Con il trattato tra Unione Europea e Canada non è in pericolo solo il grano lucano ma sono vittime di “agropirateria” vale a dire di speculazioni economiche in Canada come in tutto il mondo numerosi prodotti tipici lucani come il peperone di Senise, il caciocavallo, il pecorino di Moliterno, i salumi di Picerno, l’aglianico del Vulture, l’olio delle colline del Materano, per citare i più noti. Lo afferma la segreteria regionale di Italia dei Valori Basilicata esprimendo pieno sostegno alla manifestazione nazionale di oggi della Coldiretti con la partecipazione di una delegazione di agricoltori della nostra regione a tutela del made in Italy e del made in Basilicata.
Nel sottolineare che la Basilicata può contare su circa 80 prodotti agroalimentari tradizionali inclusi nell’ultimo elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali realizzato dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, per IdV c’è uno strumento efficace per contrastare il fenomeno della concorrenza sleale: l’istituzione di una società partecipata dai produttori singoli e associati, le organizzazioni del mondo agricolo, i Comuni dove si producono i prodotti, per favorire la promozione e la commercializzazione degli alimenti che hanno ottenuto i marchi Dop, Igp e Stg, e per allargare la “rete” dei marchi a livello comunale e territoriale. Secondo dati delle due maggiori confederazioni di categoria – Coldiretti e Cia – l’agropirateria muove un business da 7 milioni di euro l’ora e da 60 miliardi di euro l’anno, di cui alcune centinaia di milioni di euro solo in Basilicata.
Secondo IdV dobbiamo intensificare i controlli anche a casa nostra in questa stagione estiva che registra un alto numero di sagre e feste troppo spesso, purtroppo, dedicate a prodotti tipici e di qualità e che invece vedono la vendita di produzioni non controllate. Per non parlare di sagre e feste che pur contando su contributi pubblici hanno come elemento fondamentale prodotti extraregionali se non esteri. Risulta evidente che si pone un problema di selezionare gli eventi evitando il loro proliferare e comunque di finanziare iniziative-manifestazioni meramente commerciali. Lo strumento della selezione è di facile individuazione: si tratta di affidare ai Consorzi-comitati di prodotto riconosciuti a livello istituzionale la titolarità della sagra in grado di coinvolgere i veri produttori. E’ soprattutto questo il modo – conclude la nota – per venire in contro alle grandi difficoltà di mercato che si verificano per le produzioni di qualità ed incrementare la redditività degli agricoltori e dell’occupazione in tutta la filiera alimentare.
Lug 06