Il Rettore dell’Università degli studi della Basilicata, Mauro Fiorentino, ha rinunciato alla possibilità di proroga di due anni (prevista dalla legge 240 del 2010) dell’attuale mandato: lo ha comunicato in una nota inviata ai componenti del Senato Accademico, del cda e ai docenti che hanno presentato la candidatura per il sessennio 2014-2020, precisando che si tratta di una “decisione, personale e irrevocabile”, e di “non aver posto personalmente la questione dell’applicabilità” della proroga.
“Non avevo mai pensato di dover gestire, al termine del mio mandato, una situazione come questa – ha detto Fiorentino nella nota – per di più in un contesto generale e locale che ha mostrato ancora una volta come sia possibile che, improvvisamente, si concretizzino situazioni la cui soluzione diventa di esclusiva responsabilità del Rettore, con chiavi di lettura del suo operato che si alimentano, ahimè, più nella superficialità e nella faziosità che nel tentativo di condividerne il peso in un’analisi rigorosa e accademicamente laica”.
Il Rettore ha poi voluto aggiungere di aver assunto “questa decisione come inequivocabile gesto di servizio alla comunità accademica e ai territori più direttamente interessati, con la motivazione principale che essa mi sembra l’unica scelta che possa consentire, oggi e nell’immediato futuro, un governo della nostra Università sereno ed efficace; in quel clima di pacificazione interna, o almeno di grande rispetto tra le parti, che la stragrande maggioranza dell’Ateneo riconosce essersi raggiunto, forse per la prima volta da almeno venti anni a questa parte, con il mio rettorato”.
L’applicazione della legge è stata chiesta da “una parte della nostra comunità, vasta e qualificata”, che ha “colto, nell’occasione determinatasi, un’opportunità per non esporre l’Ateneo al rischio di pericolosi contraccolpi, in una fase, certamente delicata, nella quale esso è chiamato a concretizzare le strategie per rispondere alle sempre più stringenti procedure nazionali di valutazione e accreditamento, avviate in questi anni di grandi cambiamenti del sistema universitario, ma non ancora ultimate”.
“D’altro canto – ha proseguito – un’altra parte della nostra comunità, anch’essa vasta e qualificata, ha manifestato il timore che ricorrere alla legge del 2010, a procedure elettorali in corso, rappresentasse un elemento di perturbazione troppo forte, foriero di lacerazioni interne difficilmente rimarginabili”. Per Fiorentino, inoltre, “autonomia e rigoroso rispetto di ruoli e funzioni, ai vari livelli, sono un bene prezioso per il nostro Ateneo e per tutti noi”. L’ipotesi della proroga è stata verificata nei dettagli e sotto ogni profilo normativo, rientrando quindi nel concetto di autonomia dell’Ateneo: “E’ ovvio – secondo il Rettore – che è nostra responsabilità applicare le leggi dello Stato e che, nella nostra autonomia, detta responsabilità dobbiamo assumercela tutta, anche quando queste sono di non semplice interpretazione, penso che sia necessario sottolineare che, in tal senso, l’assunzione di responsabilità è anche garanzia di autonomia nei confronti, ad esempio, dei Ministeri che, tra i loro mille compiti importanti, non hanno certo quello di interpretare le leggi. Siano di insegnamento, a tal riguardo, i contenziosi aperti sulla questione dei punti organico, tra il Miur ed alcuni atenei, o quelli che si stanno generando sull’abilitazione scientifica nazionale. Ovviamente, altra cosa è che si mantenga sempre viva e collaborativa l’interlocuzione con le Istituzioni su ogni tema di reciproca pertinenza e interesse”.
Un’eventuale applicazione della proroga avrebbe, nei fatti, rimandato di due anni le elezioni per il rinnovo della carica: con la rinuncia alla possibilità offerta dall’articolo 2 (comma 9) della legge 240 del 2010, le elezioni si svolgeranno regolarmente e nei tempi previsti dai decreti.
La prima votazione si svolgerà il 28 maggio, dalle ore 9 alle ore 18. Nel caso in cui non si raggiunga la partecipazione al voto della maggioranza assoluta degli aventi diritto, o se nessuno dei candidati abbia ottenuto almeno la maggioranza assoluta delle preferenze nelle prime tre date (28 maggio, 10 giugno e 24 giugno) alla quarta convocazione (25 giugno, detta “terza votazione ripetuta”) i due candidati con il maggior numero di voti saranno ammessi al ballottaggio (26 giugno). Sono candidati fino a questo momento i docenti Antonio Sergio De Franchi (Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo), Giovanni Carlo Di Renzo (Scuola di Scienze Agrarie, Forestali, Alimentari ed Ambientali), Carmine Serio (Scuola di Ingegneria) e Aurelia Sole (Scuola di Ingegneria). Sono elettori tutti i professori di ruolo, i ricercatori a tempo indeterminato e determinato, il personale dirigente e tecnico-amministrativo a tempo indeterminato e i componenti del consiglio degli studenti. I voti dei ricercatori a tempo determinato e quelli del personale tecnico-amministrativo sono calcolati nella misura del 15 per cento di quelli validamente espressi da ogni categoria.