Nonostante il carovita scatenato dalla crisi energetica e dalla guerra in Ucraina spinga le famiglie lucane ad adottare comportamenti responsabili per risparmiare sul cibo lo spreco alimentare tocca da noi una media di 25 kg l’anno pro-capite di alimenti che finiscono in spazzatura. Comunque un 15% in meno nel giro di un paio di anni ma ancora un problema da affrontare. Per questa ragione la Giornata nazionale contro lo spreco alimentare (5 febbraio) è un’opportunità e non una “ricorrenza” specie per accrescere la sensibilizzazione sul tema sempre più rilevante per l’inflazione che ha superato l’11% e l’incremento delle famiglie in stato di povertà o comunque disagio sociale (oltre il 25% delle famiglie lucane).
Significativi in proposito i consigli che vengono dagli chef per cucinare con creatività riutilizzando gli avanzi.
Tre suggerimenti preliminari: tenere sotto controllo gli acquisti, senza eccedere nelle quantità, al fine di scegliere solo ciò che è davvero necessario; andare al supermercato a “pancia piena” per evitare l’effetto compulsività e leggere bene le etichette, facendo attenzione agli ingredienti, data di scadenza e indicazioni per la conservazione. Ma oggi si ha poco tempo e spesso poca voglia correndo il rischio di buttare cibo che avrebbe potuto avere una nuova vita. Consigli da una chef che è prima di tutto una cuoca di famiglia Teresa Piliero (Il bersagliere) e che ha ereditato i segreti da mamma e nonna, alle prese con i menù di San Valentino e di Carnevale nella nuova “sfida” di ristorazione rurale a Potenza. Recuperare alimenti avanzati è nella cultura contadina accanto ai piatti della tradizione: tornano in tavola a Potenza gli ‘ngumarielli, la trippa e patate, e verza e fagioli. Dunque far diventare detto popolare “del maiale non si butta nulla” come per il “nobile” sanguinaggio una filosofia di cucina. Se si utilizzano prodotti locali – è il messaggio – lo spreco di fatto è eliminato perché con questi prodotti si condivide la saggezza contadina del buon mangiare senza spreco.
Unaitalia in collaborazione con l’Unione nazionale consumatori ha proposto 10 consigli pratici su come portare in tavola alimenti e piatti nutrienti e come conservarli riducendo gli sprechi. Si va dal preparare la lista per comprare solo il necessario, programmando il menu settimanale, al controllare sempre la data di scadenza sugli alimenti freschi (e non farsi ingannare dalle offerte); dal conciliare nutrizione e risparmio, rispettando ad esempio la stagionalità non solo per verdure e frutta ma anche per il pesce azzurro (che costa meno) ai tempi e modalità di congelamento.
“Fondamentale, assieme alla programmazione – afferma Massimiliano Dona, presidente Unc – è il congelatore, il nostro migliore alleato antispreco, ma occorre stare attenti alle scadenze. E poi usare la creatività e ricette di recupero, come facevano i nostri nonni. Con la frutta e la verdura nella top 5 della piramide dello spreco, facciamo marmellate, minestroni e patatine da bucce di melanzane e patate. Per le carni bianche, le più amiche del portafoglio e tra l’altro ricche di proteine e aminoacidi, povere di grassi, scegliamo di acquistare il pollo intero o le parti meno usate: sono il collo e le ali, seguono sovracosce, frattaglie come fegatini e cuore e il petto di tacchino che in media costa meno di quello di pollo”.