“L’Ugl Telecomunicazioni ribadisce la necessità di preservare questo importante asset strategico da ingerenze e dinamiche finalizzate a interessi estranei al Paese sia dal punto di vista industriale che della sicurezza nazionale”.
Lo dichiara il Segretario Nazionale Ugl Telecomunicazioni, Stefano Conti, nel corso del Consiglio Nazionale della Federazione per il quale, “il ‘caso Tim’ è stato il fulcro di tutta la tematica affrontata affrontata nei vari Ministeri di competenza. La necessità di una rete unica – aggiunge – è un fattore imprescindibile per salvaguardare l’occupazione del più importante soggetto societario del settore oltre che per fornire un servizio di qualità, in una fase in cui la digitalizzazione è diventata sempre più fondamentale in tutto il Paese. Anche la salvaguardia del settore dei contact center è un altro nodo sensibile da monitorare con attenzione nel prossimo futuro, soprattutto in relazione all’applicazione della clausola sociale in tutti i cambi di appalto. Importanti le rassicurazioni sia del ministro Giorgetti, in merito alla prudenza con la quale il Governo prenderà decisioni e sull’esercizio dei poteri speciali, legati all’utilizzo della Golden Share, in particolare per l’occupazione, sia del ministro Colao, il quale ha spiegato che, sebbene lo Stato non possa intervenire sulle politiche aziendali, cercherà comunque di stimolare investimenti che premiano la qualità dei servizi offerti. Questa – osserva – è davvero l’ultima occasione per dare riordinare il settore delle Telecomunicazioni, grazie anche alla disponibilità dei fondi del Pnrr. Al di là dei principi condivisi con i ministri, conteranno tuttavia molto di più i tempi e le modalità con i quali il Governo saprà tradurre in azioni concrete quanto dichiarato. L’Ugl Telecomunicazioni ribadisce la propria disponibilità a collaborare con le Istituzioni per raggiungere accordi che garantiscano la coesione sociale, a patto che venga tutelata l’occupazione attraverso piani industriali orientati alla crescita delle aziende e allo sviluppo delle professionalità dei lavoratori”, ha concluso Conti.
“All’impoverimento ed al degrado che sta investendo la Regione Basilicata, bisogna rispondere invertendo le tendenze in atto ed affermare il diritto al lavoro, alla formazione, alla sicurezza, alla salute: nel territorio lucano una famiglia su 4 vive in situazione di disagio economico e un giovane su 4 è un cosiddetto ‘Neet’, cioè non è né lavoratore né studente. Sono alcuni degli aspetti che più spiccano nell’ampio di una ricerca Ugl, è il suono di campanello d’allarme che và analizzato attentamente dove sicuramente si nasconde un lato sociale preoccupante. A ciò ora si paventa una brutta pagina che potrebbe abbattersi sui circa 1300 dipendenti delle aziende callcenter gestori commesse Tim la quale ha deciso di svendere il tutto ad altri interlocutori”.
Lo ha affermato Francesco Stigliano, Consigliere Nazionale dell’Ugl Telecomunicazioni e Pino Giordano, Consigliere Nazionale Confederale intervenuti al Consiglio Nazionale della Federazione Telecomunicazioni svoltosi a Sorrento (NA) alla presenza del Segretario Nazionale Stefano Conti, alla segreteria nazionale e tutti i delegati al parlamentino.
Attenzionato dal Consiglio, molto duro è stato l’intervento di Stigliano per il quale, “parliamo di una Regione avvolta tra spopolamento e povertà, non più l’isola felice del Mezzogiorno, frutto di uno scenario drammatico che se si incrocia di pari passo con i dati sulla povertà in un’emergenza che riguarda 35mila famiglie lucane: nuclei lucani al lastrico, dove anche la grave pandemia, il dilagante dramma da Covid-19, ha messo in ginocchio il territorio: ha bisogno di scelte urgenti per favorire una fase di crescita e di sviluppo, ed è dovere di tutti favorirle. L’Ugl Basilicata al Presidente della Giunta Regionale, Vito Bardi ha chiesto un’incontro urgente dove si vuole discutere, senza voler creare nessun allarmismo, della tenuta occupazionale di migliaia di posti di lavoro nella Regione. Ci sono circa 1.300 dipendenti del settore Tlc nella Basilicata che vanno difesi. È questa la richiesta che l’Ugl Basilicata e della Federazione UGL Telecomunicazioni hanno avanzato nei confronti della Regione Basilicata. Al Presidente della giunta lucana – ha concluso Stigliano – chiederemo garanzie di un impegno politico qualora ci fossero tagli del personale dove noi Ugl, ci batteremo a denti stretti affinchè ciò non mai avvenga”.
A queste affermazioni fa eco anche il Consigliere Nazionale Confederale, Pino Giordano che portando i graditi saluti del Reggente Regionale dell’Ugl Basilicata, Ademo Barbarossa dichiara: “Purtroppo il momento di incertezza che sta vivendo la società con l’ennesimo cambio del management contribuisce ad alimentare le preoccupazioni dei lavoratori Italiani e ne fanno parte integrale i dipendenti Lucani dei vari Callcenter dislocati nel nostro territorio. Noi Ugl ci esprimiamo contro qualsiasi delocalizzazione – prosegue Giordano – , occorre evitare lo spezzatino che, tra l’altro, metterebbe a rischio l’intero sistema delle telecomunicazioni nazionale e soprattutto un dramma sociale per il rischio di perdita di posti di lavoro. La Tim per il nostro paese è una risorsa strategica e lo è ancor di più in questo periodo nel quale si sta tentando la strada dell’implementazione della digitalizzazione, fondamentale per lo sviluppo. Con la vendita paventata ad un fondo finanziario ed un mancato piano industriale si rischiano migliaia di posti di lavoro. Qualcosa di molto pericoloso dal punto di vista sociale, ecco perché abbiamo chiesto a Bardi di essere ricevuti, di poter assumere parte attiva assieme alla Regione Basilicata convocando l’azienda e chiedendo il piano industriale all’acquirente e capire a bocce ferme cosa vogliano fare. C’è il rischio che in Basilicata – conclude Giordano – avvenga una nuova desertificazione del territorio con perdita di tutta la platea dei lavortori lucani. Noi siamo vigili, la politica non dorma e sia concreta a scongiurare che ciò possa malguratamente avvenire anche per il nostro territorio”.