Il critico d’arte per eccellenza, Vittorio Sgarbi e un giovane artista materano, Mimmo Centonze. Insieme a Matera per inaugurare all’interno della sala della Biblioteca provincia la mostra dedicata alle opere di Italo Squitieri, pittore nato a Potenza che ben presto ha lasciato la terra lucana per motivi di studio trasferendosi a Pavia, dove si è innamorato della pittura. Un artista lucano che fa scoprire un altro artista lucano con la partecipazione di un grande professionista come Vittorio Sgarbi. Accade a Matera, città candidata a capitale europea della cultura nel 2019. Mimmo Centonze ha conosciuto Vittorio Sgarbi nel 2007 durante la 58^ edizione del premio Michetti: in quella occasione il critico d’arte notò le sue sculture e grazie al feeling che si subito instaurato tra l’artista materano e il critico d’arte più noto d’Italia Mimmo Centonze partecipa alla mostra presentata proprio da Vittorio Sgarbi e dedicata ai “Nuovi pittori della realtà” all’interno del Padiglione di Arte Contemporanea di Milano. Da tre anni Sgarbi segue con grande attenzione il percorso artistico del trentunenne artista materano e lo scorso anno è arrivata la prima esposizione personale denominata “Lo spazio e il nulla”. Una mostra ideata e curata da Vittorio Sgarbi con testi di Oliviero Toscani e Marco Vallora negli spazi della Galleria Il Mappamondo di Milano. Mimmo Centonze ha scoperto di recente le opere di Italio Squitieri e con grande entusiasmo ha promosso la mostra inaugurata nel tardo pomeriggio e allestita al secondo piano della biblioteca provinciale di Matera. Per il vernissage sono intervenuti anche la direttrice della biblioteca Anna Maria Carbone e il presidente del consiglio provinciale di Matera Aldo Chietera, che ha ricordato il forte legame tra l’artista lucano e Indro Montanelli, una delle firme più prestigiose del giornalismo italiano. L’incontro tra Squitieri e Montanelli è avvenuto a Cortina, città nella quale Montanelli trascorreva i suoi momenti di relax e nella quale invece aveva scelto di risiedere dopo un lungo viaggio in Asia Minore, che aveva ispirato diverse opere pittoriche, tra cui la raffigurazione di Petra, città che per caratteristiche morfologiche ricorda molto i Sassi di Matera a tal punto che negli ultimi anni è stato avviato un rapporto tra i due Comuni per sancire un gemellaggio culturale. Dopo il ritorno il Italia e l’apertura di uno studio a Roma, il pittore lucano ha esposto le sue opere in tutta Europa, a Londra, Berlino, Dusseldorf, Monaco, Francoforte, Ginevra e Zurigo mentre a Parigi incontra Cocteau, Picasso, Max Ernst, Severini e Braque. Squitieri è scomparso nel 1994, periodo nel quale cominciava a farsi apprezzare maggiormente a livello internazionale. Un artista che la sua terra aveva dimenticato e che grazie alla passione per l’arte di Mimmo Centonze torna alla ribalta con una esposizione che sarà a disposizione dei visitatori sino al prossimo 9 gennaio 2011.
Il curatore Mimmo Centone ha selezionato cinquanta opere dell’artista Italo Squitieri cercando di restituire una rassegna più completa possibile del suo lavoro. Si tratta di una selezione degli ultimi lavori ancora in possesso degli eredi. Non manca tuttavia la possibilità di ripercorrere i vari periodi dell’artista. Si comincia con le opere degli anni Cinquanta, nelle quali la presenza dell’uomo è suggerita dagli oggetti che ne testimoniano l’avvenuto passaggio, come abiti appesi appena dismessi e sedie vuote lasciate in mezzo ad una stanza. Si passa poi al ciclo de “Il Potere”, con una scelta di sole quattro opere sulle ventotto dell’intero ciclo, fortemente rappresentative dei nostri tempi. Viceversa, per la prima volta nella città di Matera sarà possibile visionare l’intero ciclo su “Petra”, presentato ed esposto in linea d’aria con i “Sassi”, dando vita ad un perfetto ed ancora vivo dialogo tra le due città. I paesaggi lucani di montagne e valli che, nonostante la maestosità, accolgono con affetto materno piccolissime case trafitte dal sole. Luoghi mai dimenticati dal pittore, citati a memoria, a volte attraversati da sontuosi cavalli e nudi cavalieri che si confrontano con la natura e vanno incontro ad una luce fuori campo che li invade. Tutta l’opera di Squitieri è attraversata da una luce radente accecante, che riesce a far fuoriuscire figure e luoghi come incastonati in una pietra che si è fatta pittura e materia e quindi luce, la sua straordinaria ossessione.
Particolarmente atteso l’intervento di Vittorio Sgarbi, che ha subito accettato l’invito di Mimmo Centone per la presentazione ufficiale delle opere di Italo Squitieri pur non avendo mai visto in precedenza le sue opere. “Osservando le sue opere posso dire che Squitieri non ha nulla di provinciale. Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un artista che non ha ricevuto il giusto riconoscimento per il valore artistico espresso dalle sue opere. Un altro artista della provincia di Potenza che merita maggiore attenzione si chiama Gaetano Pompa. Come sapete attualmente svolgo il ruolo di assessore alla cultura del Comune di Milano e sono il sindaco di Salemi, una città così bella in una terra tormentata dal terremoto e dalla mafia. Ma il richiamo di Matera è sempre molto forte e quando Mimmo Centonze mi ha invitato per questa presentazione non potevo assolutamente dire di no. Quando ho trascorso l’ultimo capodanno in questa città ho sollecitato e mi è stata proposta l’idea di diventare il sindaco di Matera. L’avrei fatto volentieri perchè questa città come Salemi credo che abbia bisogno di una persona esterna pronta a lavorare con entusiasmo per la crescita di questo territorio. La mia non era un’ambizione ma una candidatura di servizio. Tornando all’artista poi prova a spiegare il rapporto tra Montanelli e Squitieri. “I due si sono conosciuti a Cortina, dove il giornalista trascorreva il suo periodo estivo. Entrambi sciavano e un giorno ho scoperto che Squitieri si è infortunato ad una gamba. In quel momento ha pensato che poteva dedicarsi maggiormente alla pittura. E’ stato così anche per me quando frequentavo il collegio, dove tutto era proibito e si poteva leggere solamente Cuore e qualche altra pubblicazione. Io una volta mi sono fatto male la gamba e così sono rifugiato in un bagno dove nascondevo i libri oscar Mondadori per leggeri un po’ alla volta. In questo artista, che ho avuto modo di apprezzare solo stasera, è evidente il suo rapporto con Mario Sironi e tra le opere esposte in questa sala mi ha colpito molto quella in cui viene raffigurata Petra, con delle case che presentano dei buchi neri, una scelta che riconduce ad una dimensione attratta dell’opera pittorica. Partendo da Sironi, che era un naturalista, Squitieri si evolve e diventa illustrativo. Una scelta, quella dei buchi neri, che ritroviamo anche in alcune opere dell’artista materano Franco Di Pede, un esempio di professionalità e amore per la propria terra. Per quanto riguarda il mio ritorno a Matera posso dire con sincerità che qui mi sento a casa mia e credo che per tutti dovrebbe essere così, perchè Matera non è un luogo, è un “non luogo”, nel senso che tutti la devono sentire propria. Se devo scegliere una città italiana, non direi Ferrara, città in cui sono nato, preferisco sicuramente Matera.”
Sgarbi ha poi colto l’occasione per presentare anche il suo ultimo libro, dal titolo sicuramente romantico “Viaggio sentimentale nell’Italia dei desideri”, in cui dedica diverse pagine ai capolavori presenti a Matera, Miglionico, Irsina e Genzano. “Dovete sapere che mia sorella, che ha inventato anche il festival milanesiano dove si incontrano i punti di riferimento di scienza, arte, letteratura, è anche la direttrice editoriale della Bompiani e quindi mi permette ogni anno di pubblicare un libro. Naturalmente non avrei tempo per scriverne uno con questa frequenza ma siccome nel corso degli anni ho scritto migliaia di pagine sull’arte italiana diventa un gioco da ragazzi trasferire questo materiale in un libro. Questa pubblicazione ha un titolo romantico perchè racconta le bellezze artistiche presenti da Belluno alla Sicilia. Nonostante la presenza di amministratori egoisti, che continuano a distruggere il nostro Paese con l’installazione di pale eoliche e il fotovoltaico, penso per esempio a quanto sta accadendo in Puglia e in Sicilia, credo che in Italia ci siano dei posti dove l’arte è ancora viva. Matera più di altre città ha questa forza, questa energia e nel libro racconto questo ritorno alla vita nei Sassi a distanza di sessantanni dall’evacuazione imposta da De Gasperi. Da 15 anni ritorno con una frequenza incredibile anche a Irsina, terra in cui grazie a Chiara Gelao è stata attribuita una grande opera rinascimentale ad Andrea Mantegna, un artista che attraverso la pittura è riuscito ad esprimere anche altre forme d’arte: la poesia, la scrittura e l’architettura. C’è solo un artista che si è fatto apprezzare come poeta, architetto, scrittore e e pittore e si chiamava Michelangelo. Mantegna è riuscito a fare una sintesi delle sue qualità in una sola opera. Ma in questa terra c’è anche la pinacoteca d’Errico e in proposito ricordo il sindaco dell’epoca di Palazzo San Gervasio che si è incatenato quando alcune opere rischiavano di essere trasferite nel Palazzo Lanfranchi di Matera. Insomma, una regione densa di opere straordinarie, che vanno tutelate e valorizzate attraverso la conoscenza.” A Sgarbi chiediamo cosa ne pensa della candidatura di Matera a capitale europea della cultura nel 2019 e se intende dare qualche consiglio alla città per raggiungere un obiettivo tutt’altro che semplice. “Ho già detto altre volte che per me Matera è meglio di Venezia. E le tra le due città potrebbe nascere un ponte, che partirebbe da Salemi per poi collegare due splendide città. Matera non ha nulla di meno rispetto alle altre candidate ma io voglio essere chiaro. Diventare capitale europea della cultura è un po’ come essere inseriti nella lista delle città tutelate dall’Unesco. L’importante è concorrere e poi la città potrebbe inventarsi qualcosa per attirare comunque tanti visitatori. Bisogna pensare a nuove soluzioni. Matera e Venezia possono lavorare insieme come stanno cercando di fare Bari e Milano per l’Expo del 2015. Le idee ci sono e da sindaco avrei sicuramente messo a frutto la mia esperienza da amministratore non legato alla realtà locale. L’attuale sindaco, che è stato già mio avversario in Parlamento, sarà una brava persona sicuramente, ma sarà sempre legato alle logiche della realtà locale.” Visto che ama così tanto la città di Matera, proverà a candidarsi tra cinque anni? “No, l’entusiasmo mi è passato”. E’ vero che ha una casa a Matera? “No, non so chi ha messo in giro questa voce. Quando vengo qui di solito scelgo l’albergo diffuso Sextantio, un posto dove ho la possibilità di rivivere quello che accadeva in passato nella vostra città”. Per la presentazione delle opere di Italo Squitieri questa volta Vittorio Sgarbi è tornato a Matera in compagnia di un altro lucano doc che si è trasferito al Nord e per una pura coincidenza è diventato un collega all’interno del palazzo di Città di Milano. Stiamo parlando di Antonio Calbi, originario di San Mauro Forte e oggi responsabile del settore spettacolo per il Comune meneghino. E’ stato proprio Calbi a far scoprire tre settimane il suo centro natio e i Sassi di Matera al presidente dell’Inter Massimo Moratti.
Michele Capolupo
La fotogallery sulla presentazione delle opere di Italo Squitieri a Matera con Vittorio Sgarbi e Mimmo Centonze.
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La biografia di Italo Squitieri (nella foto in basso)
Italo Squitieri nasce nel febbraio del 1907 a Potenza, in terra di Lucania. Svolge i suoi studi a Pavia ed è qui che fa il suo incontro con la pittura. Gli interessi giovanili sono per l’impressionismo (Degas) in un primo tempo e, in seguito, per il futurismo, però la via del “Novecento” è quella destinata a dare alla sua pittura l’impronta decisiva.
Negli anni che seguono, una serie di fortunate mostre in Italia e all’estero suscitano vivissimo interesse nella critica e nel collezionismo:
1929 – Prima Mostra alla Galleria “La Permanente” di Milano_ 1° premio per I Giovanissimi.
1929 – Mostra Sindacale di Napoli.
1930 – Mostra Personale. Palazzo del Fascio. Potenza.
1930 – Mostra Personale nella Galleria La Barcaccia, Roma.
Nel 1931 parte per un lungo viaggio in Asia Minore, dove dipinge figure e paesaggi ispirati a quegli ambienti. Tiene mostre personali a Beirut, Damasco, Tripoli di Siria, Aleppo, Il Cairo, Alessandria d’Egitto, Rodi e Gerusalemme.
Di ritorno in Italia, nel 1936, sistema il suo studio nella nota via Margutta, a Roma, dove il suo rifiuto alle congreghe si fa più radicale, esplicito: proprio questa indipendenza nella pittura, come nella vita, gli aprono le porte della Biennale e Quadriennale, delle gallerie più qualificate, sia italiane che straniere. Espone a Londra, Berlino, Dusseldorf, Monaco, Francoforte, Ginevra e Zurigo.
A Parigi incontra Cocteau, Picasso, Max Ernst, Severini e Braque.
Nel 1940 viene chiamato alle armi come ufficiale d’artiglieria. Alla fine della guerra ritorna a Roma. L’orgia degli “ismi” diviene un carnevale impraticabile e Squitieri decide di fuggire dalla capitale, cercando un rifugio dove raccogliere le esperienze di tanti anni e dei lontani luoghi esplorati: lo trova a Cortina d’Ampezzo.
Qui la sua pittura diviene una cosa sacrale, forte, severa: dipinge tele che cantano la bellezza dei “tabià”. La tavolozza si restringe ai soli bruni dell’assito tormentato dalla furia delle tempeste, al bianco di calce sulle pareti di pietra, ai grigi rugginosi delle lastre dolomitiche, ai neri profondi degli interni, ai grigiobluastri dei cieli foschi, agli isolati punti di rosso e di giallo di qualche fiore che salvano il dramma. Mai un cielo azzurro: scadrebbe tutto in una cartolina!
Dipinge a volte montagne nude e silenti.
Le composizioni di carattere arcaico a cui Squitieri si dedica dal 1956, nutrite dai “miti” della sua Lucania, risentono sensibilmente delle esperienze di quel viaggio in Asia Minore, dove ebbe modo di studiare a fondo l’arte assira e gli Egizi.
Nell’arco di tempo che va dal 1972 al 1979, con molto impegno, dipinge Il Potere, la sua opera maggiore: un ciclo di 26 tele come altrettanti capitoli di un unico tema.
La Mostra de’ Il Potere si aprì nello Studio 23 a Cortina nel 1979, per poi essere accolto nel 1980 alla Mostra Antologica tenutasi nella prestigiosa Villa dei Dogi Contarini, sul Drenta. Seguì una mostra a Palazzo Barberini nel 1982 e ancora a Roma nella Galleria Cangrande, nel 1984.
Nello stesso periodo, ebbe anche occasione di fare mostre all’estero e realizzare lunghi viaggi che sono sempre stati, per Squitieri, grande nutrimento per la sua anima, non solo come artista.
Italo Squitieri muore nel 1994, all’alba del 28 dicembre, nel suo studio di Cortina, a Villa La Furlana, tra i suoi colori e i suoi pennelli, davanti alla sua ennesima creazione.
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Biografia di Mimmo Centonze.
Nato a Matera il 10 giugno 1979, si avvicina alla realtà artistica da autodidatta; già in giovane età si sente stimolato dalla frequentazione della pittura del passato conosciuta nei libri e coltivata con la visita ad importanti Musei a Roma, Firenze, Venezia, ma anche a Londra, Parigi, Amsterdam e New York.
A soli 15 anni comincia a riprodurre con notevole rigore tecnico alcune opere dei grandi del passato, da Tiziano, Caravaggio, Rembrandt, Monet, Renoir, Van Gogh fino a Chagall, De Chirico e Modigliani, determinato ad approfondirne lo studio e, curioso di carpirne i segreti tecnici e teorici, si immerge nella lettura dei più importanti Trattati di Pittura come quello di Leonardo da Vinci, di Vasari, di Cennini, ma anche quelli di artisti più vicini a noi come di De Chirico, di Previati, di Piva, di Nicodemi, di Hebborn.
Nel 2000 si iscrive all’Università degli Studi di Bologna e frequenta il DAMS, Corso di Laurea in Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo.
Nel 2004 entra a far parte della bottega del pittore Renato Nosek, già esponente de “La Nuova Maniera Italiana”, movimento teorizzato dal critico d’arte Giuseppe Gatt, e si dedica all’approfondimento del disegno e della pittura “dal vero”, soprattutto dello studio della figura umana, sviluppando anche l’interesse per il ritratto senza trascurare la conoscenza delle allegorie e dei simboli che fanno parte dell’apparato iconologico ed iconografico occidentale.
In questa prospettiva di studio e di apprendimento delle tecniche artistiche, nel 2004 entra a far parte dell’associazione di incisori “Grafica di via Sette Dolori” a Matera dove dal 1978 Maestri di fama nazionale ed internazionale si avvicendano a tenere i corsi per l’insegnamento delle tecniche di incisione calcografica.
Nel 2005 visita a Venezia la retrospettiva sul lavoro di Lucian Freud e nel 2006 si reca a Londra per la mostra dedicata dalla National Gallery a Velasquez. Fortemente impressionato dagli studi sull’uso materico del colore del primo e dalla distribuzione delle luci e delle ombre del secondo inizia una fase di sperimentazione della materia pittorica che darà vita anche ad una serie di lavori astratti che gli permetteranno di familiarizzare con il gesto pittorico e di usare in modo più consapevole e maturo il colore. Nel 2007 le sue opere sono selezionate dalla commissione della LVIII Edizionedel Premio Michetti per la mostra “Nuovi realismi” del MUMI – Museo Michetti e, nello stesso anno, partecipa alla mostra “Nuovi pittori della realtà” del PAC – Padiglione di Arte Contemporanea di Milano, presentata da Vittorio Sgarbi. Il superamento di quest’ulteriore frontiera lo condurrà alla trasposizione di interni industriali nei quali l’energia del gesto si fonde con la meticolosa attenzione per lo studio del colore e della luce. Nel 2009 espone al Museo della Permanente di Milano per il Premio Morlotti Imbersago.
Nel 2009 la prima personale “Lo spazio e il nulla” ideata e curata da Vittorio Sgarbi con testi di Oliviero Toscani e Marco Vallora negli spazi della Galleria Il Mappamondo di Milano.
Martedì 2 novembre alle ore 18 nella sala conferenze della Bibilioteca Provinciale, al secondo piano, Vittorio Sgarbi e Mimmo Centonze inaugurano la mostra “Italo Squitieri – Luce radente”. Una mostra che apre un dialogo immaginario tra due importanti artisti della Basilicata: Mimmo Centonze, giovane artista trentenne di Matera in perenne ascesa nazionale e Italo Squitieri nato a Potenza, vissuto in Europa e in Asia minore e scomparso in piena affermazione nel 1994. Mimmo Centonze, qui nuovamente in veste di curatore di una mostra, ha selezionato cinquanta opere dell’artista Italo Squitieri cercando di restituire una rassegna più completa possibile del suo lavoro. Si tratta di una selezione degli ultimi lavori ancora in possesso degli eredi. Non manca tuttavia la possibilità di ripercorrere i vari periodi dell’artista. Si comincia con le opere degli anni Cinquanta, nelle quali la presenza dell’uomo è suggerita dagli oggetti che ne testimoniano l’avvenuto passaggio, come abiti appesi appena dismessi e sedie vuote lasciate in mezzo ad una stanza. Si passa poi al ciclo de “Il Potere”, con una scelta di sole quattro opere sulle ventotto dell’intero ciclo, fortemente rappresentative dei nostri tempi. Viceversa, per la prima volta nella città di Matera sarà possibile visionare l’intero ciclo su “Petra”, presentato ed esposto in linea d’aria con i “Sassi”, dando vita ad un perfetto ed ancora vivo dialogo tra le due città. I paesaggi lucani di montagne e valli che, nonostante la maestosità, accolgono con affetto materno piccolissime case trafitte dal sole. Luoghi mai dimenticati dal pittore, citati a memoria, a volte attraversati da sontuosi cavalli e nudi cavalieri che si confrontano con la natura e vanno incontro ad una luce fuori campo che li invade. Tutta l’opera di Squitieri è attraversata da una luce radente accecante, che riesce a far fuoriuscire figure e luoghi come incastonati in una pietra che si è fatta pittura e materia e quindi luce, la sua straordinaria ossessione. Dal 3 novembre 2010 al 9 gennaio 2011 le opere di Italo Squitieri rimarranno esposte presso la Biblioteca Provinciale (2° piano) – Ingresso via Roma, Matera lunedì-giovedì dalle ore 08:30-18:30 venerdi-sabato 8:30-13,30 – Info 0835-306513 Dopo l’inaugurazione della mostra, Vittorio Sgarbi presenterà il suo nuovo libro “Viaggio sentimentale nell’Italia dei desideri”, un itinerario dell’imprevedibile critico nel Belpaese, che passa anche per Matera, Irsina e Miglionico.