Al Dott. Tito Di Maggio
Presidente del Distretto del Mobile Imbottito Matera – Montescaglioso
Ai Sigg.ri Componenti del Comitato di Direzione
del Distretto del Mobile Imbottito Matera – Montescaglioso
Matera, 01 dicembre 2009
Gentile Presidente e Gentili Colleghi,
Come anticipato nell’ultima riunione ordinaria del Comitato di Direzione del Distretto, rassegno le mie dimissioni motivandone di seguito, e per quanto occorrer possa, le ragioni a sostegno.
E’ chiaro che la causa scatenante la mia decisione, la cosiddetta goccia che fa traboccare il vaso, và ricercata nei recenti fatti giornalistici che mi hanno visto oggetto di una infondata accusa di “pessimismo cosmico” da parte di soggetti che si sono qualificati quali “aziende del Distretto Matera – Montescaglioso: accusa rivoltami in conseguenza della pubblicazione di dati di fonte autorevole da me semplicemente riportati al fine di indurre riflessioni sullo stato di salute del Mobile Imbottito nella provincia di Matera. aaaaaaAccuse che avrebbero potuto anche essere accettabili nel contenuto, come è giusto che accada in democrazia, ma che non rispondenti alla verità hanno ben pensato di celarsi dietro una mascherata paternità; peggio ancora hanno utilizzato la paternità di Distretto di Matera.
A riguardo ho dovuto invocare un Suo immediato disconoscimento dapprima a mezzo della stampa e successivamente durante lo svolgimento dell’ultima riunione ordinaria di Distretto. Per tutta risposta non solo da parte Sua non è intervenuto alcun disconoscimento ma ha pubblicamente ammesso di avere avuto precedente contezza della volontà di alcune imprese di pubblicare quella lettera, per gli effetti rendendo così partecipe, e quindi firmatario, il Distretto del contenuto delle assurde affermazioni riportate.
Ma, come detto, questa è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso; un vaso già di per sé colmo di un dissenso verso la gestione dell’Organismo distrettuale che è sotto gli occhi di tutti.
Il Distretto di Matera – Montescaglioso è accompagnato verso una “decrescita serena” da un coordinamento a dir poco completamente vuoto di contenuti, improvvisato e privo di qualsiasi pianificazione prospettica finalizzata ad obiettivi chiari, definiti e soprattutto prestabiliti.
La invito a rendere pubblici i verbali delle riunioni di distretto sino ad oggi tenute ( con eccezione della riunione straordinaria per la visita della Commissione Attività Produttive del Senato) e gli avvisi di convocazione delle stesse, al fine di rendere visivamente conoscibile alla città ed alle realtà imprenditoriali distrettuali l’attività fino a questo momento svolta; una attività che ci ha visto spendere tempo, nel pieno di una crisi industriale epocale, a discutere di “sedi per il distretto”, di “ arredi per la sede”, di cariche subalterne alla Sua ( vice presidenze), di inutili eventi fieristici passivamente subiti dall’ICE fino alla scuola di Design che in questo momento rappresenta l’unico Suo interesse nel Distretto ma che avrebbe solo due finalità: spendere soldi pubblici ( che probabilmente meriterebbero altra e ben più consona destinazione), occupare qualche “colletto bianco” e formare mano d’opera intellettualmente qualificata purtroppo, però, da esportare in luoghi o aree geografiche dove il vigore ed una attività industriale più sana gli consentirebbe di trovare adeguata collocazione ed occupazione.
Mai, fin dal giorno dell’insediamento, si è preso cura di affrontare le questioni dolenti, ma al tempo stesso reali e concrete, che vive il nostro territorio, pochissimo, se non su mio impulso nell’ultimo quarto d’ora di riunione, si è discusso di analisi della crisi: mai Lei ha accettato di sottoporre il Distretto ad una “conta dei superstiti”, sia in termini di aziende ancora effettivamente attive e di consistenza degli organici occupati, mai abbiamo dibattuto sul delicato ma pregnante tema della concorrenza sleale che le aziende vivono all’interno del Distretto stesso, degli strumenti di cooperazione tra imprese, delle aggregazioni di attività, di strategie atte almeno a salvaguardare una soglia seppure minima di produzione sul nostro territorio.
Mai un solo accenno, se non velato e, oserei dire, timoroso verso il mancato supporto del sistema creditizio, dell’inattività ed inoperosità della politica regionale e di governo verso un settore che vive una inarrestabile cancrena: un solo sprazzo di vita in occasione della visita della commissione senatoriale delle attività produttive.
Il nuovo comitato di Distretto, il Suo comitato, si è insediato in piena crisi Nicoletti, proprio pochi giorni prima della dichiarazione di fallimento: ma quanto tempo abbiamo dedicato, in seno al comitato stesso, alla questione Nicoletti? Quanto tempo abbiamo dedicato alle problematiche dei dipendenti della Nicoletti? In che misura e come il Distretto si è esposto nel prendere una netta e chiara posizione contro ciò che è accaduto alla Nicoletti? Quanto ci si è interrogati retrospettivamente su ciò che realmente è successo? Forse sarebbe bastato solo per un attimo immedesimarsi con la consapevolezza di capire che ciò che è successo alla Nicoletti può succedere ad altri; ma è chiaro che questa riflessione non Le appartiene stante l’assoluta e totale assenza di crisi economica per il Gruppo Industriale a cui risponde. Non è facile capire le condizioni degli altri se si vive proiettati in una realtà differente, estremamente delocalizzata e “intellettualmente” impiantata in un area che vive condizioni diverse dal nostro Distretto.
I problemi fanno paura ma spesso vi sono ragioni più umane per cui non si affrontano; ragioni che solo da persona distaccata alla fine ho potuto comprendere: una esuberante quantità di commistioni e rapporti di natura economica, strumentalità politica del Distretto e conflitti di interesse che solo un cieco non vede e che solo uno stolto non intende: se vorrà sarò ben lieto di rendergliele note.
Per adesso vorrei solo rimarcare alcune piccole ma palesi incongruenze, ed in primo luogo le Sue dimissioni presentate due anni fa, quando rinunciò anticipatamente alla carica di componente del comitato di Distretto presieduto da Giuseppe Nicoletti per diversità di vedute: vedute che oggi, debbo amaramente constatare, persegue in una strana logica di continuità come se mai nulla fosse accaduto in due anni, anzi spesso invocando e rifacendosi a vecchie iniziative, di quella reggenza distrettuale, da portare avanti nonostante la situazione del territorio e del Distretto stesso sono profondamente mutate!
E vorrei ricordare a me stesso anche le Sue dimissioni dalla carica di Presidente del Distretto di Matera-Montescaglioso annunciate per tre volte consecutive nella seconda riunione di Distretto di quest’anno, innanzi al neo eletto Presidente della Provincia, e mai poi formalizzate: anzi completamente ignorate quasi non fossero mai state rappresentate
Caro Presidente, io credo, e manterrò fede al mio credo, in un organismo distrettuale che viva i problemi del settore di appartenenza come fossero effettivamente propri; un distretto che funga da centro di coordinamento del recupero di aziende in difficoltà, che viva in modo costantemente integrato col suo territorio e con le aziende che rappresenta, che sappia ascoltare i bisogni effettivi, reali, sapendo individuare soluzioni che possano generare ripresa, occupazione e tranquillità sociale.
Io credo in un distretto che sia predisposto a comprendere il valore delle persone, del know how umano che è presente sul nostro territorio e che non trascuri di dedicarsi, intersecandole, anche alla soluzione di questioni sociali (visto tra l’altro che assume in seno al comitato anche la rappresentanza sindacale).
Io credo in un distretto che non sia condizionato dai rapporti personali di amicizia dei suoi componenti con questo o quel direttore di banca, con questo o quel politico, così come non credo in un distretto che abbia una guida connotata da identità politica o, peggio ancora, che abbia un politico alla sua guida, non credo in un distretto governato da illogicità, dalla paura del “contarsi” ( invito che personalmente Le ho rivolto almeno in cinque occasioni ma sul quale si continua a glissare), dalla paura di sapere se si è più o meno rappresentativi di un tempo, non credo in un distretto che tema le analisi al punto tale da evitarle, non credo in un distretto che non ha un progetto, un piano chiaro e preciso di come sostenere ciò che rimane del settore in modo proattivo e non passivo, non credo in un Distretto che sta a guardare altri Distretti “confinanti” che nello stesso arco di tempo hanno dimostrato di avere chiaro in mente cosa fare e come fare, non credo in un distretto governato da persone che trovano giustificazione al proprio essere e alla propria rappresentatività ricorrendo alla denigrazione personale, al pettegolezzo e al continuo sparlare alle spalle nei confronti di chi mai frappone un interesse proprio all’interesse di tutti.
Non credo, e concludo, in un distretto governato dall’individualismo e soprattutto da chi la crisi non la vive direttamente sulla propria pelle, da chi non è profeta in patria e da chi non riesce a comprendere quanta differenza vi sia tra gestire un Distretto i crisi e gestire un Distretto in pieno vigore economico.
E tutto ciò in cui non credo è in questo momento racchiuso e rappresentato non tanto nel Distretto inteso in quanto organismo, quanto nella sua guida e in parte del suo coordinamento.
Mi dimetto con l’animo sereno, con la coscienza a posto, in pace con me stesso e con la coerenza che mi contraddistingue; mi dimetto (avendolo dichiarato una volta sola e non tre) dal Distretto del Mobile Imbottito di Matera e Montescaglioso, ma non mi dimetterò mai dall’interessarmi, seppure da esterno, alle problematiche del settore ne dal sostenerne cause, ragioni e attività che la parte sana del Distretto stesso vorrà mettere in atto per garantire continuità del settore nella nostra città e nella nostra provincia.
Cordialmente Avv. Angelo Calculli