“Serve cambiare la legge di Bilancio affinché le risorse siano indirizzate a dare risposte concrete ai lavoratori,ai giovani, ai pensionati, a chi più di altri ha pagato il prezzo della crisi. È profondamente sbagliata la riforma delle aliquote Irpef da 5 a 4, in quanto lede il principio della progressività secondo cui ognuno contribuisce a pagare le tasse secondo la propria capacità reddituale. Ecco perché riteniamo sbagliata la riforma fiscale, non solo perché non affronta l’atavica e non più sostenibile evasione fiscale (120 miliardi di euro), ma soprattutto perché serve rivedere l’intento redistributivo degli 8 miliardi della delega fiscale sui redditi più bassi fino a 35mila euro, con un intervento sull’Irpef che deve essere maggiormente rivolto a chi fa più fatica a vivere. Chi evade toglie tutele e diritti ai cittadini meno abbienti e riduce le protezioni sociali. L’intervento sul fisco non corrisponde a sufficienza al differenziale tra i redditi poveri di pensionati e lavoratori e i redditi ricchi”. È quanto ha affermato il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa, oggi a Potenza durante gli esecutivi con i segretari generali di categoria della Cgil in vista dello sciopero generale del 16 dicembre.
“La prima legge di Bilancio dopo la pandemia, una manovra senza uguali che movimenta 30 miliardi – ha continuato Summa – non affronta gli elementi fondanti di questa fase così difficile per il Paese, che attengono in primo luogo le condizioni materiali delle persone che la pandemia ha aggravato. La legge di Bilancio doveva segnare un cambio di rotta, superare il precariato e riformare le pensioni.
Il precariato – ha precisato il leader sindacale – è l’elemento che sta connotando le diseguaglianze in questo Paese, che non sono conseguenza esterna alle questioni politiche, ma conseguenza diretta delle politiche del lavoro fin qui adottate. Siamo il Paese con i salari più bassi in Europa, con un abbassamento dei diritti e un ricatto del lavoro che sta nelle 40 tipologie contrattuali attualmente vigenti (lavoro a chiamata, part time involontario, collaborazioni, ecc.) che vanno superate, dando centralità al lavoro a tempo indeterminato, al tempo determinato con nesso di causalità, alla distinzione chiara tra lavori subordinati e parasubordinati. Basta ai lavori precari e malpagati per i nostri giovani”. Tutto ciò va accompagnato da “una vera riforma previdenziale, che metta al centro innanzitutto il principio per il quale non tutti i lavori sono uguali e quindi prevedere un’uscita differenziata rispetto alle tipologie di attività che si svolgono. E poi una pensione di garanzia per i giovani, affinché in futuro possano percepire una pensione dignitosa”.
In definitiva, per Summa “siamo ancora di fronte a una profonda ingiustizia sociale che non può non essere palesata all’attuale governo nazionale e alle forze politiche che lo rappresentano. Le ragioni delle mobilitazione del 16 – ha concluso – stanno tutte dentro questa crescente diseguaglianza sociale che si annida tra i lavoratori e i pensionati poveri, i precari, le donne e i giovani. Se non modifichiamo adesso la legge di Bilancio, con tutto le scenario politico che si profilerà da qui a qualche mese, a partire dall’elezioni del presidente della Repubblica, rischiamo di ritrovarci tutte le storture del contesto economico pre pandemia: il liberismo senza regole, il pericoloso declino della flessibilità nella precarietà. Si apra adesso una nuova fase per cambiare il modello economico e di sviluppo del Paese: questa è la sfida e va affrontata adesso con legge di Bilancio”.