Nella Sala Convegni Pietro Sassu, presso la sede materana dell’Università di Basilicata si è svolto il convegno di Tolbà “I centri culturali” per esporre un anno di sperimentazione di didattica interculturale riferito al progetto “ Le cicale”. Sono intervenuti il dirigente scolastico della scuola Media superiore di 1°grado “Torraca” di Matera Leonardo Iannuzzi, La Casa, Latorre, Lupo e Nova in rappresentanza del corpo docente e degli alunni, i volontari ed operatori di Tolbà, l’associazione Cedam di Bari, Bruna Iacovone che ha lavorato al progetto, Francesca Canterina di Tolbà. Ad introdurre i lavori Dorothy L. Zinn dell’Università di Basilicata, che ha fatto un excursus molto articolato e accattivante, illustrando le peculiarità del progetto e sottolineando che l’Associazione si occupa da anni di famiglie Rom e dei loro figli in Italia. Nel 2007 Tolbà risponde ad un bando dell’Osservatorio Nazionale del Volontariato del Ministero della Solidarietà Sociale. Viene approvato il progetto “Le cicale” che nasce dall’osservazione del fenomeno di stanzializzazione dei Rom, del disagio che accompagna gli adolescenti immigrati e lavora per ottenere strumenti creativi utili a costruire percorsi di auto rappresentazione, per una migliore conoscenza dell’individiuo e attenuare la negatività che accomuna Rom, migranti e adolescenti. La Zinn ha accennato all’obiettivo che è stato quello di creare percorsi differenziati nelle scuole e formare un team di esperti di pedagogia interculturale e di cultura rom, di costituire un Centro permanente per approfondire la conoscenza della cultura rom nel territorio dove queste persone vengono a trovarsi, costruire eventi musicali e letterari per raccontare la vita nomade, produrre con i giovani rom materiali creativi e comunicativi. Sono stati attivati laboratori di cinema in collaborazione con Cinefabbrica e laboratori di musica e scrittura grazie alla sinergia con la Scuola Media di primo Grado “Torraca” di Matera, definito dalla Zinn un “partner imprescindibile”. E’ stato realizzato il libro “Anche i miei fiori hanno bisogno di acqua” con i docenti della stessa scuola. Il dirigente Iannuzzi nel suo intervento ha detto che con Tolbà si è formalizzato un accordo di collaborazione che nasce da lontano e mai scritto negli anni precedenti. “Nella nostra scuola vi sono una trentina di alunni stranieri che provengono da diversi Paesi. “Se non ci prendiamo carico in toto dell’alunno , se non riusciamo a capire il suo viaggio, la sua cultura , la sua lingua, il suo mondo e interveniamo su qualcosa che non ha un’anima, non andiamo lontano. Siamo passati dal concetto di multiculturalità a quello di intercultura”. al dibattito partecipa anche un’alunna della media “Torraca”: “Noi ragazzi molto spesso sappiamo solamente insultare questi nostri coetanei rom. Abbiamo voluto partecipare al progetto per venire a contatto con i Rom e abbiamo imparato ad accettarli come gli altri e ne siamo usciti più nuovi e più forti”. La docente Isa La Casa tra l’altro ha detto: “ Non è facile aprire le porte del loro cuore e spesso vivono da soli. Insieme si può costruire qualcosa e Tolbà sta facendo un sacrificio notevole per creare quella rete indispensabile”. Bruna Iacovone: “E’ stata un’occasione che mi ha permesso di consolidare la mia esperienza di insegnante. La scuola deve operare con cognizione di causa e giungere all’accesso delle conoscenze. Straniero non è solo uno che viene da un Paese diverso ma anche l’insegnante che può far finta di non tenerlo in considerazione”. Pio Acito volontario dell’ambiente e partner del progetto conclude:“ Mi piace che vengano mantenute le tradizioni degli stranieri. La scuola deve fare vocabolari multilingue. Mettiamo a frutto le cose belle che dalle altre parti del mondo ci arrivano”.
Nov 30