Una moratoria di tre anni dell’accordo Basilea 2 per salvare le PMI. E’ la proposta formulata dal presidente dell’API Nunzio Olivieri ai parlamentari lucani, al presidente della Regione e all’assessore alle Attività produttive.
La proposta prevede una sospensione degli effetti dell’accordo, per un periodo presumibile di tre anni, come rimedio necessario per evitare il tracollo di un sistema imprenditoriale composto in prevalenza da PMI alle prese con situazioni di tensione della liquidità aziendale.
Olivieri evidenzia che l’accordo internazionale sui requisiti patrimoniali delle banche, denominato “Basilea 2”, com’era prevedibile sta provocando effetti deleteri sul sistema banca-impresa. Il vincolo per le banche di accantonare quote di capitali proporzionali al rischio derivante dai vari rapporti di credito assunti, comporta l’equazione maggior rischio = maggiori accantonamenti, quindi maggiori costi per la banca. Gli istituti di credito, inoltre, devono classificare i propri clienti in base alla loro rischiosità, attraverso procedure di rating sempre più sofisticate.
La conseguenza di questo meccanismo – sottolinea il presidente dell’API – è che l’applicazione dell’accordo si è tradotta in minor credito alle imprese e a tassi più elevati. Purtroppo, la restrizione del credito non si è avuta solo per le imprese più rischiose, ma anche per le aziende con i bilanci in regola e il portafoglio ordini pieno.
Ciò significa che non sempre è sufficiente, per le imprese, porre in essere politiche gestionali e di bilancio atte a rafforzare la propria struttura e la propria immagine per superare l’esame dei rating bancari. Nel senso che la carenza di liquidità addotta dal sistema bancario a motivazione della restrizione del credito, è un ostacolo che diventa insormontabile.
Sulla base di queste premesse, l’API chiede una moratoria dell’accordo Basilea 2 almeno per un triennio, al fine di consentire alle piccole e medie imprese di pianificare al meglio la propria attività finanziaria e poter rientrare nei parametri.
Mar 30