Assemblea Generale del 9 febbraio 2008
Relazione del Presidente Claudio Nuzzaci
Sono passati più di 5 anni (4 di mandato più 1 di prorogatio) da quando fui eletto Presidente dell’API.
Si è trattato di un’esperienza entusiasmante, per certi versi irripetibile, che mi ha arricchito molto sia umanamente che professionalmente.
In questi 5 anni, grazie al contributo di Voi tutti, degli Associati e di questo gruppo dirigente, che ha dato una forte impressione all’esterno di coesione e di compattezza, oltre che, naturalmente, grazie al lavoro del Direttore Franco Stella e della Struttura che dirige, l’Associazione è molto cresciuta.
L’Associazione è cresciuta sia in termini quantitativi, cioè meramente numerici, con l’ingresso di numerose nuove imprese, sia in termini qualitativi, cioè di prestigio e di immagine acquisiti, grazie al livello dei servizi forniti agli associati e alla considerazione sempre maggiore ottenuta in tutti i consessi istituzionali. La pari dignità dell’API di Matera nei confronti della Regione Basilicata, rispetto ad altre associazioni strutturate su base regionale, la dice lunga sui progressi che tutti insieme abbiamo fatto.
Da meno di 3 anni, inoltre, l’API si è dotata di una nuova sede, la quarta in 30 anni di attività. Una sede, quella che ci ospita, molto più consona all’accresciuto ruolo acquisito.
In stridente contrasto con la crescita dell’API e con apparente paradosso, si pone, in questi 5 anni, la crisi dell’economia che ha colpito pressoché tutti i settori economici del territorio. In realtà il paradosso è solo apparente perché le imprese locali, proprio per superare il periodo difficile, hanno ritenuto opportuno puntare sul valore dell’associazionismo – che tuttavia è comunque in calo rispetto a 10-15 anni fa – e cercare nell’API un valido punto di riferimento, un salvagente nel mare delle difficoltà, un faro a cui orientare la propria rotta durante la tempesta, una bussola da seguire nel tortuoso percorso frapposto dai perigli del ciclo economico.
Se l’API è cresciuta, inoltre, molto è dovuto anche al contributo dell’Edilcassa di Basilicata che, quantunque sia un ente di livello regionale, vede la nostra Associazione provinciale in posizione maggioritaria, addirittura con quasi il 60% del totale regionale che fa dell’API il soggetto datoriale di maggior peso nel cartello imprenditoriale.
Un particolare rilievo deve essere dato alla SOANC S.p.A., la SOA di riferimento dell’Associazione, per la quale offriamo alle aziende un servizio gratuito di pre-audit per la qualificazione nei pubblici appalti.
Anche l’attività formativa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, rivolta sia ai lavoratori che ai datori di lavoro, è stata una piacevole costante dell’azione associativa volta alla diffusione della cultura delle prevenzione, della sicurezza e della legalità. Di recente la Regione Basilicata ha approvato una legge sulla materia alla cui redazione abbiamo fattivamente contribuito con appositi emendamenti e che vede la valorizzazione degli enti bilaterali e dell’Edilcassa per le attività formative.
Dulcis in fundo, il Consorzio FORMAPI che, soprattutto nell’ultimo anno, grazie alla formazione fatta nelle aziende, al Progetto Cielo per i Centri per l’Impiego e ad altre importanti attività, ha conosciuto una crescita notevole, con un numero considerevole di consulenti esterni impegnati.
**************************************************************
L’anno appena trascorso, tuttavia, è stato un anno “nero” per l’economia lucana. Le difficoltà di ordine congiunturale e la perdurante recessione “tecnica” in atto nel nostro Paese hanno fortemente condizionato l’andamento economico-produttivo delle imprese locali.
Le principali criticità che frenano lo sviluppo sul territorio locale sono diventate vere e proprie emergenze che continuano a penalizzare l’economia del territorio: carenza infrastrutturale, elevato costo del denaro, scarsi servizi alle imprese, ridotta dimensione aziendale, limitati investimenti in ricerca, innovazione e marketing, costo del lavoro, pressione fiscale, eccessiva burocrazia.
Continua ad avere risalto la crisi del “polo del salotto”, che però non è l’unico settore in difficoltà, in quanto anche in altri comparti presenti sul territorio permane una situazione preoccupante. Il settore delle costruzioni, storicamente perno della nostra base associativa, ha risentito della recessione in atto nel Paese, con un quadro legislativo sbilanciato a favore delle grandi impresse, nonché della riduzione degli appalti pubblici. Il mercato dell’edilizia privata, che nella provincia di Matera aveva compensato il calo degli investimenti in opere pubbliche, risulta sempre più saturo.
L’anno trascorso è stato caratterizzato anche dal blocco pressoché totale di nuovi investimenti nell’area industriale della Valbasento che, oltre a fare i conti con la crisi economica e di competitività, ha dovuto subire anche i noti problemi legati all’inquinamento dei suoli e alle conseguenti attività di caratterizzazione e di bonifica, essendo stato individuato il sito tra quelli di interesse nazionale.
Ciononostante, la capacità dell’Associazione di rappresentare gli interessi peculiari delle PMI locali ha spinto molte aziende di piccole e medie dimensioni ad associarsi, confidando nel ruolo politico-sindacale dell’API e nei servizi da essa forniti per superare alcuni gap legati all’attività aziendale in ambito provinciale, regionale, nazionale e internazionale.
In generale può dirsi che, mentre il numero delle aziende associate è aumentato, quello dei dipendenti è diminuito. Questo dimostra, da un lato, che l’Associazione ha aumentato la propria visibilità in ambito provinciale e anche oltre, e che si riscontra un ampio ricorso all’autoimpiego, dall’altro che la crisi economica e di competitività (soprattutto in alcuni settori come quello del mobile imbottito) ha ridotto notevolmente i livelli occupazionali.
Quanto al 2008, si spera che si possa cominciare ad invertire il trend negativo grazie alla prevista apertura di molti nuovi cantieri per opere pubbliche e all’insediamento di nuove attività imprenditoriali. Le speranze di ripresa dell’economia sono legate soprattutto a due eventi: il via libera al nuovo credito d’imposta automatico per gli investimenti nelle aree svantaggiate; la nuova programmazione regionale 2007-2013 che riverserà sul territorio ingenti risorse pubbliche.
Un ulteriore avvenimento atteso dal sistema imprenditoriale locale nell’anno 2008 è il rinnovo degli organismi della Camera di Commercio, ente su cui si punta molto per rilanciare l’immagine della provincia in Italia e all’estero e la competitività delle imprese nei mercati nazionali e internazionali.
Assemblea Generale 9 febbraio 2008
Relazione del Presidente ing. Nunzio Olivieri
Premessa
Amici e Colleghi Imprenditori,
da diversi anni faccio parte della grande famiglia dell’API, nella quale ho ricoperto anche incarichi di vertice – dalla presidenza del Gruppo Giovani alla vice presidenza dell’API e della giunta nazionale CONFAPI; tuttavia confesso di essere emozionato per il ruolo di responsabilità che oggi l’Assemblea mi conferisce, dimostrandomi stima e fiducia.
Grazie al consenso di Voi tutti Imprenditori, al termine di questa Assemblea una nuova classe dirigente assumerà l’onore e l’incombenza di rappresentare al massimo livello i piccoli e medi Imprenditori aderenti alla CONFAPI della provincia di Matera.
Voglio rivolgere un sentito ringraziamento al Presidente Claudio Nuzzaci, che in questi anni ha guidato l’Associazione, insieme con il Vice Presidente Vicario Carmine Salerno e con il Direttore Franco Stella, portandola a conseguire grandi successi in termini di rappresentanza e di visibilità e ad una crescita di adesioni quasi insperata, considerata la crisi economica dell’ultimo triennio che, invece, ha prodotto una involuzione del sistema associativo in generale ed un impoverimento del tessuto economico e sociale del territorio lucano e materano. Grazie anche a Giovanni Grassani, Presidente provinciale per 15 anni e attualmente alla guida della Federazione Regionale dell’API Basilicata.
Un ringraziamento, naturalmente, va anche al Comitato Esecutivo uscente che, nonostante le difficoltà congiunturali e strutturali dell’economia, ha svolto al meglio il proprio lavoro, al Comitato dei Saggi per aver avuto la pazienza necessaria di ascoltare e sintetizzare le istanze della base associativa ed ai dipendenti tutti della Associazione per la indefessa dedizione al proprio lavoro, giorno dopo giorno.
Per ultimi, ma non in ordine di importanza, ricordo le centinaia di Imprenditori aderenti all’API e le migliaia di loro Dipendenti, grazie al lavoro dei quali l’Associazione oggi è riconosciuta addirittura a livello nazionale come punto di eccellenza del Mezzogiorno.
Analisi della situazione economica
La situazione economica attuale e quella che la nuova dirigenza dovrà affrontare nei prossimi anni è assai difficile. La Basilicata è uscita dall’Obiettivo 1 e, a causa dell’effetto statistico, è entrata in una fase cosiddetta di phasing out. Il prossimo ciclo di programmazione comunitaria, per il periodo 2007-2013, ci vedrà, per l’ultima volta, destinatari di cospicue risorse finanziarie che costituiranno, se bene utilizzate, forse l’ultima opportunità per ridurre la condizione di disagio in cui viviamo ed operiamo.
Tuttavia, in condizioni strutturali immutate, il ciclo economico che ci attende, anziché ridurre gli squilibri Nord-Sud, potrebbe invece rendere più marcato questo dualismo.
L’economia della provincia di Matera attraversa la stagione più difficile, forse, dal dopoguerra. Infatti, ad una lunga catena di dati negativi, si aggiunge da ultimo il progressivo smembramento degli uffici pubblici e dei servizi di pubblica utilità e, soprattutto, si assiste ad un progressivo calo della fiducia e della tensione collettiva che hanno sempre caratterizzato, negli anni, la nostra società.
L’API, da sempre attenta osservatrice dello scenario economico e sociale del nostro contesto, invano ha lanciato l’allarme alcuni anni fa, quando ai più sfuggivano i prodromi della crisi del mobile imbottito, negata fino all’ultimo e anche al di là dell’evidenza.
Il Distretto del mobile imbottito, fallendo in pieno la sua mission, ha visto una moria di piccole aziende conto-terziste e dell’indotto che ha comportato una gravissima perdita di posti di lavoro (circa 5.000 unità). La chiusura di storiche aziende materane come la Barilla, nel settore della pasta, e la Rdb in quello dei prefabbricati in cemento per esempio, ha privato il territorio di stabili punti di riferimento, soprattutto occupazionali creando e gettando sul lastrico, molte famiglie di lavoratori. Gli occupati sono in forte calo (- 8.000 nel 1° semestre 2007) e se la disoccupazione non è in aumento è solo perché molti giovani hanno rinunciato perfino a cercare lavoro, fuorviando di fatto le statistiche.
Il ridimensionamento di molti uffici e servizi di pubblica utilità, dalla TELECOM all’INAIL, alla Banca d’Italia, solo per citarne alcuni, unitamente ad una cronica carenza di infrastrutture materiali e immateriali, ha isolato sempre più il nostro territorio, relegandolo in coda rispetto a tante altre Regioni. E’ un fatto che ogni anno circa 2.500 giovani altamente scolarizzati abbandonino la Basilicata alla volta del nord del Paese, riproponendo una nuova fase di emigrazione.
Nell’anno 2007, l’economia della provincia di Matera ha attraversato una fase ancor più recessiva, nella quale è rimasta. La crisi ha interessato, sia pure in maniera diversa, quasi tutti i settori e soprattutto le imprese di minori dimensioni, a fronte di una sostanziale tenuta delle imprese medio-grandi. Il principale ostacolo, anche per l’economia lucana, è stato rappresentato da una scarsa competitività sui mercati internazionali.
Nel comparto manifatturiero si è registrata una perdita del fatturato dello 0,4% (dato aggregato), mentre la produzione nelle imprese al sotto dei 10 dipendenti è scesa del 4,6%. Il bilancio delle attività industriali è molto differenziato a seconda del livello settoriale, pur nella prevalenza purtroppo di andamenti recessivi. In particolare, nel distretto del mobile imbottito solo le imprese che hanno delocalizzato parte delle produzioni, cioè quelle di fascia medio-bassa, sono riuscite a mantenere alti i volumi. Tra le altre, emergono solo quelle che operano nelle nicchie di mercato della fascia medio-alta.
Per la prima volta il saldo di nati-mortalità aziendale è sostanzialmente negativo (- 14 unità nella sola industria nel 1° semestre 2007, – 28 nel legno e mobile, – 24 nel tessile-abbigliamento, ma +100 nuove imprese in provincia di Matera). I prestiti bancari sono in crescita (+ 93 Meuro da dicembre 2006 a marzo 2007), tuttavia i prestiti per l’acquisto di macchinari sono in flessione dell’11,4% e questo la dice lunga sulle motivazioni del ricorso all’indebitamento e sull’utilizzo del credito ottenuto.
Taluni timidi segnali di ripresa dell’economia lucana, seppur testimoniati dai numeri ed inseriti nel contesto di un leggero miglioramento del ciclo economico nazionale, non hanno carattere di uniformità e soprattutto non hanno alcuna ricaduta sul territorio provinciale.
L’inversione di tendenza di cui parlano molti osservatori economici, in realtà riguarda in parte solo le grandi imprese e, per quanto concerne le medie, quelle di alcuni settori come l’indotto automobilistico.
Anche la crescita delle esportazioni è determinata quasi esclusivamente dai numeri del comparto dell’auto, grazie alle ottime performance della Fiat e al successo della Grande Punto prodotta nello stabilimento SATA di Melfi.
Al contrario, l’export della provincia di Matera sui mercati esteri continua a frenare perché sconta le perduranti difficoltà dell’industria del mobile imbottito sui mercati esteri, che rappresenta il principale prodotto esportato.
Per le piccole imprese, invece, la situazione rimane negativa, con il ciclo economico che non riesce ad uscire dalla fase di stagnazione. La ridotta dimensione aziendale continua ad essere un fattore fortemente penalizzante per un sistema economico regionale che è quasi totalmente costituito da PMI, per cui sono necessari processi di crescita dimensionale che finora non sono stati favoriti da specifici e mirati interventi legislativi.
Anzi, le politiche industriali e quelle del credito sembrano andare nella direzione contraria, come dimostrato per esempio dalle aggregazioni bancarie che riducono la concorrenza e l’offerta e, di conseguenza, pregiudicano sempre più le possibilità di un facile e conveniente accesso al credito per le imprese di minori dimensioni.
Se maggiormente colpite dalla crisi sono le imprese più piccole (- 4,7% fatturato del totale delle piccole imprese nel 1° semestre 2007), meno strutturate per sopportare le conseguenze del calo di competitività che ha interessato quasi tutti i mercati, anche nelle imprese medie dell’industria manifatturiera si sono registrati arretramenti dei livelli di attività e del fatturato, pure a causa delle difficoltà di sbocco sui mercati esteri. Ha contribuito, inoltre, il maggiore appeal costituito dalla delocalizzazione all’estero, a motivo dei minori costi della fiscalità, della burocrazia e del mercato del lavoro.
In controtendenza il dato sulla leggera crescita dell’edilizia (segno + per gli investimenti in costruzioni e fabbricati e una discreta vivacità del mercato immobiliare, ma -3,2% il volume d’affari nel 1° semestre 2007) e in genere del settore delle costruzioni, mentre è stentata la ripresa del commercio che riguarda solo la grande distribuzione.
E’ anche evidente il calo dei numeri nel turismo (- 1,9% gli occupati nei servizi in generale nel 1° semestre 2007), settore su cui l’economia della Basilicata punta molto e che tuttavia non riesce a decollare. Il commissariamento della Azienda Regionale di Promozione Turistica ha gettato le premesse per una rivisitazione integrale delle politiche turistiche, per cui si spera che i numeri in futuro possano darci ragione. Matera ed il Metapontino costituiscono comunque i due più importanti attrattori dell’immagine lucana e l’API da tempo rivendica il trasferimento della sede dell’APT nel nostro capoluogo.
Si segnala inoltre che, pur in presenza di percettibili fenomeni di natalità aziendale, la propensione a fare impresa permane bassa, per cui il processo di ampliamento della base produttiva è ancora lontano da standards accettabili.
La povertà è aumentata, l’emigrazione è ripresa a ritmi incalzanti, la fuga dei cervelli è un dato costante e preoccupante, anche se la disoccupazione è diminuita solo come dato statistico, la componente femminile ha sempre più difficoltà ad essere attivamente occupata.
Per l’economia della provincia di Matera, permangono quindi queste principali ragioni di debolezza:
• la ridotta dimensione delle imprese;
• i deficit infrastrutturali, della logistica e della mobilità;
• le difficoltà di accesso al credito e la sottocapitalizzazione delle imprese;
• il deficit di competitività;
• la mancanza di servizi efficienti;
• la scarsa propensione all’export;
• la scarsa propensione all’innovazione tecnologica;
• l’eccessiva burocrazia;
• il cambio euro/dollaro;
• la concorrenza della Cina e di altri Paesi emergenti;
• lo scarso collegamento e trasferimento di know how dall’Università e dai centri di eccellenza alle imprese;
• lo scarso collegamento tra sistema scolastico e mondo del lavoro e dell’impresa.
Si evidenzia, dunque, tra i dati statistici regionali, una diminuzione della produzione industriale (- 0,6% nel 1° semestre 2007) ed un calo dell’occupazione (-2,2%). La realtà quotidiana dimostra le difficoltà di tenuta delle imprese di piccole dimensioni, gli elevati tassi di disoccupazione per i laureati, i diplomati e le donne, l’aumento delle ore di cassa integrazione, l’espulsione di molti lavoratori dal ciclo produttivo e la loro difficoltà a ricollocarsi in un mercato del lavoro sempre più asfittico.
I settori che, invece, hanno provveduto a sostenere l’economia locale sono quelli dell’edilizia (+ 7-8% il valore aggiunto del comparto) e del terziario (+1,4%), soprattutto il terziario avanzato. In flessione l’andamento del settore agro-alimentare e agro-industriale (- 2,5% nel 1° semestre 2007).
Un arretramento si è verificato anche nei trasporti e nell’industria manifatturiera (-6% in Basilicata nel 1° semestre del 2007), nel calzaturiero, nella chimica (- 2,0%) e nel cartario-cartotecnico (- 5,1%). In rialzo invece la meccanica (+ 2,5%) e il tessile-abbigliamento (+1,1%).
Nel comparto delle costruzioni, va meglio il mercato dell’edilizia privata, con un effetto positivo prodotto dallo sgravio fiscale per le ristrutturazioni, che quello dei pubblici appalti, alle prese con scarse risorse finanziarie e problematiche legate ad un quadro legislativo e normativo in continua evoluzione. Ci si auspica una rapida approvazione del Regolamento Urbanistico per la città di Matera, così da rimuovere vincoli amministrativi al rilascio di nuovi permessi di costruire per ridare impulso al mercato privato.
Particolarmente dinamico si mostra, sempre nella città di Matera, il polo delle aziende del terziario avanzato che, pur essendo numericamente limitato e composto da piccole imprese, presenta tuttavia interessanti potenzialità di espansione nel mercato, anche alla luce di alcune iniziative istituzionali e della presenza di grandi imprese sul territorio, come per esempio Telespazio o l’Agenzia Spaziale Italiana.
Emblematico è il dato relativo all’aumento dei prestiti bancari (+ 93 M-euro nel 1° trimestre 2007%), in cui il maggior ricorso al credito deve essere letto come un segnale di difficoltà delle imprese locali, notoriamente sottocapitalizzate. In pochi casi il ricorso al credito riguarda programmi di espansione imprenditoriale e, comunque, si tratta di sostituzione di macchinari magari obsoleti con altri tecnologicamente più avanzati, proprio al fine di recuperare competitività ed uscire dalla crisi.
Per concludere, si evidenzia come il diffuso clima di incertezza, che ha colpito quasi tutti i settori, non sembra prospettare segnali di ripresa, almeno nel breve periodo, permanendo una sostanziale sfiducia da parte degli imprenditori.
Se la congiuntura negativa ha bloccato la crescita della base imprenditoriale esistente, i gangli della burocrazia scoraggiano l’apertura di nuove attività. Risposte lente e farraginose ostacolano chi vuole iniziare un’attività o espandersi in quella già esistente. Il peso della burocrazia compromette ulteriormente la competitività della nostra economia, già alle prese con la congiuntura sfavorevole.
Da ultimo, si segnalano le conseguenze connesse al ritardo nell’avvio del sostegno pubblico agli investimenti. Dal 1° gennaio 2007, infatti, sono rimasti sospesi fino a poche settimane fa, tutti gli aiuti a finalità regionale perché l’Italia ha tardato ad approvare la Carta degli Aiuti regionali. Questo ritardo – adesso sbloccato – rischia di causare notevoli danni alle imprese del Mezzogiorno. La Basilicata, infatti, avrà meno tempo per operare gli investimenti per il periodo 2007-2013, il che potrebbe incidere negativamente anche sulla qualità dei progetti e sulle valutazioni, non sempre adeguate, degli Enti pubblici.
Il ritardo risulta inoltre penalizzante perché l’Italia rischia di essere l’unico Paese membro dell’Unione Europea a non poter utilizzare, nei tempi previsti, i fondi comunitari disponibili, elemento che avvantaggia i nostri competitori europei, in particolar modo gli Stati dell’allargamento.
Una buona prospettiva potrebbe aprirsi per la provincia di Matera a seguito del via libera di Bruxelles al credito d’imposta per gli investimenti e qualora alla Basilicata venga assegnata una seconda Zona Franca Urbana, visto che la prima sembra ormai destinata alla provincia di Potenza.
A tutto questo bisogna aggiungere una serie di diseconomie da non sottovalutare. Quella dei ritardati pagamenti è una piaga contro cui l’API combatte quotidianamente per sottrarre le imprese alle prevaricazioni delle pubbliche amministrazioni, le quali, quantunque appaltino lavori o servizi con la dovuta copertura finanziaria, sono poi sistematicamente ed inspiegabilmente a corto di risorse che garantiscano la puntualità dei pagamenti.
Un altro tallone d’Achille è costituito dal rapporto tra politica ed economia. La politica dovrebbe indirizzare, favorire e progettare i processi di sviluppo imprenditoriale. Finora la classe politica, tranne che nei periodi elettorali, è stata abbastanza distante dal mondo associativo. Prova ne è la sistematica approvazione delle leggi finanziarie regionali, per cui la Regione non ritiene opportuno sentire le associazioni di categoria. Altro elemento negativo per la vita dell’Impresa è rappresentato dai tempi lunghissimi della programmazione regionale che, quantunque sconti il ritardo nell’approvazione della Carta regionale degli aiuti, vede la Regione indugiare ulteriormente nella definizione delle misure che non si tradurranno in bandi pubblici prima della prossima primavera.
La mission del nuovo Comitato Esecutivo
Quello descritto è il quadro economico provinciale e regionale con cui ci si misurerà nei prossimi anni; molti dei macro fattori economici sono assolutamente indipendenti dalle nostre volontà e da quelle dei livelli istituzionali a noi più vicini. E ciò dovrà essere compensato dal nostro maggior impegno.
Nondimeno, questo non deve determinare rassegnazione per il nostro futuro di imprenditori lucani; siamo imprenditori, amiamo il rischio perché fa parte della nostra natura, abbiamo esperienza e capacità, abbiamo tenacia e costanza, abbiamo passione e volontà!
Le nostre aziende, quello che siamo stati capaci di creare e poi di continuare a costruire ogni giorno, parlano di noi e per noi!
Il momento difficile ci spaventa, certo, perché ne abbiamo piena coscienza e consapevolezza, ma non ci scoraggia e non ci distoglie dal nostro obiettivo principale: fare impresa e volerlo fare ad ogni costo, nella nostra Matera e nella nostra Lucania, per farla crescere creando opportunità di lavoro e per contribuire così a creare un clima di fiducia e di speranza per il futuro.
Ridare all’Impresa più energia e più vigore perché continui ad essere, con rinnovato slancio, la instancabile locomotiva che trascina dietro di sé vagoni colmi di parti utili per costruire lo sviluppo del nostro territorio!
Questa è la difficile sfida cui la nostra categoria è chiamata. Una sfida alla quale non possiamo, non dobbiamo, né vogliamo sottrarci!
Occorrerà pertanto fare leva su tutte le migliori energie disponibili, tanto umane, quanto amministrative e finanziarie, per arginare il malessere economico.
L’Associazione, con questa presidenza, continuerà ad impegnarsi attivamente, in particolare su:
a) Accessibilità al credito: potenzieremo oltre misura gli strumenti finanziari disponibili, rendendo operante, una volta per tutte, il nostro Consorzio Fidi, costituito, ma mai attivato sino ad oggi, in parte per l’inerzia regionale sullo stanziamento del fondo rischi e in parte per la riluttante disponibilità del sistema bancario, più incline a raccogliere garanzie che a concedere facilitazioni creditizie. Rafforzeremo il ruolo dell’API di rappresentanza “terza” verso il mondo bancario per la difesa degli imprenditori dai continui soprusi e dagli abusi sistematicamente commessi. Attiveremo tutti i canali di cui disponiamo per ampliare l’offerta di prodotti finanziari anche da parte di Istituti che non operano ancora nella nostra regione.
b) Snellimento della burocrazia: l’Associazione non smetterà mai di essere il megafono degli Imprenditori per denunciare il cattivo costume che impera nella Pubblica Amministrazione, quella che in senso spregiativo chiamiamo “burocrazia”, che spesso altro non è che “qualcuno che non fa il proprio dovere”! La nostra proposta si articola da un lato nella richiesta più pressante di attivare presso tutti gli Enti pubblici uno Sportello Unico per le Imprese, razionale strumento per concentrare in capo ad un solo soggetto la richiesta delle molteplici autorizzazioni che spesso si antepongono agli investimenti; e dall’altro nel richiamo esplicito a normative che prevedano poteri sostitutivi del tipo “commissario ad acta” per i soggetti inadempienti, il ricorso alla richiesta degli interessi legali e finanziari per il ritardo dei pagamenti, tutto quanto, in poche parole, costituisca richiamo alle proprie responsabilità di legge.
c) Concertazione delle politiche industriali: soltanto una razionale collocazione delle sempre più esigue risorse finanziarie potrà consentire al nostro territorio di crescere e di recuperare l’handicap che ci portiamo ormai avanti da tempo. L’Associazione rivendicherà a tutti i livelli il diritto-dovere di dire la propria anche in tema di pianificazione finanziaria, oltre che strutturale. La valorizzazione delle risorse finanziarie deve rappresentare il volano economico atteso, unitamente a tutti gli strumenti legislativi esistenti (piano triennale delle opere pubbliche, finanza di progetto). Una corretta pianificazione è alla base della attrattività di un territorio, soprattutto di un territorio come il nostro che, per tanti altri versi, rappresenta un’isola felice per bassa conflittualità sindacale, ricchezza di risorse ambientali e naturali (acqua, petrolio, gas), aree industriali dotate di utilities, finanziamenti europei disponibili ancora fino al 2013, alta scolarità dei giovani. Una politica energetica volta a chiedere stabilmente minori costi agli imprenditori operanti in questo territorio “svantaggiato”, ma ricco di risorse naturali, sì da mitigare il “gap” infrastrutturale.
Considerazioni finali
Prendo il testimone dell’Associazione nel trentennale della sua nascita, che cadrà nel prossimo mese di dicembre, quando celebreremo la ricorrenza con una grande manifestazione. In questi 30 anni l’Associazione è cresciuta molto, diventando il punto di riferimento delle piccole e medie Imprese locali e consolidando il valore dell’associazionismo rispetto a quello dell’individualismo che non paga.
Credo che il gruppo dirigente che mi affiancherà dovrà lavorare molto, innanzitutto per intensificare i rapporti con le altre Associazioni imprenditoriali, che sono stati in passato spesso freddi, se non addirittura conflittuali. Dovrà, inoltre, rafforzare il dialogo con gli Enti pubblici, da chiamare ad una maggiore responsabilità verso il sistema imprenditoriale locale: in primis la Regione, ma anche gli Enti locali, Provincia e Comuni, ASL, Comunità Montane.
E’ necessario, inoltre, ridare un ruolo forte alla Camera di Commercio, che fra poco cambierà i suoi vertici e che negli ultimi anni ha sostanzialmente fallito tutti i propri obiettivi, nonostante l’impegno del nostro consigliere Franco Solimando che ha bene operato. Ci auguriamo per questo di avere una maggiore rappresentanza all’interno dei nuovi organi camerali. Dialogheremo a 360 gradi con tutte le Associazioni, perché nessuno pensi di avere la rappresentanza universale del sistema imprenditoriale.
Altrettanto dicasi per il Consorzio per lo Sviluppo Industriale, che non può e non deve limitarsi, quando ci riesce, alla mera realizzazione di infrastrutture, ma dovrà essere sempre più ente di promozione ed erogazione di servizi. E in questo senso, come ribadito all’Assessorato Regionale alle Attività Produttive, contribuiremo alla definizione di una nuova legge regionale di riforma dei Consorzi.
Quanto al nostro interno, è fondamentale dare maggiore importanza al ruolo delle Categorie presenti nell’API, anche nella interlocuzione con la Confederazione Nazionale. Nel Mezzogiorno la CONFAPI non ha grande rappresentanza, essendo purtroppo fortemente sbilanciata verso il Nord. Noi a Matera rappresentiamo una eccezione. Sarebbe opportuno, dunque, che la CONFAPI coinvolgesse maggiormente il nostro territorio, come è accaduto in passato quando eravamo nella giunta nazionale confederale e in quella dell’ANIEM. Intanto Vi informo che dal 1° febbraio il dott. Innocenzo Grassani, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Matera, è entrato a far parte della Giunta Nazionale del Gruppo Giovani CONFAPI, presieduta da Catia Polidori; un grande riconoscimento per l’API di Matera e per il suo Gruppo Giovani.
Mi appello non solo al nuovo Comitato Esecutivo, ma a tutti Voi Associati perché ci sia una maggiore collaborazione nell’individuare e nel costruire percorsi che, attraverso il pungolo e la sollecitazione, ci aiutino ad elaborare proposte da presentare al mondo esterno. Dobbiamo smetterla con le polemiche interne, con i veti incrociati, con inutili e dannose gelosie.
E in questo credo che vada coinvolto maggiormente il Gruppo Giovani Imprenditori, le nuove leve imprenditoriali di prima e di seconda generazione che rappresentano il futuro dell’Associazione e di cui, fortunatamente, non siamo carenti. Credo che i Giovani Imprenditori, meglio di chiunque altro, possano aiutarci a superare il deficit di innovazione tecnologica che contraddistingue in negativo le nostre aziende, attraverso un più intenso rapporto con l’Università di Basilicata e gli altri centri di eccellenza presenti sul territorio.
Altrettanto dicasi per il tema fondamentale della sicurezza sui luoghi di lavoro, dove l’affollata presenza ai corsi che organizziamo da anni testimonia, più di ogni altra cosa, la rinnovata sensibilità degli Imprenditori alla prevenzione degli infortuni e alla cultura della legalità sul posto di lavoro.
Per un’Associazione come la nostra è fondamentale anche il rapporto con altri soggetti istituzionali, ad esempio i Sindacati, peso equilibratore naturale del sistema delle parti sociali, la cui funzione è imprescindibile per il sistema socio-economico.
Analogamente per il rapporto con le Forze dell’Ordine, che sinora hanno sempre garantito uno svolgimento sereno delle attività imprenditoriali, anche grazie all’impegno del Prefetto, autorità sensibile al tema della sicurezza.
Così come pure le relazioni con gli Organi di Informazione, che in questo territorio sono particolarmente attenti alle tematiche imprenditoriali e del lavoro e che svolgono una funzione fondamentale non solo di divulgazione di notizie e di informazione, ma anche e soprattutto di anima critica della società civile.
Intanto Vi annuncio che per l’inaugurazione del trentesimo anno di vita della nostra Associazione si terrà con un importante convegno il prossimo 29 febbraio sul tema della Programmazione Regionale 2007-2013 con la partecipazione del Dipartimento delle Attività Produttive della Regione Basilicata. Le ultime, cospicue risorse di cui beneficerà nei prossimi anni il nostro territorio devono essere gestite in modo trasparente ed efficace, all’interno di una coerente politica industriale e di sviluppo. Non vogliamo soldi, ma un contesto più adeguato all’intrapresa economica.
Naturalmente, questi a cui ho accennato sono soltanto alcuni spunti di valutazione che non possono prescindere dal contributo di tutti gli Associati. La mission dell’Associazione, quantunque definita statutariamente, deve arricchirsi quantitativamente e qualitativamente nei servizi a supporto delle Imprese. Sono persuaso, anzi richiedo, che da Voi giungano suggerimenti e sollecitazioni, per cui Vi invito sempre a prendere contatti con i nostri Uffici per ogni questione che vorrete porre.
E’ con questa convinzione che insieme a Voi daremo all’API quella forza necessaria per guardare al futuro con più ottimismo e con maggiore fiducia. Il mio onere sarà alleviato dal Vostro indispensabile contributo perché nell’API tutte le Imprese sono uguali e hanno pari dignità. Mai dovranno esserci disparità di trattamento o rendite di posizione.
Concludo ricordando che l’API è e resterà una Associazione a-politica dove, fermo restando il diritto-dovere di interloquire con tutte le istituzioni di qualsivoglia matrice ideologica, le convinzioni politiche dei singoli non dovranno mai inficiarne il ruolo di soggetto super partes.
Grazie.