Una visita a sorpresa nella città di Matera quella del cardinale Konrad Krajewski, l’elemosiniere di Papa Francesco. L’arcivescovo e cardinale cattolico polacco ha raggiunto la parrocchia di San Rocco con un furgone pieno di derrate alimentare per la “Casa Maria Santissima della Bruna”, un posto nato per accogliere indigenti e fratelli in difficoltà, “di ogni stirpe, popolo, lingua e nazione”, perché la Madonna è Madre di tutti. In questa casa possono essere accolti anche i detenuti del carcere cittadino in uscita premio e i loro familiari.
Di seguito l’intervento pubblicato su facebook da Francesca Stefanachi che racconta le emozioni vissute in occasione della visita dell’elemosiniere del Papa a Matera, con relativa fotogallery riportata in basso.
“La provvidenza c’è, e viaggia con konrad”. La frase è di Renato Brucoli (grande collaboratore di Don Tonino Bello).
A Matera c’è un parroco di nome don Angelo: don (sacerdote) e Angelo (provvidente) di nome e di fatto, dicono.
Io non so se vola come gli angeli, anche perché negli ultimi mesi è caduto nei Sassi in modo rovinoso… So per certo, però, che promuove la visione caritativa di don Tonino Bello: gli uomini sono angeli con un’ala soltanto, volano solo se abbracciati.
A don Tonino ha dedicato la casa di accoglienza per migranti. Un’altra ha voluto intitolare alla Madonna della Bruna, icona mariana di dolcissima attualità. E ha avviato da anni una mensa che, covid o no covid, dispensa pasti ai poveri di cibo ma ricchi di fragilità.
Tutte realtà che vivono di abbracci, non ultimi quelli del movimento di volontariato e di attenzioni plurime che la sostengono. E la parrocchia San Rocco vola, nel senso che, ali o non ali, è sempre in estasi: verso l’alto e verso l’altro.
Qui è approdato a sorpresa, il cardinale Konrad, ovvero la Provvidenza in persona. Ha portato con sé degli aiuti alimentari, e a nome di papa Francesco il sostegno economico per adeguare la mensa, sottoposta a ritmi vertiginosi negli ultimi tempi. Un gesto angelico e provvidenziale, appunto.
Ma il dono più grande del cardinale è nell’aver voluto celebrare in parrocchia, e nel corso dell’omelia – di una semplicità disarmante, incentrata sull’Eucaristia – aver lanciato una metafora d’indubbia efficacia identitaria e missionaria: il credente come “tabernacolo mobile” del Signore.
La trovo straordinariamente vera e dinamica. Il credente come “tabernacolo” missionario che gira per le strade del mondo allo stesso modo di Cristo nel Vangelo odierno (Marco 10,17). Esattamente come come il cardinale Konrad a nome di papa Francesco. Come don Angelo e i suoi volontari nel crocevia parrocchiale di San Rocco a Matera… e nel “ghetto” La Felandina di Metaponto, prima che bruciasse di abbandono. E anche dopo.