“Il cinema per il cinema – siamo con Jafar Panahi”
Proiezione gratuita de “Il cerchio” di Panahi” con firma di petizione e sottoscrizione
«Essere un regista in Iran è molto difficile per chiunque voglia rimanere indipendente da chi comanda. Io ho sempre cercato di esserlo, facendo film che piacessero a me e non a determinate persone. Per quelli come me c’è un prezzo da pagare, e fino ad ora io mi sono potuto permettere di pagarlo».
Jafar Panahi
L’Associazione Culturale “I Basilischi” onlus – Circolo FICC in collaborazione con la Mediateca Provinciale di Matera “A. Ribecco” e Recidivi – la Rete del Cinema di Puglia e Basilicata, aderisce all’iniziativa nazionale “Il cinema per il cinema: siamo con Jafar Panahi”.con l’obiettivo di mantenere viva l’attenzione dell’opinione pubblica e dei governi su tutti i numerosi casi di grave violazione dei diritti umani che si sta perpetrando in Iran.
Venerdì 26 marzo 2010, la Mediateca Provinciale di Matera “A. Ribecco”, a partire dalle ore 17.00, sarà in collegamento skype con l’evento “Spezziamo il cerchio” organizzato da “La casa del Cinema” di Roma.
Alle 19.00, ci sarà la proiezione gratuita de “Il Cerchio”, film con cui Jafar Panahi si è aggiudicato il Leone d’Oro a Venezia nel 2000 e che lo ha fatto conoscere in tutto il mondo.
Alla proiezione, seguirà un dibattito con il pubblico presente, a cui sarà proposto di firmare la petizione internazionale promossa dal premio Nobel per la Pace Adolfo Perez Esquivel.
La notte del 1° di marzo 2010 è accaduto qualcosa in Iran che ha cambiato definitivamente il senso del nostro essere cinefili qui in Italia come ovunque nel mondo. Uno dei più lucidi e coraggiosi cineasti di quel paese, Jafar Panahi, insieme alla moglie, alla figlia e ad altre 15 persone, tra cui i registi Mohammad Rasulov, Mahnaz Mohammadi, Rokhsareh Ghaem-Maghami e il cineoperatore Ebrahim Ghafari sono stati arrestati da agenti in borghese della polizia iraniana che hanno fatto irruzione nella sua abitazione. La motivazione è di aver filmato, con il fine di documentarle, le proteste seguite alle elezioni del giugno scorso. La notizia del suo arresto, e della detenzione degli altri registi, ha fatto scalpore per la notorietà internazionale del personaggio coinvolto, ma Panahi è solo una delle migliaia di persone arrestate a causa della loro opposizione nonviolenta al regime.
Dal giorno dell’arresto di Panahi e degli altri, numerosi esponenti del cinema e della cultura di quel paese, molti dei quali attualmente in esilio, si sono mobilitati per non far calare il silenzio su questi arresti e sulle drammatiche condizioni di reclusione in Iran. Abbas Kiarostami, maestro del cinema iraniano con cui lo stesso Panahi aveva esordito nel cinema come assistente alla regia in “Sotto gli ulivi” (1994), l’8 marzo scorso ha coraggiosamente scritto una lettera aperta, pubblicata su un quotidiano di Teheran e ripubblicata dal New York Times, chiedendo la liberazione dei colleghi Jafar Panahi e Mahmoud Rasoulof e degli altri imprigionati dal regime, per i quali «il cinema non è un crimine […] ma una necessità vitale”.
Il cinema di Panahi ci chiede di impegnarci in prima persona, perché come dice Kiarostami «La bellezza dell’ arte sta nella reazione che suscita». Di questo Panahi era ben consapevole, al punto da affermare: «Essere un regista in Iran è molto difficile per chiunque voglia rimanere indipendente da chi comanda. Io ho sempre cercato di esserlo, facendo film che piacessero a me e non a determinate persone. Per quelli come me c’è un prezzo da pagare, e fino ad ora io mi sono potuto permettere di pagarlo».
Jafar Panahi esordisce nel cinema come assistente alla regia in “Sotto gli ulivi” (1994), del maestro del cinema iraniano Abbas Kiarostami. Passa alla regia nel 1995 con “Il palloncino bianco”, con cui vince la Camera d’or al festival di Cannes. La sua opera seconda, “Lo specchio” si aggiudica nel 1997 il Pardo d’oro a Locarno. “Il Cerchio”, nel 2000, film sulla condizione delle donne sotto il regime islamico in Iran, oltre a vincere a Venezia conquista critiche entusiastiche in tutto il mondo e ottiene il premio Fipresci come film dell’anno. Tra gli altri suoi film, “Oro rosso” (2003), premio della giuria di Un certain regard a Cannes, e “Offside” (2006), che conquista il Leone d’argento e il gran premio della giuria a Berlino.
IL CERCHIO
Di Jafar Panahi
Soggetto: Jafar Panahi; sceneggiatura: Kambozia Partovi; fotografia: Bahram Badakhshani; montaggio: Jafar Panahi; scenografia: Iraj Raminfar; interpreti: Fareshteli Sadr Orafai (Pari, l’evasa), Maryiam Parvin Almani (Arezou), Nargess Mamizadeh (Nargess), Elham Saboktakin (Elham, l’infermiera), Monír Arab (Monir, la cassiera del cinema), Fatemeh Naghavi (Nayereh, la madre), Mojgan Faramarzi (Mojgan, la prostituta); produzione: Jafar Panahi per Jafar Panahi Film Produetions/Mikado/Lumière & Company; distribuzione: Mikado; origine: Iran/Italia, 2000; durata: 90′.
Trama
Una donna ha appena dato alla luce una bambina, e già sono entrambe malvolute. Tre donne vengono rilasciate dalla prigione con un permesso temporaneo e il bisogno di trovare dei soldi per fuggire le porterà a prendere misure disperate. Sola e senza documenti, una giovane donna e costretta a mentire per comprare un biglietto per un autobus che la porti fuori città. Una donna non sposata fugge di prigione per poter abortire e viene allontanata dalla casa del padre in seguito alla reazione violenta dei fratelli. I loro crimini sono privi sostanza, non importa che siano colpevoli o innocenti. Il loro cammino si incrocierà a creare nuovi intrecci.