Il Federalisimo è una minaccia o una opportunità per il Sud? E’ stato questo il filo condutture che ha animato il dibattito nel convegno organizzato dalla Camera di commercio di Matera sul tema “Le piccole e medie imprese del Sud e la sfida del federalismo. Rete tra imprese. Reti fra territori’’. A moderare i lavori il noto giornalista Rai Attilio Romita, che in apertura ha subito scherzato con la platea affermando che la parola “federalisimo” è considerata probabilmente una parolaccia da queste parti. Battute a parte, il tema era molto interessante e gli imprenditori locali hanno seguito con grande attenzione le relazioni in scaletta. Il padrone di casa Angelo Tortorelli ha rotto il ghiaccio ricordando che qualche secolo fa una proposta di federalismo era arrivata da un meridionale, Gaetano Salvemini. Il nord si mostrò preoccupato di questa riforma e adesso che il federalismo ci viene imposto dal Nord sono le regioni meridionali a manifestare le preoccupazioni di una terra già penalizzata da diversi fattori negativi. Carlo Sangalli, che rappresenta la più grande Camera di Commercio d’Europa, diventa quindi il punto di riferimento per la piccola e media impresa locale. Prima di partecipare al convegno ha rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa. “I capitoli delle riforme sono noti. E il federalismo occupa un posto rilevante. In particolare il federalismo fiscale rappresenta un passaggio ineludibile di queste riforme. Sicuramente l’occasione è importante ma nulla dovrà essere scontato. Certamente il federalisimo fiscale rappresenta un passaggio fondamentale per ristrutturare la spesa pubblica e ridurre gli sprechi. Una politica che va attuata in parallelo con la lotta all’evasione e all’elusione fiscale. Comprendo le preoccupazioni del Sud ma credo che un buon federalismo sia la strada giusta per ridurre la pressione fiscale che ha messo in ginocchio le imprese italiane. E serve sicuramente anche al sud.” Cosa ne pensa della manovra economica proposta dal ministro Tremonti? “In Italia ci sono segnali di ripresa ma sono timidi, fragili e discontinui e pertanto vanno accellerati e irrobustiti. Per farlo dobbiamo perseguire una politica che va in una duplice direzione: da un lato occorre ridurre la spesa, dall’altro occorre contrastare l’evasione e l’elusione fiscale. La manovra credo che va in queste due direzioni e crea i presupposti per arrivare alla riforma della pressione fiscale. La costituzione di Rete Imprese Italia è nata per raggiungere questo obiettivo. Le piccole e medie imprese rappresentano il 97% del sistema imprenditoriale italiano e sono quindi una risorsa per il nostro Paese. Il governo deve tutelare questa risorsa e favorire la ripresa.
Nella sala convegni dopo il saluto del presidente della Camera di Commercio Tortorelli è stato il sindaco di Matera ha ricordare gli effetti negativi delle politiche economiche attuate dai governi nazionali negli ultimi anni. “Non mi riferiscono solo agli ultimi due del governo Berlusconi – ha precisato Adduce. La crisi andava sostenuta già negli anni scorsi con misure adeguate ma nessuno si è preoccupato di quello che stava accadendo. Oggi ci ritroviamo con duemila cassaintegrati espulsi dal settore del mobile imbottito. Oggi discutiamo di federalismo, che viene vissuto come una minaccia dalle nostre parti e non come una opportunità. Io sono favorevole alla migliore declinazione del concetto di federalismo ma è chiaro che se un govenro taglia l’Ici solo per fare propaganda elettorale e prendere voti mettendo in ginocchio l’intera impalcatura della finanza locale dove troviamo i soldi per garantire i servizi essenziali ai cittadini? Con il taglio dell’Ici il Comune di Matera ha perso circa due milioni e mezzo di eur, il 3-4% del bilancio comunale. Noi siamo una piccola realtà di 60 mila abitanti, immaginate cosa è accaduto in altri centri del Meridione. Il governo ha già dichiarato ancora una volta che non metterà le mani nelle tasche degli italiani ma poi qualcuno deve dirci come pagare i servizi. Perchè i conti non tornano e quello che esce dalla finestra deve comunque entrare dalla porta altrimenti non si può andara avanti. Sicuramente anche i cittadini dovranno comprendere che sono necessari dei sacrifici ma dobbiamo distinguere il federalisimo buono da quello cattivo”.
Dal sindaco di Matera Adduce al presidente della Provincia Franco Stella: “Io sono un frutto delle Piccole e Medie Imprese perchè ho diretto per 31 anni l’Associazione delle piccole e medie industrie di Matera”. Ho apprezzato molto la relazione di Sangalli del 10 maggio scorso in cui annunciava la nasciata di Rete Imprese Italia. Anche noi come Provincia siamo una rete, una rete che qualcuno vorrebbe sopprimere. Siamo al lavoro da dieci mesi e nonostante il lavoro fatto per contenere la spesa ci hanno comunicato che non è stato rispettato il patto di stabilità. Voglio precisare che abbiamo i conti in ordine e stiamo lavorando per rilanciare l’economia sul territorio provinciale. Un’impresa tutt’altro che semplice perchè il numero di abitanti è esiguo mentre il territorio è molto vasto. La volontà di fare non manca, purtroppo mancano le risorse e pertanto abbiamo chiesto di collaborare con la Regione Basilicata per drenare nuovi fondi europei e creare occasioni di sviluppo. E anche il sistema bancario deve fare la sua parte.
Al tavolo anche il vicepresidente del parlamento europeo, il lucano Gianni Pittella, che rinuncia al discorso scritto per inviare quattro “telegrammi” a Sangalli. Primo telegramma: “Premesso che anch’io sono salveminiano e quindi un federalista europeo, mi chiedo che tipo di federalismo il governo intende applicare nel nostro Paese. Un federalismo solidale prevede un aiuto alle regioni che non riescono ad assicurare i servizi essenziali come sanità, istruzione e trasporto. Ma chi deve garantire questo aiuto? Lo Stato oppure le regioni più ricche? Secondo i dati Istat il costo della vita al Sud sarebbe più basso del 16% rispetto a quello registrato al Nord. Il dato è stato calcolato utilizzando un paniere di prodotti di uso comune ma vi faccio un esempio. Se al Nord si prende come riferimento il prezzo della birra Nastro Azzurro e al sud quello della Peroni è chiaro che il prezzo è più basso dalle nostre parti. Se invece prendi come riferimento la birra Nastro Azzurro si potrà notare che al Sud questa birra costa di più rispetto al Nord. Su questo argomento ho scritto un libro in cui dimostro esattamente il contrario e cioè che il costo della vita è superiore al Sud”.
Secondo telegramma: “Se c’è troppa burocrazia e si vuole applicare il federalismo il governo deve pensare anche ad uno sportello unico al quale l’imprenditore potrà rivolgersi per ottenere risposte in tempi rapidi”.
Terzo telegramma: “Io definisco la crisi un cigno nero, una situazione determinata da errori di politica economica commessi in passato, non solo dall’Italia. Hanno sempre sostenuto che i mercati potevano assicurare il benessere. I fatti hanno dimostrato che i mercati senza regole producono disgrazie. Non ci vuole solo risanamento e rigore per rilanciare l’economia ma anche nuovi investimenti. Pertanto ribadisco anche in questa sede la necessità di istituire gli euro-bond, che potrebbero garantire mille miliardi di euro all’anno da investire per combattere seriamente la crisi.
Quarto telegramma: “Hanno detto che i fondi strutturali europei non hanno prodotto risultati. Ma è evidente che sono stati utilizzati in maniera impropria dagli amministratori locali. Quindi se è vero che in questi anni siamo stati vessati da scelte politiche sbagliate è anche vero che dobbiamo riconoscere le nostre responsabilità”
L’assessore regionale Rosa Gentile: “Siamo favorevoli al federalismo ma con dati certi. Ancora oggi non possiamo programmare la nostra attività regionale perchè i decreti attuativi non fanno chiarezza su quello che potrà accadere con questa riforma. Leggendo le proposte del governo abbiamo intuito che questo federalismo fiscale aumenta il divario tra nord e sud e mette in crisi il quadro della finanza pubblica”
Più critico l’intervento dell’economista Gianfranco Viesti: “Sul tema circolano molte favole. Il problema di fondo è che si propone un federalismo in un quadro politico che non vede più la presenza di partiti nazionali, sostituiti da partiti territoriali. Siamo nel pieno della crisi più forte registrata dal dopoguerra e il federalismo concepito dal governo rischia di provocare solamente una guerra per i soldi che dovranno essere stanziati. Occorre scongiurare in buona sostanza il rischio di “dare più a te e meno a me”. Non è vero che più si decentra più si ottengono benefici. L’art. 117 per esempio ha decentrato troppo le reti energetiche. Certo, un buon decentramento farebbe bene all’Italia, che presenta diverse culture locali ma credo che la legge n. 42 del 2009 sia stata prodotta in tempi accellerati e senza un numero fondamentale, quello che fa riferimento alle dotazioni di un territorio che deve offrire servizi. La scuola a Scampia non è la stessa di via Montenapoleone e il governo dovrebbe tenere in considerazione queste differenze.” L’altra questione posta da Viesti riguarda le regioni a statuto speciale, che non saranno coinvolte in questa riforma e continueranno a beneficiare di privilegi incomprensibili.
La relazione di Leonardo Cuoco, che ha provato ad andare al cuore del problema dal punto di vista tecnico, ha anticipato l’intervento di Carlo Sangalli. Un uomo del Nord che viene a Matera a discutere di federalismo non poteva che parlare bene di questa riforma. Vedremo se le scelte del governo troveranno il consenso della piccola e media impresa locale.
Michele Capolupo
La fotogallery sul convegno
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assistiamo da anni a stessi tavoli,stesse facce,stesse parole,stesse ambizioni,stesse promesse,e alla fine?…stessi risultati…zero con il riporto di zero!!!!! poveri noi giovani che hanno intrapreso in questi disgraziati anni un’impresa!!!!! sarà veramente dura andare avanti….