, segretario del Cs Thaia – ci può aiutare a farlo la cosiddetta “mozione di Paestum” lanciata nell’ultima edizione della Borsa del Turismo Archeologico di Paestum: il documento evidenzia quanto i territori del Mezzogiorno esprimano una propria forza economica anche attraverso l’elevata qualità del proprio patrimonio culturale diffuso e dei paesaggi, le cui straordinarie potenzialità sono ampiamente inespresse. “Per le regioni del Sud – recita la mozione – il patrimonio culturale ed il paesaggio sono, infatti, non solo elementi fondanti della propria identità, ma anche potenziali potenti strumenti di miglioramento della qualità dello sviluppo economico sostenibile e per la creazione di opportunità di lavoro qualificato in particolare per i tanti professionisti dei beni culturali, formati nelle nostre Università. Tuttavia – constata il documento – ad oggi tali potenzialità non si sono ancora pienamente dispiegate in termini di sviluppo socio-economico, occupazione, benessere diffuso”. Per sviluppare tali potenzialità nel Mezzogiorno il Mibac deve fare di più avviando percorsi di valorizzazione del patrimonio culturale in connubio con la tutela, incentivando percorsi di collaborazione con altri soggetti istituzionali e proseguendo nel percorso avviato per la migliore gestione delle risorse del Programma Operativo Nazionale cultura, anche in connessione con i Programmi Operativi Regionali delle Regioni del Sud. Ma innanzitutto deve sanare na ferita ancora aperta: nelle decisioni del Ministro Franceschini di riorganizzazione degli uffici periferici del Mibac, tra cui la nuova articolazione territoriale delle Soprintendenze, una sola Soprintendenza per la Basilicata con sede a Potenza di fatto penalizza Matera. Anche i Consigli Regionale e Comunale di Matera se ne sono occupati.