Sabato 26 marzo, ore 14, Piazza della Repubblica, Roma.
Oltre un milione e quattrocentomila donne e uomini hanno sottoscritto i referendum per togliere la gestione del servizio idrico dal mercato e i profitti dall’acqua.
Lo hanno fatto attraverso una straordinaria esperienza di partecipazione dal basso, senza sponsorizzazioni politiche e grandi finanziatori, nel quasi totale silenzio dei principali mass-media.
Grazie a queste donne e questi uomini, nella prossima primavera l’intero popolo italiano sarà chiamato a pronunciarsi su una grande battaglia di civiltà: decidere se l’acqua debba essere un bene comune, un diritto umano universale e quindi gestita in forma pubblica e partecipativa o una merce da mettere a disposizione del mercato e dei grandi capitali finanziari, anche stranieri.
Noi che ci siamo impegnati nelle mobilitazioni del popolo dell’acqua, nelle battaglie per la riappropriazione sociale dei beni comuni e per la difesa dei diritti pensiamo che i referendum siano un’espressione sostanziale della democrazia attraverso la quale i cittadini esercitano la sovranità popolare su scelte essenziali della politica che riguardano l’esistenza collettiva.
Per consentire la massima partecipazione, chiediamo che il voto referendario sia accorpato alle prossime elezioni amministrative e che prima della celebrazione dei referendum si imponga la moratoria ai processi di privatizzazione.
Crediamo anche che il ricorso all’energia nucleare sia una scelta sbagliata perché è una fonte rischiosa, costosa, non sicura e nei fatti alternativa al risparmio energetico e all’utilizzo delle fonti rinnovabili.
Siamo convinti che una vittoria dei SI ai referendum della prossima primavera possa costituire una prima e fondamentale tappa, non solo per riconsegnare il bene comune acqua alla gestione partecipativa delle comunità locali, bensì per invertire la rotta e sconfiggere le politiche liberiste e le privatizzazioni dei beni comuni che negli ultimi trent’anni hanno prodotto solo l’impoverimento di larga parte delle popolazioni e dei territori e arricchito pochi gruppi finanziari con una drastica riduzione dei diritti conquistati, determinando la drammatica crisi economica, sociale, ecologica e di democrazia nella quale siamo tuttora immersi.
Cambiare si può e possiamo farlo tutte e tutti assieme.
Il 26 marzo numerosi pullman partiranno dalla Basilicata per assicurare la presenza di tanti cittadini lucani alla manifestazione nazionale.
Associazioni , movimenti sindacali, riuniti sotto un unico vessillo sensibilizzeranno gli italiani , come è già accaduto per la sottoscrizione dei referendum.
Apriranno la manifestazione i Gonfaloni di molti Comuni Italiani e tra questi vi saranno quelli del Comune di Potenza e di Matera, le cui amministrazioni hanno aderito con entusiasmo convinto alla iniziativa.
Il comitato per la Campagna Referendaria 2 SI’ per l’Acqua Bene Comune di Basilicata.
Presidente De Filippo su “2 Sì per l’Acqua Bene Comune”: “Idealmente sarò presente alla manifestazione nazionale di sabato prossimo a Roma”.
“Una serie di impegni istituzionali precedentemente assunti, che mi vedranno impegnato per l’intera giornata prima a Potenza e poi a Viggianello e Villa D’Agri, mi impediranno di partecipare sabato prossimo, a Roma, alla manifestazione nazionale promossa dal Comitato Referendario “2 Sì per l’Acqua Bene Comune” e dal Forum dei Movimenti per l’Acqua”.
Lo fa sapere, per il tramite del proprio portavoce Nino Grasso, il presidente della Regione, Vito De Filippo.
“Idealmente – sottolinea il governatore lucano – sarò comunque in prima fila in quella che è una battaglia di civiltà e di democrazia per la difesa di un bene comune di vitale importanza”.
“Sin dal primo momento, ho personalmente condiviso la scelta referendaria, facendomi peraltro portavoce, in sede politica, della opportunità di far coincidere in un’unica tornata elettorale sia il voto per le amministrative di maggio che quello per il referendum, fissato per il 12 giugno. Mi auguro – aggiunge De Filippo – che il Governo, facendo propria una scelta ispirata al rigore finanziario e al buon senso amministrativo, eviti di sprecare attraverso un inutile doppione elettorale qualcosa come 350 milioni di euro. Tanto più che questi fondi potrebbero essere impiegati produttivamente in altre direzioni, alla luce delle diverse emergenze ambientali e umanitarie che il Paese si trova ad affrontare in questi giorni”.
“Anche per questa ragione – conclude il prsidente della Regione Basilicata – è importante lavorare per il successo della manifestazione nazionale di sabato prossimo a Roma, tenuto conto che tra i quesiti referendari sottoposti al voto degli italiani vi sarà pure quello che riguarda il ritorno al nucleare. Una scelta, quest’ultima, che come Regione Basilicata abbiamo sempre avversato, convinti come siamo che uno sviluppo sostenibile non possa che essere fondato sull’utilizzo prioritario delle fonti energetiche alternative”.