Antonio D’Ercole, il cantore della materanità, è in libreria con la terza edizione del suo libro “Voci di Sassi” racconti di vita quotidiana, soprannomi, proverbi e dicerie. Il primo dizionario della lingua materana. Ha cambiato veste tipografica (Tipografia Controstampa Matera) dal marrone che ha preceduto le precedenti edizioni si passa adesso al nero e grigio per la foto panoramica dei Sassi con foto e progetto grafico di Antonio Del Giudice.
“Voci di Sassi” di Antonio D’Ercole, prodotto editoriale che risale al 2001 si presenta con un numero di pagine più ricco per arricchire il volume di altri elementi dedicati alla cultura e alle tradizioni materane. Dalla “voce” diretta dell’autore sentiamo quali sono le novità a disposizione dei lettori. Perché questi cambiamenti estetici? “Adeguo il volumo al nuovo. Anche nel suo interno aggiungo nuovi argomenti, definizioni, racconti. Il volume si arricchisce anche di altre foto d’epoca. Inoltre riporto le cosiddette dicerie, che erano spontanee e immediate osservazioni del vivere naturale respirate nel vicinato. La mia materanità mi porta all’ascolto interiore delle voci ed echi che mi evocano memorie del passato.”
Si sente soddisfatto per questa “aggiunta culturale e ancor più antropologica”? “Diciamo che addolcisce l’anima di un periodo della mia prima giovinezza in cui gli istinti, che erano rivolti al miglioramento delle condizioni di vita, venivano repressi dalle ristrettezze del tempo. Ricordarli per me è, comunque, un orgoglio. Infatti, nelle ristrettezze economiche del tempo che si viveva, si aveva maggiore rispetto dei genitori che non avevano colpe per il precario tenore di vita”.
Sono dicerie che rappresentano anche una saggezza del tempo? “Oggi le dicerie che la mia memoria richiama, sono valori di intelligenza che gli uomini di vasta cultura ritengono essere pillole di saggezza”.
Il libro naviga in un vernacolo materano con a fronte le pagine in lingua italiana e l’autore indugia su “Storie di uomini e di case”, su “Costumi, riti e ricorrenze” e conclude con “La lingua” portando alcune nozioni di grammatica e dizionario materano. Si apre con la prefazione di Emanuele Giordano.
A Matera è dedicata questa fatica di Antonio D’Ercole che nella sua genuinità e nella manifesta comprensibile assenza di rigide tecniche di raccolta e sistemazione del materiali, è testimonianza accorata e appassionata verso il dialetto natio” e si chiude con la postfazione del professore Giovanni Caserta: “C’è nella materialità del libro un ricco dizionario materano che raccoglie circa cinquemila vocaboli, cui si fa corrispondere il significato italiano. E dopo il vocabolario materano di Francesco Rivelli, nessuna altra fatica di tal genere era stata compiuta”.
Il libro è un agglomerato urbano nella sua piena evoluzione materana che si sviluppa sul filo dei sentimenti, della memoria e che l’autore dedica alla moglie.