Come devono approcciarsi correttamente al credito i Giovani Imprenditori? Come distinguere tra rischio finanziario e rischio imprenditoriale per un’impresa in fase di start up? Come ottenere un rating elevato per la concessione del credito?
Queste ed altre domande sono state l’oggetto di un confronto tenutosi venerdì sera presso la sede dell’API tra il Gruppo Giovani Imprenditori e alcuni istituti di credito e consorzi fidi operanti sul territorio.
I responsabili di Banca Popolare del Mezzogiorno, Unicredit, Carime, BCC di Cassano e Tolve e Cofidi Impresa hanno risposto ad alcune domande poste loro dai Giovani Imprenditori volte a cogliere le opportunità di accesso al credito per la Giovane Impresa.
La crisi economica inciderà negativamente sui bilanci del 2009, peggiorando i rating di molte imprese, anche sane. Per questo motivo il presidente del Gruppo Giovani Imprenditori dell’API, Andrea Acito, ha chiesto alle banche di utilizzare strumenti alternativi di valutazione del merito creditizio, come lo studio dei piani previsionali, della storia aziendale e, per le nuove aziende, uno studio del settore di riferimento più dettagliato e il ricorso alle garanzie dei consorzi fidi, in grado di agevolare l’accesso al credito abbattendo anche i tassi di interesse.
Un vantaggio, inoltre, è concesso anche dal credito cooperativo che ha meno vincoli sulle regole di Basilea 2 e che, invece, è maggiormente legato alla storia aziendale, anche dei giovani imprenditori.
E questo non è poco, alla vigilia della nuova Basilea 2 che rischia di soffocare la ripresa e di produrre un effetto aggiuntivo di razionamento del credito. E’ giusto rifiutare il finanziamento alle aziende a rischio di default, ma è necessario superare i meccanismi automatici, legati alla “freddezza” di un software, per sostenere le imprese che stanno faticosamente cercando di uscire dalla crisi.
Sarebbe paradossale avere le banche piene di liquidità e le imprese che chiudono per mancanza di credito.