La ripresa del comparto ristorazione in Basilicata – 2.755 imprese (il 64,6% sono ditte individuali) di cui 1.299 ristoranti (60,6% ditte individuali) a cui si aggiungono 1.419 bar (69,3% ditte individuali) – è ancora più incerta e lenta nelle aree interne dove la scarsa affluenza di turisti sommata al calo di consumi delle comunità locali hanno effetti negativi. Ma tra le aree più lontane dai flussi e movimenti turistici, in quella Medio Basento (Grassano, Garaguso, Tricarico sino ad Oliveto Lucano) c’è un esempio di come sia comunque possibile “reggere” alla crisi post Covid-19 e persino fare numeri di tutto rispetto ai tavoli, facendo tornare alla gente la voglia di sedersi al tavolo. Il Centro Studi Turistici Thalia, che sta svolgendo un monitoraggio tra i punti di ristoro sul territorio regionale per verificare l’andamento, ha testato un locale indicandolo da esempio per gli altri non solo di quest’area che registrano grandi difficoltà. Più che un locale è un “covo” dei buoni sapori che sui piatti alla marinara, sul pesce fresco (gli spaghetti “carichi” di frutti di mare e il branzino al forno con le patate, i piatti forti) e la pizza della migliore tradizione napoletana (rigorosamente a forno a legna selezionata per profumo) ha costruito le motivazioni di attrazione. Non a caso “Il Brigante” di Rocco Gentile, che sorge accanto alla stazione ferroviaria Garaguso Scalo, dopo aver acquisito e ristrutturato sapientemente quello che era il vecchio bar della stazione, ha incarnato i valori cardini dei briganti lucani, in primo luogo caparbietà, tenacia e resistenza. A questi si sommano Condivisione, Territorio, Sensorialità, Benessere, Convivialità che sono poi la caratteristica più apprezzata dai consumatori che scelgono di mangiare fuori casa. La “ricetta” del ritorno di famiglie, amici, coppie al ristorante è soprattutto sicurezza e fiducia nei prodotti che fanno del “covo” il posto preferito per mangiare pesce in un buon rapporto qualità-prezzo. In tutto questo c’è la “storia” del titolare Rocco Gentile che ha alle spalle una lunga esperienza di ristorazione in giro, tra l’altro, per le “capitali” del turismo marino (Cattolica in Romagna) e montano (Madonna di Campiglio), portandosi dietro a Garaguso il metodo romagnolo che è innanzitutto staff di famiglia. A Rocco Gentile il Centro Studi Turistici Thalia ha deciso il conferimento della nomination per il Thalia 2020 secondo la motivazione della “passione per il lavoro di moderno oste, custode di sapori ed ospitalità ed esempio di incoraggiamento per il rilancio della ristorazione” .
Naturalmente i problemi per la ripresa della ristorazione non mancano. L’aiuto della Regione (Pacchetto Turismo) è stato importante per riprendere un minimo di liquiditàma non basta. Nonostante i fatturati siano in leggero recupero si registrano perdite ancora del 40%, con effetti pesanti sulle prospettive e la sostenibilità economica delle aziende, che incidono sullo stato di fiducia degli imprenditori, che non vedono a breve la possibilità di un ritorno alla normalità. Ci sono ancora molte ombre e troppe poche luci. Le cause di una ripartenza che in alcune aree della regione resta drammaticamente lenta sono da ricercare certamente nella riduzione dei flussi turistici nazionali ed esteri, ma non solo. Tra le soluzioni, il rafforzamento degli indennizzi a fondo perduto, la proroga degli ammortizzatori sociali, il credito di imposta sui canoni di locazione e la riduzione dell’aliquota Iva. Interventi che potrebbero essere importanti per dare una spinta alla ripresa.Ma come ripete il presidente Fic, il lucano Rocco Pozzulo, per incoraggiare gli operatori del settore: «Al centro c’è l’ospite. Si dovrà rimodulare il lavoro anche trasmettendo fiducia alla clientela”. A rischio oggi c’è un modello, non solo le imprese: il mondo della ristorazione rappresenta la cucina fuori casa degli italiani e in questo il “modello” del “Brigante” è un buon esempio.
Ago 02