Con una lettera inviata al presidente del Consorzio Industriale della Provincia di Matera Minieri e all'assessore alle attività produttive Folino Confcommercio e Confesercenti hanno chiesto un incontro per modificare la destinazione d'uso dei magazzini industriali inutilizzati nelle aree industriali del materano. Riportiamo integralmente la lettera inviata a firma del presidente di Confcommercio Ventrella e Confesercenti Schiuma.
Risulta alle scriventi Associazioni che durante la seduta dell’ultimo consiglio di amministrazione del Consorzio Industriale di Matera si sia discussa e rinviata la proposta avanzata dal Presidente del Distretto del mobile imbottito circa il cambio di destinazione d’uso riguardante i magazzini industriali che hanno proceduto alla dismissione delle loro produzioni, per adibirli ad esposizione e commercializzazione di prodotti.
A tal proposito è bene ricordare che le scriventi stanno portando avanti linee di proposta sindacale mirante alla mancata concessione di parametri numerici per il rilascio di grandi superfici di vendita e al contenimento di parametri numerici per quanto riguarda l’apertura di medie superfici di vendita.
L’azione è dovuta al fatto che in questo particolare momento che sta vivendo l’economia nazionale e quella locale in particolare, che vede in netto calo le vendite ed i consumi soprattutto nel ns. territorio, è improponibile ogni forma di previsione per aperture di nuovi centri commerciali e grandi superfici anche perché, come risulta agli atti degli incontri che hanno tracciato l’iter del D.L.R. sul commercio e giacenti presso il Dipartimento Attività Produttive della Regione Basilicata, si sta aspettando di valutare gli effetti sul territorio regionale e sulla rete distributiva prodotti dall’apertura di alcune grandi strutture previste dalla vigente L.R. n. 19/99.
Infine le scriventi Associazioni chiedono alla S.V. Ill.ma un incontro ove poter riferire ulteriori azioni negative per l’economia distributiva della ns. provincia che deriverebbero, qualora si procedesse al all’efferato cambio di destinazione d’uso dei succitati impianti industriali che sono stati realizzati con contributi pubblici elargiti dallo Stato.