PALAZZO DELLA BANCA D’ITALIA IN VENDITA. VINCERANNO I PALAZZINARI O LA RIPRESA ECONOMICA?
«La dismissione dell’edificio che ha ospitato la sede della Banca d’Italia di Matera, in piazza San Francesco richiama ad una riflessione collettiva sul futuro di questa città.
I temi che in queste settimane, come era prevedibile, stanno sollevando le criticità che attendono questo territorio – spiega Leonardo Montemurro, segretario regionale della Cna – ci pongono davanti a due ipotesi: lasciare spazio al cosiddetto partito del mattone al quale affidare, attraverso modalità e meccanismi che ben conosce, l’acquisto e l’utilizzo del palazzo o, al contrario, guardare a questo patrimonio come ad una opportunità di rilancio economico per la città.
Adibire l’ex edificio della Banca d’Italia ad uffici – precisa Montemurro – potrebbe contribuire a fornire al nostro territorio la svolta economica per puntare su un bene ormai parte integrante della città e al tempo stesso dare spazio a ipotesi percorribili in loco ivi compresa la rivitalizzazione economica del centro storico che da tempo versa in una situazione di asfissia.
La città di Matera e le sue istituzioni, dunque – conclude Montemurro – sono chiamate ad uno scatto di reni che deve avvenire in tempi utili a percorrere questo itinerario, evitando di perdere un’altra delle occasioni utili per risalire la china».
CLUB DI PRODOTTO. STRUMENTO FRETTOLOSO
E SENZA PROGRAMMAZIONE
“Il prodotto turistico, per diventare strumento di promozione credibile, ha bisogno di programmazione”. Lo sostiene Agata Mele, vice presidente Cna che, commentando l’attività in corso relativa al club del prodotto, promosso dall’Apt e dalla Regione, sottolinea i limiti di un meccanismo ancora incompleto.
“L’assenza di politiche di analisi, valutazione e programmazione del settore turistico ne limitano il raggio d’azione, escludendolo di fatto dai mercati più competitivi. Ritengo incomprensibile e ingiustificata, per questo, la fretta con cui si vuole giungere alla realizzazione del club di prodotto, in mancanza del prodotto da promuovere. La mancanza di strategie chiare, di percorsi di sviluppo di settori in evoluzione e crescita, come ad esempio il cicloturismo, si ritrova nell’inadeguatezza dei mezzi di conoscenza e promozione rivolti ai fruitori. Elementi che ci rendono più deboli pur in presenza delle caratteristiche migliori per fare della Basilicata il luogo del turismo ecocompatibile e di qualità per eccellenza.
Collina, coste, montagna e città d’arte – conclude la Mele – sono il miglior biglietto da visita per costruire prodotti turistici innovativi e competitivi che la fretta, invece, rischiano di bruciare prima del tempo. Per questo è necessario che la fase di realizzazione di questo strumento passi attraverso il confronto e la concertazione”.