La risposta al decreto sicurezza del Ministro Salvini arriva da Matera con il “Menu dei Colori”, servito questa sera a Panecotto, nel cuore del Sasso Caveoso.
La cucina africana incontra i sapori della terra lucana grazie all’incontro tra Karim, Zaher, Blessing, Kante, Alì, Rohullah e lo chef lucano Federico Valicenti. Dalle tradizioni culinarie di Costa D’Avorio, Siria, Nigeria, Guinea, Ghana e Afghanista e della terra lucana è nato il “Menu dei Colori”, un modo speciale per attuare nel migliore dei modi la missione della cooperativa “Il Sicomoro”, che valorizza dal 2011 nella città dei Sassi e in alcun centri della provincia le potenzialità dei migranti che arrivano sul territori lucano grazie ai progetti Sprar. Il menu dei colori è nato proprio da un’intuizione del noto chef Federico Valicent, che ha subito coinvolto alcuni rifugiati e richiedenti asilo ospiti dei progetti SPRAR di Matera e Grottole. Alla cena hanno partecipato anche il direttore della Fondazione Matera-Basilicata 2019 Paolo Verri, don Filippo Lombardi e don Pino Caiazzo, Arcivescovo della Diocesi di Matera-Irsina.
Michele Plati, presidente della cooperativa Il Sicomoro, ha ricordato che proprio durante la preparazione di questo menu, nel laboratorio professionalizzante tenuto da Valicenti nella mensa della casa di Riposo “Brancaccio”, è stato approvato il decreto sicurezza, e le vite di diversi dei partecipanti sono state segnate. Sono state quindi associate le loro storie alle portata del menu: uovo sbagliato con banane alla ghanese, un ritorno alla Rabatana e ripieno afghano, in fusi di pollo, il riso africano al contrario, a’ pettola arbereshe col falafel arabo, l piccillato nigeriano, u’ pastizze Halal e il dolcenero della Bruna.
Il menu dei colori è stato composto da sette portate ” fusion”, che mettono insieme simboli e ingredienti della cultura culinaria lucana, insieme a quella dei paesi di provenienza dei partecipanti al laboratorio.
Dentro c’è il racconto di una Basilicata (di un’Europa?) che da sempre ha saputo confrontarsi con le ricchezze e le difficoltà portate da chi arriva “straniero”. Senza rincorrere ideologie, ma riconoscendo gli sguardi. Il quartiere arabo a Tursi e gli storici paesi albanesi arbereshe, ne sono un esempio anche a tavola, con le loro storie di integrazione e rifiuto, come i tursitani, che nell’anno mille friggevano le arance col maiale per non farle mangiare agli arabi.
Dall’uovo, simbolo cosmico, alla Basilicata, fino a Matera e alla sua festa della Madonna della Bruna, a cui i corsisti hanno voluto dedicare un dolce in segno di ringraziamento alla città Capitale Europea della Cultura per il 2019.
Progetti per il futuro prossimo? Michele Plati svela cosa “bolle in pentola”: “Attraverso il nostro progetto che abbiamo approvato per Matera 2019, Silent Academy, vogliamo continuare a valorizzare le risorse presenti a Matera e abbiamo pensato di trasformare Panecotto in un ristorante dove sarà possibile assaggiare i piatti tipici dei Paesi di provenienza dei migranti che sono integrati da ormai diversi anni sul nostro territorio”.
Michele Capolupo
La fotogallery del “Menu a colori”.