La commedia è stata scritta nel lontano 1949 ma nonostante siano trascorsi ben 58 anni il testo non appare affatto invecchiato. "Romolo il grande" è un pezzo di satira efficace, autoironica, pungente e riflessiva sulle scelte politiche che hanno portato al decadimento dell’impero romano ma la rappresentazione teatrale potrebbe anche tornare utile per riflettere sui danni che provocano le scelte dei nostri attuali governatori. Nella sera in cui Obama diventa il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America, Matera ospita un testo in perfetta sintonia con i messaggi politici che sono stati diffusi in questi giorni dal vincitore. No alla guerra, si al dialogo tra i popoli. Abbiamo incontrato uno dei due protagonisti, Mariano Rigillo al termine dello spettacolo. Dispiaciuto per il numero risicato di spettatori, appena duecento, l’attore ha particolarmente apprezzato la nostra analogia tra il testo dedicato alle vicende del tardo impero romano e l’attuale situazione politica mondiale. E visto che proprio in giornata si celebrava la festa delle Forze Armate, Rigillo sottolinea il valore educativo e culturale dell’opera messa in scena: "Questo testo è stato scritto dopo la seconda guerra mondiale, quando erano ancora evidenti i disastri procurati anche nel nostro Paese dal conflitto mondiale. L’idea non era di storicizzare un evento così negativo per l’umanità ma di stimolare una riflessione sui valori che dovrebbero affermarsi tra le varie razze umane. Sono molto orgoglioso di questa rappresentazione perchè credo che dobbiamo lavorare per creare una società migliore, nella quale i nostri figli prendano coscienza del mondo in cui vivono. Sono felice per esempio della mobilitazione di questi giorni degli studenti universitari non tanto perchè contestano la riforma Gelmini ma sopratutto perchè si risvegliano dei movimenti che hanno la volontà di ribellarsi alle scelte dei potenti. E’ chiaro che i governanti preferiscono comandare un popolo di ignoranti ma proprio per scongiurare questo pericolo tocca a giovani darsi da fare. Come? Internet può essere un’ottima arma per veicolare il proprio pensiero anche se l’esperienza di Grillo, che va apprezzata perchè ha sicuramente dato una scossa a tante persone, non va bene quando si insiste con il "Vaffa day". La volgarità fine a se stessa non porta da nessuna parte anche se mi hanno informato che questi vocaboli sono inseriti anche nel nuovo Zingarelli." Sin qui l’attore Mariano Rigillo, che assieme ad Anna Teresa Rossini, nei panni di Giulia, moglie dell’imperatore ha dato vita con altri dieci attori alla commedia dedicata all’ultimo Imperatore romano, che nella realtà è stato un ragazzino di appena 14 anni. In realtà nel testo che si avvale della regia di Roberto Guicciardini, Romolo è rappresentato come un uomo che pensa esclusivamente ad allevare polli invece di dedicarsi alla gestione politica del suo impero in decadenza. Con due servitori fedeli, la moglie Giulia e la figlia Era, la vita dell’ultimo re di Roma scorre tranquilla e serera, senza preoccuparsi dell’avanzata dei Germani, che presto conquisteranno anche la capitale. Mentre il re dei Bizantini Zenone con i suoi camerlenghi porta un po’ di allegria in una casa dove dominano tristezza e paura per il futuro, il testo gioca naturalmente anche con i sentimenti. Emiliano, l’uomo che ha sempre amato Era, la figlia dell’Imperatore, è tornato a casa dopo un lungo periodo trascorso a combattere. Potrebbe convolare a nozze con la sua adorata compagna ma per Roma è disposto anche a cedere Rea ad un ciarlatano venditore di pantaloni, Cesare Ruff, che ha chiesto dieci milioni di sesterzi per salvare l’Impero. Rea è disposta al sacrificio ma Romolo si oppone e alla fine tutti i suoi familiari affonderanno con una zattera nel tentativo di raggiungere la Sicilia per sfuggire ai Germani. L’unico a restare al suo posto è Romolo, accompagnato dai fedeli camerieri. E’ pronto a morire ma l’arrivo di Odoacre, re dei Germani, accompagnato dal fedele nipote, non provocherà la sua morte. I due potenti in realtà scoprono di avere in comune la passione per il pollame e del conflitto che vede opposti germani e romani non vuole proprio occuparsi. Cederà a Romolo sei mila monete d’oro all’anno e una pensione, mentre il germano tornerà ad occuparsi di agricoltura. Entrambi sono stati prigionieri di una trappola infernale e alla fine si sono rivelati due "politici falliti".
Michele Capolupo