Un successo decretato dai numeri, quelle degli espositori e delle presenza di visitatori che, nei tre giorni di manifestazione hanno sfiorato le quindicimila unità, con punte che hanno superato le cinquemila presenze nella prima giornata e oltre settemila in quella successiva.
Si è conclusa con un trionfo – di presenze e di grande entusiasmo – la diciassettesima edizione della Fiera Mercato del Tartufo Bianco del Serrapotamo, che si è tenuta a Carbone dall’1 al 3 novembre. Tre giornate di manifestazioni che hanno richiamato sia gli abitanti del borgo del parco del Pollino che visitatori provenienti dai paesi limitrofi (e non solo) e anche di molti carbonesi residenti altrove, tornati a rinsaldare le proprie radici.
Una quarantina gli stand che sono stati allestiti lungo la centralissima via Vittorio Veneto, con in mostra l’oro bianco del territorio, il tartufo bianco della Valle del Serrapotamo. Ma anche altri prodotti dell’area del Pollino, come il crusco, i formaggi, i prodotti della terra e tante altre proposte enogastronomiche.
L’evento è stato anche l’occasione ideale per scoprire e valorizzare le bellezze naturali, storiche e culturali della Valle del Serrapotamo.
Ricco il programma che l’amministrazione comunale ha saputo mettere in piedi: dallo show coking della chef – toscana ma con origini carbonesi – Federica Continanza, che ha proposto alcune ricette capaci di esaltare il tartufo locale, ai concerti degli Amarimai, e dei Gemelli diversi. E poi le tante escursioni organizzate dalle associazioni del paese, con dimostrazioni nelle tartufaie, alla ricerca di castagne e una visita guidata tra i palazzi nobiliari e le altre ricchezze urbanistiche del paese. Una mostra multimediale (di foto, suoni e storie del paese) con l’intento di mettere le basi a un archivio storico, di immagini e racconti, ha completato il programma delle proposte.
Al taglio del nastro (al quale hanno preso parte il presidente del consiglio regionale della Basilicata Marcello Pittella, l’assessore alle attività produttive Francesco Cupparo e il direttore generale per le politiche agricole e forestali Vittorio Restaino), il sindaco Mariano Mastropietro ha messo in evidenza il valore del tartufo come «risorsa strategica per lo sviluppo economico e turistico della valle ma anche l’importanza della collaborazione per valorizzarlo».
Ma il primo cittadino di Carbone ha sottolineato che quella di quest’anno può essere considerata l’edizione «della svolta,quella della maturità». Una edizione che ha mostrato come si possa proporre una offerta turistica anche oltre i classici periodi estivi. E il merito va a un intreccio di iniziative, di collaborazioni tra enti, associazioni e operatori turistici e culturali. Ed è proprio il futuro il traguardo immediato che si pone l’amministrazione comunale di Carbone. All’orizzonte c’è l’apertura del Museo di Arte sacra che troverà casa all’interno del convento francescano. E, sul fronte del turismo, c’è il progetto dell’apertura di un ostello da undici posti: passi in avanti per arricchire l’offerta turistica e mettere sempre più al centro dell’area del Parco del Pollino, la comunità di Carbone.
E il tartufo sarà il motore propulsore di questi progetti. Il presidente dell’Associazione Tartufai del Serrapotamo, Sabatino Iannibelli, ha posto l’accento sulle potenzialità e le sfide del settore tartuficolo.
Al centro della manifestazione anche l’impegno dell’amministrazione comunale per un turismo sostenibile che si è concretizzato con il riconoscimento di “Comune Amico del Turismo” assegnato dalla Federazione Nazionale Camperisti, sottolineando l’impegno per un turismo sostenibile e di qualità. L’area destinata alla sosta dei camper, di recente apertura, in effetti, è stata letteralmente presa d’assalto.
I numeri, la qualità delle proposte e la perfetta organizzazione che l’evento ha saputo mettere in piedi sottolineano come la manifestazione sia ormai consolidata e come la comunità di Carbone abbia superato a pieni voti questa ultima edizione della mostra-mercato, diventando punto centrale dell’area tartufigena della valle del Serrapotamo. Anche in una stagione in cui, le condizioni meteo, non hanno permesso una raccolta eccezionale dal punto di vista della quantità.