La sorte della Produzione Industriale Mobili Imbottiti, già Nicoletti SpA era già stata decisa il 16 Aprile, quando dal banco dei creditori l’Avvocato rappresentante la Banca Popolare del Materano, su disposizione della Direzione Generale, per primo ha votato contro l’omologazione del Concordato Preventivo presentato al Tribunale di Matera. Ai più esperti conoscitori delle logiche e delle politiche bancarie è apparso subito chiaro quale sarebbe stato il destino dell’azienda in conseguenza di un segnale così forte, chiaro e deciso. Ma lì per lì non ci si è voluti rassegnare, non si è voluta gettare la spugna e, anche grazie alla comprensione del Collegio giudicante del Tribunale di Matera, si è riusciti ad ottenere un rinvio della decisione per cercare di raggiungere un intesa sicuramente possibile e non campata in aria, purtroppo di fatto non conseguita.
Avv. Angelo Calculli: “ Credo valga la pena, al di la delle chiacchiere e di quello che “ i critici d’arte” della nostra città, da esterni e senza alcuna documentata conoscenza di fatti e circostanze continuano a proferire,chiarire come sono andate le cose e precisare, magari facendo i nomi senza alcuna remora, non avendo oramai più nulla da perdere. Questa è una storia fatta di protagonisti e antagonisti e tra questi ultimi, prima fra tutti, la Banca Popolare del Materano, ora del Mezzogiorno. E vale anche la pena di chiarire che non può essere data a questa faccenda alcuna interpretazione di carattere personale: io non ho nessun tipo di rapporto o rivendicazione che mi riguardi con questo istituto di credito: Per cui la critica mi appassiona solo per quanto può riguardarla vicenda Nicoletti o, più in genere, quella di settore e di Distretto. I fatti, d’altronde, sono alla cronaca; tutti documentati, provabili e dimostrabili. Nessuna falsità o artefazione delle circostanze che sono evidenti a tal punto da essere state oggetto di un incontro istituzionale presso la regione Basilicata alla presenza dell’Assessore Straziuso e del Vice Presidente Regionale Santochirico. E proprio partendo da quell’incontro che vale la pena soffermarsi a riflettere su quanto accaduto. E’ indubbio che nessuno può decidere in casa di altri ne, tantomeno, con la tasca di altri; ma è pur vero che quando si prende una posizione e la stessa, a giusta o sbagliata ragione, è quella definitiva è inutile avviare trattative, mostrare disponibilità e poi alla fine restare fermi sulle decisioni iniziali e rispondere solo quando contestualmente, per salvaguardare l’immagine si propinano messaggi dalle sembianze buonisti che, positive e propositive. Si finisce così per mandare, nello stesso momento, una lettera con cui si “condanna a definitiva morte” l’azienda più rappresentativa e più grande della nostra città e contestualmente si augurano festeggiamenti con la cittadinanza e dilazioni di mutui per disoccupati e cassa integrati. Che dire, se non analizzare freddamente un simile atteggiamento. D’altronde la Banca Popolare del Mezzogiorno ci ha abituati ad atteggiamenti di tale natura. Ricordo, vagamente, da azionista, una assemblea generale tenutasi anni fa in un Palazzetto dello Sport quando si promise che almeno il nome “del Materano” non sarebbe mai cambiato. E così si prese anche impegno in regione di attivarsi per rapidi incontri sulla questione Nicoletti: incontri talmente rapidi che si sono tenuti solo il 19 giugno a distanza di quasi un mese, solo in conseguenza di una manifestazione operaia e che ha visto partecipi non i rappresentanti con potere di decisione ma solo delegati dell’ufficio legale di Crotone che, sempre nel rispetto dell’urgenza ben nota e conosciuta, si sono degnati di rispondere, negativamente, solo la sera prima del giorno della Camera di Consiglio. Una tempistica e un impegno che non trovano paragone, visto che gli altri istituti di credito già solo due giorni dopo l’incontro a Potenza avevano inviato lettere di adesione che però erano subordinate alla decisione di BPMEZZ. Qualche dubbio sul fatto che non BPMEZZ non avesse mai cambiato decisione è legittima: così come è legittimo dubitare di un congelamento e postergazione di mutui a dipendenti presa in concomitanza della comunicazione negativa per la Nicoletti. Tra l’altro sul tema ci sarebbe da chiedersi quali modalità attuative di tale postergazione saranno praticate: i tassi ora sono al minimo storico e posticiparme il pagamento potrebbe avvantaggiare solo l’istituto di credito e non il consumatore. Forse, a voler fare del bene, sarebbe stato meglio far pagare una rata composta solo di interesse e posticipare la sola sorte capitale: ma sul punto lascio che siano le associazioni dei consumatori a vigilare che non vi sia profittabilità a spese degli utenti. Comunque una cosa è certa ed inequivocabile: con una loro disponibilità ed un loro parere favorevole alle proposte, giuste e concrete, fatte dai legali della Nicoletti, oggi parleremmo di nuovo concordato e non di fallimento. Ripartendosi un giusto sacrificio da parte di tutti sarebbe anche servito ad evitare il sacrificio di alcuni: i fornitori, aziende per lo più materane che dalla procedura fallimentare difficilmente percepiranno qualcosa e che, magari, in alcuni casi sono clienti di chi ha contribuito alla mancata omologazione del concordato invero della nuova proposta concordataria. Una stranezza del nostro sistema e una distorsione che trova altro riscontroparadossale laddove chi decreta “vita o morte” di una azienda magari gestisce le istruttorie dei finanziamenti regionali e comunitarie per le imprese stesse. Credo, comunque che nei prossimi giorni si tornerà a parlare degli altri antagonisti, quelli che in modo più o meno palese, spesso nascosti dietro le solite frasi di rito …” per Peppino la massima stima”…. oppure ….” Noi la Nicoletti ce l’abbiamo nel cuore”….. ecc…ecc…, hanno remato contro o, nel migliore dei casi, sono stati solo alla finestra a guardare. Da questi, come da altri,dopo le notizie del 1 luglio nemmeno una telefonata di conforto: da nessuno a nessuno. Forse troppo impegnati in festeggiamenti o assorti in pensieri vacanzieri. Sarebbe corretto prendere una posizione pubblica, uscire allo scoperto e dire cosa si pensa effettivamente di atteggiamenti simili, anche se si è a favore delle decisioni negative prese nei confronti della Nicoletti: al bando le posizioni opportunistiche. Anche all’interno del Comitato di Distretto credo se ne debba parlare seriamente e compiutamente con la massima urgenza per evitare che simili storie abbiano a ripetersi e per far sì che il sacrificio della Nicoletti possa almeno asservire il settore e il nostro distretto”.
Lug 06