Nella festività di Ogni Santi il quotidiano Il Foglio pubblica un articolo del potentino Camillo Langone che prova ad oscurare la bellezza della città di Matera, patrimonio mondiale Unesco dal 1993 e designata capitale europea della cultura nel 2019. Nell’articolo il potentino Camillo Langone si chiede? “Tutti vanno a Matera. Ma perché? Altro che slow, altro che cool. Il turista che visita la città dei Sassi è il turista più turista di tutti, perché mai vi si trasferirebbe a viverci”. Peccato che migliaia di turisti e visitatori provenienti da tutto il mondo, gli abitanti culturali per usare la nuova terminologia cara al direttore della Fondazione Matera 2019 Paolo Verri, pensano esattamente il contrario del potentino Camillo Langone. Su questo articolo, che riportiamo integralmente di seguito solo per farvi comprendere da che parte sta il campanilismo, l’invidia, la frustrazione e il “tifo da stadio”.
Michele Capolupo
Io non capisco Matera. Nemmeno in questo periodo di ponti, quando tanti, a giudicare dalle poche camere libere, bramano la città dei Sassi. Sarà che il giorno dei morti bisogna visitare i propri defunti al cimitero, e io non ho nessuno laggiù. Sarà che sono di Potenza e i potentini Matera non l’hanno mai frequentata: scomoda, inutile, e più Puglia che Lucania. Io continuo a non capire Matera ma ho capito che, per quanto egli si percepisca slow, come direbbe Carlo Petrini, e cool, come direbbe Gaetano Cappelli, il turista che va a Matera è il turista più di turista di tutti, anche di quelli che scelgono località ancora più abusate. Perché molti turisti che vanno a Venezia o a Roma o a Parigi se potessero vi si trasferirebbero, elevandosi a residenti. Mentre nessuno si trasferirebbe a Matera. E sta in questo programmatico disimpegno il cuore vuoto del turismo. Dunque perché i turisti perfetti si affacciano sulla gravina? Perché hanno letto Giovanni Russo e Rocco Scotellaro? Figuriamoci. Perché hanno amato Pasolini e Mel Gibson? Difficile. Forse per il pane? Ad Altamura è buono tale e quale. Per passeggiare dentro un presepio? Ma sono gli stessi apostati che a Natale fanno l’albero. Io non capisco Matera ma continuo a sondare il suo mistero. Che esista un movente erotico? Che sia per copulare nelle grotte, ormai tutte Airbnb, al modo ferino dei primitivi abitanti? Magari i Sassi, dove un tempo vivevano femmine fecondissime e maschi a cui Weinstein avrebbe potuto insegnare le buone maniere, alzano il bassissimo testosterone occidentale. Magari Matera stimola un sesso paleo, consumato sul pagliericcio con la clava alla cintura. Ipotesi. O sogni.
Vincenzo Viti, consigliere Svimez, dopo aver letto l’articolo di Camillo Langone ha inviato una nota al direttore de “Il Foglio” Claudio Cerasa, che riportiamo di seguito.
Caro Direttore, leggo in un angolo discreto e appartato del Foglio, forse perché dedicato alla “Preghiera” abitualmente recitata con talento irregolare da Camillo Langone, un pezzullo su Matera che fa trasecolare. Perché,si chiede Langone che si professa “potentino” per aristocratica (?) eccezione antropologica, i turisti “bramano” la città dei Sassi : scomoda,inutile, più Puglia che Lucania? Quindi una insignificante potenza ( p minuscola) aliena,terra sconsacrata, né slow né cool, celebrata oltre ogni limite da culture eccentriche e millenaristiche,inspiegabilmente ascesa Capitale Europea della Cultura.
Giovanni Russo,Scotellaro, Pasolini,Mel Gibson ? Cosa c’entrano con Matera e con la sua storia? Viandanti occasionali, magari abusivi nel teatro dell’assurdo. Insomma il “mistero” dell’ eccellenza ordito da un complotto massonico.
Se non che, al termine di una requisitoria lunare, che corre in discesa fra frizzi e lazzi, finalmente il barlume di una verità definitiva e terribile. “Che esista il movente erotico?” La fatale attrazione ” della copula nelle grotte…al modo ferino dei primitivi abitanti?” I Sassi come giaciglio fecondatore, come tempio del “sesso paleo” consumato con “la clava alla cintura” fra donne arrapate e maschi a basso testosterone. Una lettura da cinepanettone in attesa del Natale.
Manifesto una sommessa opinione.
Sono lontanissimo dal pensare che Langone di cui conosco storia e virtù si sia espresso se non per diletto, abbia inteso confessare e perciò liberarsi di pregiudizi e di piccole ostilità adolescenziali finanche di un superstite spirito di contrada.
Ma il risultato è comunque deprimente. Crediamo sappia che quando maneggia il paradosso o la futile volgarità,finisce col fare torto ad una delle migliori, più affilate intelligenze, a una penna acuminata, degna di ben altre “preghiere”.
Un infortunio? È possibile. Da non ripetere. Sarebbe da ricovero. Magari in un confortevole ambiente paleo.
Vincenzo Viti, consigliere Svimez
Replica del direttore del quotidiano “Il Foglio” Claudio Cerasa alla lettera di Vincenzo Viti
Gentile consigliere, l’infortunio mi sembra il suo: non essere riuscito a trovare nelle righe della sua lettera una sola buona ragione per spiegare a Langone, e ai nostri lettori, perchè venire nella splendida Matera.
Risposta di Vincenzo Viti, consigliere Svimez, al direttore Claudio Cerasa
Caro Direttore, innanzitutto grazie per l’ospitalità. Poi mi consenta di farle osservare che immaginavo che le virtù ( poche o molte) e lo “splendore” (scritto senza ironia) di Matera fossero sufficientemente note, anche grazie a quel ch’è stato possibile leggere, e non solo recentemente, proprio sul Foglio, quotidiano di culto per me.
L’ultima cosa che mi sarei atteso è di essere sollecitato ad una superlfua operazione di marketing. Magari verso Langone. Che considero troppo intelligente per ammettere di non amare Matera, ad onta di una antica e resistente ruggine localista. Per quel che vedo, difficile da esorcizzare.
Cordiali saluti.
Di seguito una nuova nota di Vincenzo Viti sul “caso Langone”.
“Vorrei suggerire al Direttore del Foglio di scorrere il servizio che il Venerdì di Repubblica ospita oggi.
Per fatale coincidenza un ampio reportage su Matera e i suoi Sassi,richiamato sontuosamente in copertina, ripercorre storia e “splendori” di una città che evidentemente,secondo il Direttore del Foglio avrebbe bisogno ancora di essere raccontata.
Mi spiace che Langone, giornalista effervescente e stimato,si sia speso in un deprimente esercizio di luoghi comuni, rivelando ( ciò che a noi non risulta) la scarsa dimestichezza con la storia di una città né banale né cavernicola se ha richiamato e richiama la curiosità del mondo intero.
Ovviamente tutto ciò non impedisce,come ognuno nella sua sensibilità tenta di fare ogni giorno,
di rilevare i vuoti, le insufficienze,le immoralità della politica cittadina. Sopratutto la sua ambizione di azzerare, profittando del crocevia elettorale di primavera, una complessa e sofferta esperienza,che sta rivelando limiti ma che va indotta a concludersi regolarmente e a rinnovarsi con scelte di innovazione e di qualità. Chiamando la città tutta, non quella delle tribù, a vivere le sfide, a quel punto senza rete, che ci prospetta il 2020. Tutta materia che manca nel pur utile servizio del Venerdì. Speriamo che il sabato ci porti un altro racconto e un’altra speranza”.
“Vorrei suggerire al Direttore del Foglio di scorrere il servizio che il Venerdì di Repubblica ospita oggi.
Per fatale coincidenza un ampio reportage su Matera e i suoi Sassi, richiamato sontuosamente in copertina, ripercorre storia e “splendori” di una città che evidentemente,secondo il Direttore del Foglio avrebbe bisogno ancora di essere raccontata.
Mi spiace che Langone, giornalista effervescente e stimato,si sia speso in un deprimente esercizio di luoghi comuni, rivelando ( ciò che a noi non risulta) la scarsa dimestichezza con la storia di una città né banale né cavernicola se ha richiamato e richiama la curiosità del mondo intero.
Ovviamente tutto ciò non impedisce,come ognuno nella sua sensibilità tenta di fare ogni giorno,
di rilevare i vuoti, le insufficienze,le immoralità della politica cittadina. Sopratutto la sua ambizione di azzerare, profittando del crocevia elettorale di primavera, una complessa e sofferta esperienza,che sta rivelando limiti ma che va indotta a concludersi regolarmente e a rinnovarsi con scelte di innovazione e di qualità. Chiamando la città tutta, non quella delle tribù, a vivere le sfide, a quel punto senza rete, che ci prospetta il 2020. Tutta materia che manca nel pur utile servizio del Venerdì. Speriamo che il sabato ci porti un altro racconto e un’altra speranza”.
Vincenzo Viti, consigliere Svimez
Nella fotogallery alcune immagini tratte da “Il Venerdì” di Repubblica
Una cosa è certa caro montanaro frustrato con evidenti complessi di inferiorità: tutti capiscono perché NESSUNO visita il tuo villaggio SCONOSCIUTO di montagna.. Dove fino a 40 anni fa si viveva nei sottani chiamati tuguri insieme a muli, pecore e galline. E poi venite a parlare dei Sassi e del suo paesaggio unico al mondo.
P.s. molti turisti sognano di trasferirsi a Matera.. PIRLA COMPLESSATO!
Se a Langone non piace Matera, pazienza! Se non è riuscito ad affinare sensibilità e cultura, ce ne faremo una ragione. Ma che sia irrispettoso e sarcastico, questo no! A questo individuo rozzo e invidioso non va giù la definizione di Potenza “città di struggente bruttezza”.
Non so chi ti dia l’opportunità di scrivere o meglio immagino (raccomandato sovrano Potentino)comunque non esagerare con il vino ? prima di scrivere altrimenti sognerai sempre Potenza con il mare ecc ecc……
MATERA come la Catalogna. …STAMPO MATERANO ORGOGLIO LUCANO. ….VITI è il momento di raccogliere le firme e distaccarci da questi parassiti che hanno sempre vissuto alle nostre spalle. …..odio eterno
Mi chiedo come possa una testata giornalistica permettere ad un suo giornalista (sic!!!) di esternare tali idiozie. Probabilmente l’idiota di turno è da sempre vittima di quella invidia viscerale che pervade il popolo Potentino nei confronti dell’odiata Matera. Inutile parlare di campanilismo o rivalità tra due città. La crescente visibilità con cui Matera ha azzerato Potenza, è risultata essere un piatto molto amaro da digerire per una città che ha sempre concentrato su di se le poche risorse disponibile in una regione dalle esigue disponibilità finanziarie. Parliamoci chiaro, Potenza, città da sempre parassita e terziaria, non può rischiare la propria egemonia politica ed economica per una Matera in crescita e finanche nominata Capitale Europea della Cultura. L’affronto subito è troppo doloroso ed allora via con la delegittimazione sistematica della bella ed accogliente Matera. Vai con il Capodanno Rai a Potenza, vai con la Presidenza della fondazione Matera2019 ad un personaggio ostaggio e succube degli ordini di Pittelliani. Vai con MateraBasilicata2019, e perché solo Matera2019, in molti hanno comunque insisto per MateraPotenza2019, ma la cosa sarebbe stata molto imbarazzante. Vai con 40 milioni di Euro per Potenza. Vai con continui inutili servizi giornalistici di Rai3-Basilicata concentrati soprattutto sul capoluogo di Regione, hanno perfino informato l’intera Regione che il comune di Potenza ha deciso di pitturare l’ingresso dello stadio Viviani di un colore rosso cardinale. Hanno dato notizia, con enfasi e con un lungo servizio, che a ferragosto una comitiva di turisti ha attraversato Via Pretoria estasiati da tanta inaspettata bellezza. Vorrei comunque chiedere all’autore dell’ignobile articolo se abbiamo il permesso di definire quest’ultimi veri turisti, purtroppo nessuno ha chiesto se la inimmaginabile ed ineguagliata bellezza della località montanara ha suscitato in loro il desiderio di richiedere immediata ed onorata residenza a Potenza. Egregio sig.potentino Camillo Langone, probabilmente la rabbia per una Matera felice e ricercata le ha offuscato il cervelletto, se ne faccia una ragione altrimenti continuare a scrivere stupidaggini simili potrebbe condurla alla pazzia.