Venerdì santo a Ferrandina, una tradizione millenaria. Di seguito la nota di Enzo Scasciamacchia.
La processione del venerdì Santo a Ferrandina ormai è diventata una vera tradizione millenaria, una tra le più annoverate dell’intera regione Basilicata, riconosciuta ed apprezzata anche oltre regione.
Una fase molto suggestiva precede e segue la processione della passione di Cristo, momento centrale delrito della Settimana Santa a Ferrandina, che assume significati profondi legati al mistero della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo. Essa si svolge da generazioni a porte chiuse nella chiesa barocca di San Domenico, sotto la regìa dell’omonima Confraternita, è il rito della traslazionedel corpo esanime del Cristoe degli ori devozionali nella suggestiva bara in vetro e legno pregiato, frutto di innumerevoli donazioni per voto, fatte per grazia ricevuta o in adempimento di una promessa di intercessione, un vero tesoro, al quale segue, a fine processione, quello della rimozione, la sera del Sabato Santo. A presiedere questi due momenti è un gruppo di donne, per la precisione tre, come le Marie ai piedi della Croce, con cura meticolosa e un intenso trasporto, protagonista di questo compito fin dall’età di 13 anni è la Signora Lucrezia Farina, oggi ultracinquantenne, assistita con analogo spirito di devozione da Antonella Violillo e Carmela Timpone,il rito si svolge da sempre in assenza di pubblico,in completa riservatezza e discrezione.
La traslazione e l’addobbo inizia intorno alle ore09:00 del Venerdì Santo, e prosegue finoall’ora di pranzo vista l’abbondanza dei monili d’oro, che portati in chiesa da un membro della Confraternita scortato da alcune guardie giurate, vengono rigorosamente catalogati prima di essere posizionati nella bara del Cristo, che nel corso dell’anno indossa solo una corona di spine in argento sul capo, e fiori dello stesso metallo prezioso tra le mani. Dopo l’allestimento degli ori, la sacra effigie è pronta per essere portata a spalla dai Confratelli, a partire dalle 19:00 dello stesso giorno, con un enorme corteo pronto ad accogliere altre statue simboleggianti la Pietà, San Giovanni e l’Addolorata,lungo il percorso. La processione si protrae anche il giorno successivo, per concludersi con un suggestivo incontro di tutte le effigi, che nel frattempo procedevano per altre vie,in una Piazza centrale ricolma di fedeli in attesa del fatidico momento tanto atteso.
Alle ore 19:00 circa, a corteo ultimato, dopo il rientro della bara delle spoglie del Cristo, nella chiesa di S. Domenico, sedutastante ha luogo la rimozione degli ori, eseguito dalle stesse persone,con rigorosa verifica della corrispondenza degli oggetti con quelli catalogati precedentemente, e riposti nelle rispettive custodie logorate da remoti segni del tempo, mentre,constatando la quantità ed il valore dei tanti monili che cresce regolarmente ogni anno,per la frequenza di donazioni che i fedeli continuano ad offrire anche la mattina di ogni Venerdì Santo, dai tempi passati fino ad oggi, creando un vero tesoro ad esclusiva disposizione della Sacra effige.