I coltivatori di Rotondella hanno seguito i lavori del Consiglio Comunale per esprimere la loro contrarietà alla scarsa attenzione che l’amministrazione locale ha dimostrato nei confronti dell’agricoltura. I fondi, infatti, stanziati dal Cipe (delibera 101/2007) quale “compensazione ambientale”, a favore dei Comuni che hanno ospitato siti nucleari e che per tale presenza hanno subito un danno di immagine, possono essere gestiti direttamente dall’ente comunale e dalla Provincia di competenza. La Coldiretti di Rotondella ha espresso sconcerto e disappunto riguardo alle decisioni del consiglio comunale che, a fronte di una disponibilità di euro 2.800.000, ha riservato, in maniera indistinta, per lo “sviluppo infrastrutturale e promozionale delle aree rurali” solo euro 600.000 (cioè meno del 22% della somma totale).
La compensazione ambientale è una sorta di risarcimento di danno, riconoscendo che l’origine territoriale del prodotto, infatti, è oggi nell’immaginario collettivo sinonimo di sicurezza alimentare garantita a seconda delle sensazioni che quel determinato territorio evoca. E’ indubbio che il territorio di Rotondella sconta oggi un’immagine negativa quale zona del deposito nucleare ed ancora di più l’agricoltura produttrice di beni alimentari.
«La Coldiretti – ha detto Piergiorgio Quarto, presidente provinciale di Matera – fin dall’inizio ha specificato che al sistema rurale andava prestato lo spazio centrale della programmazione e all’attività produttiva primaria, andava necessariamente riservato almeno il 50% delle risorse statali assegnate non solo come corretto atto di compensazione, ma anche come segnale forte di una volontà di sviluppo legato a risorse endogene e non solo a facili realizzazioni di strutture murarie o cementizie che possono rivolgersi ai i fondi ordinari».
«La maggiore organizzazione agricola provinciale – ha aggiunto Filomena Laguardia presidente della Sezione Coldiretti di Rotondella – con un manifesto affisso sui muri della nostra cittadina ha voluto richiamare l’attenzione su un utilizzo dei fondi in modo proattivo e non assistenzialistico, indirizzando i finanziamenti compensativi ad una seria programmazione che abbia come motore di sviluppo il paesaggio, le aziende, la storia, la cultura e le numerose distintività agroalimentari che di questo territorio sono espressione viva e occasione economica ed occupazionale».
Giu 05