Se il dato a livello nazionale registra un consistente rischio chiusura per le microimprese se non si modificheranno gli studi di settore, questa situazione rischia di avere effetti catastrofici nella nostra Regione.
"Le microimprese sono circa il 95% del totale delle aziende presenti nel nostro Paese (in Basilicata questa percentuale arriva al 98%) e hanno garantito secondo le ultime stime Unioncamere oltre l’80% dei nuovi posti di lavoro che si sono creati quest’anno in Italia". Adesso però rischiano di subire un deciso ridimensionamento se non si modificheranno gli studi di settore".
Montemurro sottolinea "l’importanza di questo mondo produttivo e dei servizi fatto di piccole attivita’ artigianali, commerciali, di pubblici esercizi e del mondo delle libere professioni, che hanno rappresentato per anni in un contesto economico come quello lucano l’unico baluardo verso situazioni di rischio economico e sociale.
Ed è proprio perché rappresentano la linfa vitale dell’economia italiana e lucana in particolare che bisogna bisogna intervenire sugli studi di settore "che, alla luce della crisi che si e’ aggravata pesantemente negli ultimi mesi, costringeranno queste microimprese a pagare anche quello che non hanno guadagnato". "Pertanto – aggiunge Montemurro – occorre che il Governo intervenga subito e li modifichi per renderli piu’ rispondenti alla realta’.
Altrimenti, costringeranno centinaia e centinaia di migliaia di imprese a ricorrere a tagli occupazionali, se non addirittura a vere e proprie chiusure, per far fronte sia all’aumento delle tasse sia al forte calo della domanda, attualmente molto sentita soprattutto al Sud".
Ultima considerazione che assume anche una importanza notevole – conclude Montemurro – è quella che nel momento in cui milioni di aziende saranno chiamate a confrontarsi con gli uffici dell’amministrazione finanziaria perché non congrui gli uffici rischieranno il collasso e la pralisi sociale; infatti alcune stime parlano di un aumento dal 30% al 50% delle aziende non congrue con milioni di posizioni iva che dovranno essere passate al vaglio delle Agenzie delle Entrate, che come tutti gli uffici pubblici lamenta vistose carenze di organico.
E’ indispensabile che il Governo capisca che non si chiede l’azzeramento degli studi di settore, bensi’ il congelamento della norma che prevede, per i non congrui, l’obbligo di dimostrare la non veridicita’ dei ricavi rispetto a quelli richiesti dall’Amministrazione finanziaria”.
Nov 24