Era di Ferrandina Maria Barbella, la prima donna condannata alla sedia elettrica negli Stati Uniti, che, come molti nostri connazionali, lasciò il suo paese d’origine ed emigrò nel Nuovo Continente in cerca di fortuna. A raccontare la sua storia è stata la scrittrice Idanna Pucci, pronipote di una ricca nobildonna americana sposata con l’italiano Detalmo di Brazzà che, venuta a sapere della vicenda di Maria Barbella, decise di interessarsene. “Nel libro “La signora di Sing Sing. No alla pena di morte” la Pucci spiega che le notizie, presenti nel testo, provengono da archivi, memorie, giornali e interviste, ma soprattutto da un manoscritto che il suo bisnonno scrisse per raccontare la storia di sua moglie Cora e della sua protetta Maria. Questa storia drammatica diventa un film, con la regia di Liliana Cavani, la sceneggiatura del giornalista e scrittore Andrea Purgatori e la produzione di Renzo Rossellini per Rai Cinema. Non è stato ancora definito il cast che dovrebbe annoverare attori e attrici internazionali; il film sarà girato entro il 2011 negli Stati Uniti, ma non si escludono sequenze anche in Italia. La vicenda di Maria inizia, quando partì dalla natia Ferrandina poco più che ventenne e nel 1892, insieme ai genitori e quattro fratelli, giunse a Little Italy, un piccolo paese non molto diverso dal luogo che aveva lasciato. Trovò subito lavoro in una sartoria, e precisamente nella fabbrica Lous Graner & C.e; portando lavoro anche a casa e cucendo fino a tarda notte, riusciva a guadagnare otto dollari la settimana. Per recarsi al lavoro, Maria passava davanti ad un lustrascarpe, che ad ogni suo passaggio tentava di “attaccare bottone.” Dopo tante insistenze la giovane ferrandinese cedette alle sue lusinghe, innamorandosi di quel bell’uomo “dai capelli neri imbrillantinati e dai baffi ben curati”. Era anche lui un lucano e precisamente di Chiaromonte; il suo nome era Domenico Cataldo che sedusse la giovane, promettendole di sposarla. L’uomo, però, ben presto cambiò idea e Maria, vedendolo allontanarsi sempre di più, un giorno lo raggiunse in un bar e mentre egli giocava a carte con un connazionale, gli tagliò la gola con un affilato rasoio. Domenico Cataldo morì e Maria fu arrestata e rinchiusa a “Le trombe”, le durissime prigioni di New York. Dopo un primo processo, Maria fu condannata alla pena di morte. La sua storia ad un certo punto si intrecciò con quella di Cora Slocomb di Brazzà, la quale prese tanto a cuore quella vicenda che si batté con ogni mezzo per ottenere la revisione del processo. S’impegnò con tutte le sue forze con l’aiuto di Frederick House, Emanuel Friend ed Edward Hymes, i tre avvocati più famosi di New York. Il nuovo processo durò 24 giorni e alla fine, il 10 dicembre 1896, la giuria si pronunciò per la non colpevolezza. La prima donna a morire sulla sedia elettrica non fu Maria Barbella, ma Martha M. Place nel 1899. Idanna Pucci ha continuato le sue ricerche sulla donna, spingendosi più volte a Ferrandina in cerca di notizie sulla sua famiglia e su un presunto matrimonio di Maria con un certo Francesco Paolo Bruno. Qui ha ricevuto la collaborazione di don Vincenzo Comple, parroco della chiesa del Purgatorio, scomparso alcuni ani fa, che cercò di aiutarla nella sua ricerca. Riuscì solo a sapere che aveva avuto un figlio in America e che probabilmente tra milioni di persone a New York oggi vi è un discendente di Maria Barbella. La storia di Maria Barbella è tornata a rivivere anche grazie alla compagnia “SenzaTeatro” di Ferrandina, presieduta da Davide Di Prima, che ha messo in scena in Italia e all’estero “Maria Barbella. Dal braccio della morte alla vita”, atto unico di Davide Di Prima, Francesco Evangelista e Adriano Nubile. Ad interpretare i vari personaggi della storia è stato lo straordinario Francesco Evangelista, accompagnato dalla voce fuori campo di Marianna Regina, e dai splendidi canti popolari di Domenica Lisanti. La revisione da parte dei tre autori ferrandinesi del testo della Pucci ha riguardato l’inserimento del vernacolo ferrandinese nell’opera teatrale che presenta anche temi importanti quali l’emigrazione, le battaglie civili e legali contro la pena di morte, la libertà e le radici culturali. “E’ un’odissea tra Ferrandina e l’America; – ha dichiarato la Pucci, dopo aver letto la sceneggiatura dell’opera teatrale e aver assistito allo spettacolo – e con grande emozione accolgo questo spettacolo che mette nella sua giusta luce una pagina così importante nella storia del rispetto della vita”. La compagnia “SenzaTeatro” con questo lavoro ha riscosso tanto successo e ricevuto importanti premi; tra gli altri, il premio “8° Stella d’argento 2010” come miglior monologo, nell’ambito del 14° Festival Nazionale Stella d’oro ad Allerona (Terni). La storia di Maria Barbella ha conquistato anche il pubblico di Donzdorf in Germania, grazie alla straordinaria bravura della compagnia teatrale ferrandinese, e di Toronto in Canada, quando i “SenzaTeatro”sono stati ospiti dell’”Istituto di Cultura Italiano a Toronto” e del “Basilicata Cultural Society of Canada”.
Mariangela Lisanti