Come per i ristoranti in Italia anche i ristoranti Italiani nel Mondo, “ambasciatori” nel made in Italye garanti della qualità e dell’origine dei prodotti italiani, stanno affrontando il futuro post Covid-19 con non pochi problemi. Ma si guarda con serenità alla ripresa, al ritorno ai tavoli dei clienti per gustare i piatti della nostra tradizione gastronomica anche se non dappertutto i tempi della ripresa sono uguali. E’ quanto sostiene la lucana Enza Barbaro, presidente della delegazione FIC Romania Moldova.
Ci sono ristoranti che hanno già riaperto i battenti altri sono in procinto di riaprire nei prossimi giorni, dopo il lockdown, secondo le disposizioni e i protocolli dei singoli Stati. Da un’indagine condotta il 47% dei ristoranti si aspetta un futuro positivo, a breve termine, per la ristorazione a livello globale (con un 11% addirittura entusiasta). Per un terzo dei ristoranti intervistati invece la percezione è negativa (addirittura molto negativa per l’8%). Il restante 19% invece si aspetta un futuro a breve termine né negativo né positivo.
A proposito della situazione nei rispettivi paesi, i ristoranti italiani sono leggermente più ottimisti: il 50% si aspetta un futuro in qualche modo positivo, incluso il 22% che lo vede addirittura molto positivo. Al momento di immaginarsi il futuro della ristorazione nei loro Paesi solo il 28% lo vede negativo o molto negativo, in diminuzione rispetto alla valutazione della situazione globale: Per il restante 22% dei ristoranti la situazione non cambierà molto.
Aspettative ancora più ottimiste al momento di valutare il futuro del loro stesso ristorante: il 56% lo vede positivo e un 31% addirittura molto positivo. Solo il 20% si aspetta un futuro a breve termine negativo o molto negativo (6%). Per un quarto del campione invece il futuro non sarà né negativo né positivo.
Un dato emerge chiaramente dal sondaggio: i ristoranti faranno cambiamenti e l’84% li sta già pianificando. Per il 36% saranno limitati, ma per il 42% saranno significativi, mentre per l’11% saranno persino “radicali”.
In quanto tempo i ristoranti italiani all’estero pensano di recuperare perdite e danni dopo questa crisi?
Secondo il 63% il recupero non sarà immediato: ci vorrà un anno (44%) o due (19%). Solo il 6% si aspetta di recuperare le posizioni perdute nel giro di appena qualche settimana mentre il 25% pensa che ci vorrà qualche mese.
Un dato confortante: per i ristoranti italiani nel mondo l’agroalimentare made in Italy di qualità (incluso il vino) non perderà quote di mercato nei loro rispettivi paesi come conseguenza della crisi del Covid-19. Per il 41% manterrà le stesse quote mentre per il 44% crescerà moderatamente o significativamente. Solo il 6% si aspetta significative perdite di mercato.
Il sondaggio è stato coordinato da proprietari o manager dei ristoranti (General Manager, F&B Manager, Executive Chef, Chef Patron).
Secondo una ricerca commissionata da Alma, la Scuola internazionale di Cucina Italiana, 209 miliardi di euro è il volume d’affari generato a livello mondiale, in un mercato della ristorazione mondiale che, nel complesso, ha raggiunto un valore 2.210 miliardi.
Da ricordare che ai Campionati di Cucina di Rimini, a febbraio scorso, la Delegazione FIC Romania Sezione Moldova, guidata dalla presidente, la lucana Enza Barbaro, ha conquistatodue medaglie di bronzo, a conferma del costante e serio impegno dell’equipe di chef nata solo tre anni fa in Romania e un anno fa in Moldavia su iniziativa oltre che di Enza Barbaro anche di Giovanni Baldantoni (presidente Palazzo Italia Bucarest), in particolare nella formazione di uomini e donne e nella promozione della cucina Mediterranea. In pochissimi anni sono stati formati oltre un centinaio di chef (molti giovanissimi) che nei ristoranti rumeni e moldavi portano in tavola i piatti della tradizione gastronomica lucana ed italiana. A Palazzo Italia Bucarest l’attività della Global School, centro di formazione e qualificazione professionale principalmente per le figure professionali richieste dalla ristorazione, dopo la sospensione, riprenderà presto. E’ la filiera alimentare quella che – spiega Giovanni Baldantoni, presidente Palazzo Italia – privilegiamo nel favorire gli scambi commerciali con produttori italiani. In questa filiera gli chef sono l’elemento di congiunzione.Tra gli obiettivi quello di far conoscere le produzioni agroalimentari e vitivinicole lucane ed italiane, con particolare riferimento ai prodotti di qualità certificata; valorizzare il saper fare italiano; diffondere i valori unici della Dieta Mediterranea; presentare l’offerta formativa del nostro Paese nel settore enogastronomico; rafforzare la presenza della cucina italiana all’estero anche attraverso le attività di specializzazione dei giovani cuochi e la presentazione dell’offerta della ristorazione italiana di qualità; promuovere i “percorsi del gusto” in Italia per i turisti.